ISA - Istituto Superiore Antincendi
Roma
via del Commercio, 13
06 5125019

Mai piu'
dal 24/10/2007 al 6/11/2007
lun-dom 10-18

Segnalato da

Florindo Ruta




 
calendario eventi  :: 




24/10/2007

Mai piu'

ISA - Istituto Superiore Antincendi, Roma

Hiroshima e Nagasaki 6 agosto 1945 - 9 agosto 1945. L'iniziativa si articola in una mostra fotografica e in un simposio con proiezione del filmato "La Preghiera di una madre".


comunicato stampa

Hiroshima e Nagasaki 6 agosto 1945 - 9 agosto 1945. Mostra fotografica e simposio.

A qualche giorno dalla fine della Guerra del Pacifico (1941-1945), per la prima volta nella storia dell’umanità, il 6 e il 9 agosto del 1945, l’Aviazione militare americana colpì le due città giapponesi con due diversi tipi di bombe atomiche (uranio a Hiroshima e plutonio a Nagasaki). Queste due città non furono mai bombardate prima di quei giorni maledetti, come successe invece alla maggior parte delle altre città giapponesi. Con solo una bomba, in un attimo, le due città furono distrutte quasi completamente a causa dei violenti raggi termici e per lo spostamento d’aria provocato dalle esplosioni. Perirono non soltanto moltissimi esseri umani, ma anche animali e la natura venne distrutta. Anche le persone accorse in aiuto delle vittime o alla ricerca dei loro familiari, sono rimaste uccise. Ancora oggi in Giappone, ed in altri paesi, le 250.000 persone di Hiroshima e Nagasaki che sono riuscite a sopravvivere, nonostante grandi fatiche sia fisiche che economiche, debbono affrontare moltissimi problemi conseguenti alle malattie e/o alle invalidità causate dalle bombe atomiche.

Gli ordigni atomici provocarono danni imputabili a:
1. Raggi termici: tutti gli oggetti infiammabili si incendiarono. Entro 2 km dal centro dell’esplosione qualsiasi superficie venne bruciata. L’effetto sulle persone fu tremendo: la pelle bruciata cadde sino a provocare l’esposizione diretta delle ossa. Vicino al centro dell’esplosione, per l’intenso calore, i corpi umani subirono un immediato processo di carbonizzazione con la contemporanea “vaporizzazione” dei liquidi contenuti negli organi interni.
2. Spostamento d’aria provocato dall’esplosione: entro qualche km dal centro dell’esplosione, le case furono completamente distrutte. Soltanto pochissimi palazzi costruiti in cemento armato rimasero in piedi. Lo spostamento d’aria fece volar via gli individui coinvolti, che furono anche investiti da frammenti di vetro e schegge di legno.
3. Radiazioni: gli effetti delle emissioni di neutroni e di raggi gamma hanno comportato la perdita delle difese immunitarie ed alterazioni genetiche. Entro 1 km dal centro dell’esplosione, la maggior parte delle persone colpite dalle radiazioni atomiche, apparentemente rimaste illese, morirono in seguito (leucemia, malformazioni genetiche, ecc). La forza distruttiva delle radiazioni si dimostrò quindi di una violenza inaudita: anche le persone non esposte direttamente alle radiazioni ne subirono le conseguenze nel tempo. Molti dei figli e dei nipoti dei soccorritori (soldati e parenti) che nacquero dopo le bombe, si ammalarono e morirono negli anni successivi.
4. L’Era delle armi nucleari
Il 6 agosto 1945 una bomba con l’anima di uranio cancellava la città giapponese di Hiroshima. Tre giorni dopo, il 9 agosto 1945, una bomba con l’anima di plutonio cancellava la città giapponese di Nagasaki. Il 13 agosto il Giappone offriva la resa senza condizioni. Vinta dal radar, la seconda guerra è terminata con due bombe atomiche. Decisamente, come nota Abraham Pais, la seconda guerra mondiale è stata la guerra dei fisici. Il 16 novembre dello stesso anno, la Reale Accademia delle Scienze di Svezia, conferiva il premio Nobel al tedesco Otto Hahn. L’uomo che appena sei anni prima aveva scoperto la fissione del nucleo atomico. Siamo all’alba dell’era delle armi nucleari che non è ancora giunta al tramonto.

Tuttora nel mondo vi sono migliaia di ordigni nucleari. Il processo di disarmo, iniziato negli anni Settanta con i Trattati di Non Proliferazione Nucleare, si è rallentato. D’altra parte, crescono i rischi, di una nuova proliferazione e di paradossali conflitti per evitare il riarmo atomico di “paesi canaglia”. Dopo Hiroshima e Nagasaki, in questi ultimi sessant’anni, nessuna arma nucleare è stata usata in guerra. Ciò è stato possibile anche grazie agli studi effettuati sulle vittime giapponesi che hanno fatto in modo da trasformare in un tabù l’idea di un conflitto atomico nella coscienza dei popoli e dei loro governanti.

Gli effetti dell’esposizione alla radioattività:
1. L’epidermide subisce gli effetti delle prime radiazioni sprigionate dall’esplosione (raggi gamma e neutroni) in modo uniforme.
2. Aria, acqua, cibo erano contaminati dai raggi alfa e beta: le vittime hanno quindi continuato ad assumere le radiazioni per lungo tempo, causando gravi danni agli organi interni. Stima delle conseguenze causate dall’esposizione alla radioattività della bomba atomica (a Nagasaki), derivante dall’analisi in percentuale delle manifestazioni di diversi sintomi.

Articolo 9 della Costituzione giapponese
1. Aspirando sinceramente ad una pace internazionale fondata sulla giustizia e sull’ordine, il popolo giapponese rinunzia per sempre alla guerra, quale diritto sovrano della nazione, ed alla minaccia o all’uso della forza, quale mezzo per risolvere le controversie internazionali.
2. Per conseguire l’obiettivo proclamato nel comma precedente, non saranno mantenute forze di terra, di mare e dell’aria, e nemmeno altri mezzi bellici. Il diritto di belligeranza dello Stato non sarà riconosciuto.

Simposio 26 Ottobre 2007 ore 9.00 -13.00
Proiezione del filmato “La Preghiera di una madre” (prodotto dal Peace Memorial Museum of Hiroshima)

Inaugurazione 25 ottobre ore 17

Isa. Istituto Superiore Antincendi
via del Commercio 13, Roma
Ingresso libero

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