Il progetto trasforma la galleria in un caveau aperto, violato. Annuncia la mostra una stampa pubblicitaria della grande distribuzione della carne e un sacco di mangime per animali dipinto in oro.
Caeveau
Scrutare in profondità, intercettare la combinazione, far scattare le serrature e
aprire le nostre casseforti morali, ritrovare la nostra condizione originaria
"animale" rimossa e dimenticata. Questa è la sola condizione che può salvarci dal
delirio della trasparenza messa in atto dalla telerealtà globalizzata.
In questa direzione muove il progetto che trasforma la galleria in un "caveau"
aperto, violato. Annuncia la mostra una stampa pubblicitaria della grande
distribuzione della carne e un sacco di mangime per animali dipinto in oro. Poi si
entra nel caveau attraverso un cancello a sbarre metalliche che divide in due la
galleria, si accede allo spazio dove sono sistemate delle casseforti che accolgono
alcuni video con riprese allucinanti di allevamenti di maiali.
Questo scuote i
nostri sensi più primitivi e originari, una dimensione che facciamo fatica a
riconoscere. Assuefatti come siamo alle tecnologie e accecati dai media ci sentiamo
come esseri trasparenti, senza corpo, fino a credere che potremmo fare a meno della
terra su cui viviamo. Ridare peso alla nostra natura dimenticata è l'obiettivo da
perseguire. Abbiamo bisogno di gravità per comprendere che la nostra esistenza
dipende da questo pianeta che abitiamo, che ci lega a tutti gli altri esseri che lo
abitano e che invece noi stiamo martoriando.
L'uomo occidentale, in un delirio paradossale di civiltà e onnipotenza considera la
Terra e le sue risorse come fossero inesauribili e si comporta come un feroce
predatore che ammazza le prede con grande crudeltà. I video proposti sono
testimonianza di un rituale quotidiano della crudeltà degli uomini nei confronti di
altri esseri della terra. Dietro un gustoso chilo di salsiccia comprata al
supermarket si nasconde l'industria della morte sistematica e veloce della grande
distribuzione.
Questo ci turba, ci infastidisce, ma ci sentiamo assolti, abbiamo bisogno di
mangiare. Ma non è l'uccisione del maiale la vera crudeltà. La violenza preventiva,
inutile, gratuita a cui è sottoposto l'animale prima di giungere al macello,
stordito con calci e trascinato con la coda, questo è l'orrido.
Un surplus di violenza che si cela dietro atti quotidiani di normalità è alla base
del mondo globalizzato. Il vero orrore è il superfluo, lo spreco, a cui siamo
sottomessi nell'assurdo sistema di onnipotenza che abbiamo costruito.
Giuseppe Di Guida è nato a Lusciano (CE) dove vive e lavora.
Inaugurazione: Venerdi 12 Ottobre alle ore 19
Nuvole Arte Contemporanea
via IV Novembre - Montesarchio (BN)
Orario: 9-13 e 17-20
Ingresso libero