Nella definizione dell'artista, il rigore logico della struttura geometrica lotta continuamente con il desiderio della trasgressione che porta la realta' delle geometrie al limite della rottura, ogni volta stravolgendo le forme senza mai abbandonare il ritmo. Nasce cosi' un mondo reale ma non concreto, fatto di labirinti e di paesaggi mentali, di giochi al limite dell'assurdo e di strutture razionali.
Il valore demiurgico della geometria, ai fini della conoscenza, è stato riconosciuto sin dagli
albori del pensiero, al limite della collocazione al centro della speculazione filosofica e, più
oltre, del mito religioso: la griglia sovrapposta alla realtà oggettuale come strumento
mediatico della misurazione e della definizione delle cose ha sempre suscitato il fascino del
mistero se non dell'incredibile.
Ma solo da poco tempo la geometria ha creato un mondo all'incrocio tra la ragione e la fantasia,
realtà di per sé sufficiente e capace di infinite modificazioni, almeno tante quante ne
consentono le figure che la mente può costruire, i modi e le direzioni in cui si possono
muovere, la possibilità di moltiplicazione e di divisione, di aggiunte e di sottrazione che
possiedono le forme per sé stesse ma anche le loro cromie e le variazioni interne ed esterne.
La radice di tutta l'arte geometrica, dalla semplice astrazione fino alla più ardita
manipolazione optical, sta appunto nella definizione di un mondo non oggettuale capace di
modificazioni infinite in rapporto alla semplice variazione di uno o più elementi secondo una
rigorosa sequenzialità logica.
Nella definizione di Vincenzo M. De Bernardo, il rigore logico della struttura geometrica lotta
continuamente con il desiderio della trasgressione che porta la realtà delle geometrie al limite
della rottura, ogni volta stravolgendo le forme senza mai abbandonare il ritmo, talvolta con
l'aggiunta progressiva - in sequenza aritmetica - dello stesso elemento; tal altra con la
disgregazione delle strutture composite in quelle primarie, fino all'estremo della leggibilitÃ
della figura geometrica; e qualche volta, anche, con la successione delle cromie degradanti.
Nasce così un mondo reale ma non concreto, fatto di labirinti e di paesaggi mentali, di giochi
al limite dell'assurdo e di strutture razionali.
Su tutto, la manualità come piacere sensuale del fare che si colloca in binomio con la tirannica
presenza "a monte" della creatività per un'improponibile fuga dalla realtà del quotidiano ed un
più improbabile approdo nel mondo, al crocevia tra la fantasia e la ragione.
Enzo di Grazia
Inaugurazione sabato 27 ottobre alle ore 18,30.
Orario di apertura:
dal martedì al sabato h 16-19.30
associazione culturale La Roggia
v.le Trieste, 19 P.B. 167 - 33170 Pordenone
tel. e fax 0434552174