Francesco Hayez
Domenico Induno
Gerolamo Induno
Stefano Ussi
Eleuterio Pagliano
Sebastiano De Albertis
Odoardo Borrani
Adriano Cecioni
Silvestro Lega
Telemaco Signorini
Storia di una famiglia tra Mazzini e Garibaldi. Oltre 80 opere fra dipinti, sculture, fotografie, documenti e libri - provenienti da musei, gallerie e collezioni private italiane - sono distribuite nelle 10 sezioni del percorso per illustrare i grandi temi della formazione della nazione. La mostra ne documenta i passaggi chiave attraverso le opere degli artisti piu' rappresentativi dell'800 - tra gli altri Francesco Hayez, Domenico e Gerolamo Induno, Stefano Ussi - svelando in filigrana la storia della famiglia di Achille e Elena Sacchi, figure emblematiche dell'ambiente risorgimentale lombardo.
Storia di una famiglia tra Mazzini e Garibaldi
a cura di Maurizio Bertolotti e Daniela Sogliani
La mostra autunnale di Palazzo Te, La Nazione dipinta. Storia di una famiglia traMazzini
e Garibaldi, allestita dal 14 ottobre 2007 al 13 gennaio 2008, documenta i passaggi
chiave nella costruzione della Nazione italiana attraverso pregevoli opere degli artisti
più rappresentativi dell’Ottocento - tra gli altri Francesco Hayez, Domenico e Gerolamo
Induno, Stefano Ussi, Eleuterio Pagliano, Sebastiano De Albertis, Odoardo
Borrani, Adriano Cecioni, Silvestro Lega e Telemaco Signorini -, svelando in filigrana
la storia della famiglia di Achille e Elena Sacchi, figure emblematiche dell’ambiente
risorgimentale lombardo.
L’esposizione, che si inserisce nel quadro delle manifestazioni coordinate dal Comitato
per le celebrazioni del secondo centenario della nascita di Garibaldi, su iniziativa
del Ministero per i beni e le attività culturali e sotto l’alto patronato del Presidente
della Repubblica, è organizzata dal Centro Internazionale d’Arte e di Cultura
di Palazzo Te e promossa dal Comune di Mantova, Museo della Città di Palazzo
San Sebastiano, Istituto mantovano di storia contemporanea, Banca Agricola Mantovana
e Fondazione Banca Agricola Mantovana, con il patrocinio della Regione Lombardia
– Culture, Identità e Autonomie della Lombardia e dell’Archivio di Stato di
Mantova.
La mostra nasce da un’idea di Maurizio Bertolotti, presidente dell’Istituto mantovano di
storia contemporanea, nel contesto di un progetto che prevede la riunificazione virtuale
e il riordino degli archivi della famiglia Sacchi, composti da circa quindicimila lettere.
Daniela Sogliani, storica dell’arte del Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo
Te ha affiancato Bertolotti nella progettazione dell’esposizione, che si avvale dei contributi
di Giancorrado Barozzi dell’Istituto mantovano di storia contemporanea, Liviana
Gazzetta dell’Università di Venezia e Maria Teresa Sega dell’Istituto veneziano per la
Storia della Resistenza e della società contemporanea.
Oltre ottanta opere fra dipinti, sculture, fotografie, documenti e libri - provenienti da
musei, gallerie e collezioni private italiane - sono distribuite nelle dieci sezioni del percorso
e concorrono a illustrare i grandi temi della formazione della nazione: l’intreccio
tra amor di patria e amore romantico, le passioni del Quarantotto, le cospirazioni mazziniane,
la partecipazione delle donne tra patriottismo ed emancipazionismo, l’epopea
garibaldina, la scienza positivista e la scoperta, dopo l’unità politica, di un’Italia reale di
contadini poveri, di matti, di bambini analfabeti.
Amore e politica
La mostra si apre con la sconfitta della rivoluzione di metà secolo: la caduta delle speranze
italiane è rappresentata dal capolavoro di Francesco Hayez La Meditazione. Un
grande amore è quello che nasce a Genova nel 1857 tra Achille Sacchi e Elena Casati.
La coppia, seguace delle idee mazziniane, educherà la numerosa prole ai valori patriottici
e risorgimentali. Il tema dell’intreccio tra amor romantico e amor di patria è illustrato
in questa sezione da opere come Triste presentimento di Gerolamo Induno, Il richiamo
di Garibaldi di Domenico Induno, Accampamento alle porte di Milano 1859
di Sebastiano De Albertis.
Come si diventa patrioti: la rivoluzione del 1848
Sono soprattutto i giovani i protagonisti delle opere di questa sezione, prima negli scontri
di strada e sulle barricate nelle città, poi come volontari nella guerra d’indipendenza.
Nei moti del 1848, a Milano come a Venezia, sono partecipi e attive anche le donne.
Oltre alle opere degli Induno – i più famosi tra gli artisti-soldati – testimoniano queste
vicende un taccuino di Stefano Ussi con vari schizzi di giovani volontari e un ritratto
di Volontario toscano di Antonio Puccinelli.
Le cospirazioni mazziniane
La difesa di Roma nel 1849 costituisce per molti di questi giovani, compreso Achille
Sacchi, la prova attraverso cui, di fronte alla sconfitta della guerra regia, prende corpo
la prospettiva della guerra di popolo e della repubblica. Nonostante il disastro finale,
che trova la sua rappresentazione in alcune tele, come La veduta di Porta San Pancrazio
a Roma di Gerolamo Induno, dall’esperienza romana si dipana il filo delle iniziative
insurrezionali mazziniane i cui principali protagonisti evocati nella mostra sono Felice
Orsini, Pier Fortunato Calvi e, tra i mantovani, oltre a Sacchi, Giovanni Acerbi e
Giovanni Chiassi.
Le donne mazziniane
Gli ideali mazziniani vengono condivisi e sostenuti da molte donne che si impegnano
nelle attività cospirative e insurrezionali: un passaggio cruciale del processo di emancipazione
femminile in Italia. La donna viene sempre più raffigurata in interni borghesi
intenta alla scrittura e alla lettura, contesti entro cui si inseriscono anche le esperienze
più radicali di impegno politico. Le opere in mostra, dipinti come La lettera o Pittrice
nell’atelier di Domenico Induno o ancora il Ritratto di Clara Maffei di Francesco
Hayez, documentano questo processo di cambiamento culturale auspicato dallo stesso
Mazzini nelle sue pagine.
Garibaldi
Il fallimento delle insurrezioni mazziniane degli anni Cinquanta avvicina una parte dei
patrioti dello schieramento democratico al progetto di Cavour, che nel 1859 ha il suo
sbocco nella guerra del Piemonte e della Francia contro l’Austria. Molti veterani del ’48
riprendono le armi, insieme a una nuova leva di giovani patrioti, nell’esercito piemontese,
mentre altri si arruolano nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. Tra questi i mantovani
Sacchi, Chiassi e Ippolito Nievo, la cui partecipazione alla campagna del 1859 è
immortalata nel grande dipinto Sbarco dei garibaldini a Sesto Calende 23 maggio 1859
di Eleuterio Pagliano. L’epopea garibaldina è documentata da altre opere di Domenico
e Gerolamo Induno e di Angelo Trezzini. In rilievo di nuovo le donne come nel dipinto
Il 26 aprile 1859 in Firenze di Odoardo Borrani: la patriota qui ritratta mentre
cuce una bandiera tricolore rispecchia di qual natura fu allora la partecipazione femminile,
sebbene non poche donne avrebbero aspirato a combattere e qualcuna riuscì nell’intento.
Democrazia, positivismo e questione sociale
La guerra del 1859, l’incontro di Teano e, dieci anni più tardi, l’ingresso dei bersaglieri
a Roma decretano la sconfitta dei repubblicani, la cui opposizione al nuovo stato si
manifesta in forme più o meno radicali. Mantova è nei decenni dopo l’unità uno dei
centri del movimento democratico e repubblicano. Questo anche grazie all’opera di Sacchi:
all’azione politica il patriota mantovano affianca ora, nella sua veste di medico e
scienziato positivista, un’intensa attività a favore del progresso delle classi popolari.
I quadri di questa sezione - ad esempio Galileo e Viviani di Tito Lessi - rispecchiano
da un lato i valori della cultura positivistica dominante in Italia; dall’altro illustrano alcuni
aspetti rilevanti della questione sociale: la sanità, l’istruzione, l’emigrazione, il problema
dei manicomi, in un’Italia contadina poverissima, dove occorreva portare a un livello
minimo il livello di vita della maggioranza della popolazione. Una risaia di Luigi
Steffani, La raccolta dei bozzoli di Giovanni Segantini, Studio per il quadro con la Sala
delle agitate di Telemaco Signorini, La vaccinazione di Demetrio Cosola, sono tra
le opere che meglio illustrano la situazione del nostro Paese nel decennio dopo l’’unità.
Patria, scienza ed educazione
In questa sezione lettere, libri, documenti testimoniano la vicenda umana di Achille e
Elena Sacchi, che ritengono la diffusione della scienza e della cultura una delle chiavi
del progresso e si dedicano all’educazione dei figli secondo questi principi, impegnandosi
per la diffusione dell’istruzione pubblica.
La straordinaria tela di Giuseppe De Nigris, Impressioni di un quadro, testimonia, insieme
a La lezione della nonna di Silvestro Lega e ad altre opere di Angelo Trezzini e
Gioacchino Toma, il ruolo di primo piano che, accanto alla scienza, ha, nell’ideale educativo
di genitori come i Sacchi, il sentimento patriottico.
Emancipazionismo
Altro valore imprescindibile è per i Sacchi l’uguaglianza tra i sessi: ciò porterà alla appassionata
adesione delle figlie Beatrice e Ada al movimento emancipazionista femminile,
documentato nella sezione finale della mostra. Parificazione politica, ma anche promozione
economica e sociale delle donne. Valori insiti nel movimento socialista di cui
Mantova sarà, a cavallo tra Otto e Novecento, uno dei centri più importanti. La mostra
si chiude dunque con alcuni bozzetti del capolavoro di Pellizza da Volpedo Il
Quarto Stato e con uno sguardo sulla città con le tele di Domenico Pesenti e Vindizio
Nodari Pesenti.
Nel Museo della Città di Palazzo San Sebastiano, sarà contestualmente allestita la mostra,
curata da Stefano Benetti, I Leoni di Garibaldi. Garibaldi e i garibaldini delle
terre mantovane nelle Collezioni Civiche, con cimeli, testimonianze e ricordi dell’epopea
risorgimentale.
Un percorso dunque di grande interesse storico, per capire le radici del nostro Paese e
il lungo cammino che ha portato alla sua unità.
Catalogo Skira.
Centro Internazionale d'Arte e di Cultura di Palazzo Te
viale Te, 13 - Mantova
Orario: Lunedì 13.00 – 18.30 Da martedì a domenica 9.00 – 18.30 (chiusura biglietteria 17.30)
Ingresso: Intero: € 10
Ridotto: € 7 (gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 60 anni, soci Touring Club, soci FAI, altre categorie convenzionate)
Ridotto: € 3 (visitatori tra i 12 e i 18 anni, studenti universitari e disabili)
Gratuito (minori di 11 anni, un accompagnatore per gruppo, due accompagnatori per scolaresca, accompagnatori di disabili che presentino necessità, categorie elencate nell’apposito regolamento)