Abito e Ambiente come Arte. Momento conclusivo di "DonnaArte", manifestazione itinerante nel Salento ideata dal critico d'arte Vitaldo Conte. In concomitanza si svolge un incontro su Mediterraneo/Salento: Abito e Tessitura come creativita' produttiva.
Abito e Ambiente come Arte
a cura di Vitaldo Conte
‘DonnaArte’, manifestazione itinerante nel Salento ideata dal critico d’arte Vitaldo Conte, vive, il 29 ottobre 2007 (ore 09/20), il suo momento conclusivo a Lecce con un’esposizione sull’Abito e Ambiente come Arte, insieme a una proiezione di video sull’argomento. Il luogo scelto per l’evento è la suggestiva e antica Torre del Parco (edificata nel 1419), nel cuore di Lecce.
In concomitanza si svolge un incontro su Mediterraneo / Salento: Abito e Tessitura come creatività produttiva, promosso da Serenella Molendini (Consigliera di Parità della Provincia di Lecce) con la partecipazione di autorità politiche, docenti universitari ed esperti del settore, oltre che dell’industria dell’abbigliamento. In questo contesto Conte presenta il catalogo e video della mostra ‘DonnaArte’.
L’iniziativa è patrocinata dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dalla Provincia di Lecce / Consigliera di Parità.
L’ESPOSIZIONE E LE AUTRICI. Le ultime “trame” dell’arte (grazie pure ai nuovi media) - nota il curatore, Vitaldo Conte - vedono il contributo imprevedibile e rilevante della donna che privilegia, anche come elemento di rottura, linguaggi diversi da quello pittorico. Nel lavoro di diverse autrici convivono, sintetizzandosi in linguaggi di assoluta attualità, poetiche dell’arte più avanzata e contaminazioni con le arti minori e le culture della propria terra: la tartara Gulia Lusikova “si disperde” nei ‘tappeti della memoria’ o in allusive corporeità di ceramica; la siciliana Filli Cusenza crea corpi di stoffa che vivono come coperta, tappeto o tovaglia.
Lo stesso ‘abito-corpo’, “modellato” talvolta su una figura di donna assente, si dilata in un ‘ambiente’, usando la memoria d’arte nei suoi risvolti sconfinati e sinestetici: le strutture corporee della catanese Gabriella Ferrera sono costruzioni metafisiche e visionarie che leggono le ambientazioni sociali; la salentina Rosa Maria Francavilla presenta le sue essenze “vestite” di natura che raccontano gli archetipi-tempi dell’esistenza di una donna. Un’artista storica, come la sarda Maria Lai, “tesse” la sua ancestrale grafia per dare corpo e narrazione alla stoffa di un libro, di una giacca o di un abito da sposa. La salernitana Tomaso Binga diviene “scrittura vivente” con il proprio corpo, concependo ambienti o abiti di testo.
L’attuale dispersione creativa favorisce ‘opere’ con linguaggi-confini volutamente sfuggenti, imprevedibili che perturbano l’esterno: le liriche costruzioni della salentina Tiziana Pertoso sono ambienti che si edificano anche come epidermidi o ‘abiti’ emozionali. Un’ambientazione dell’esistenza è una costruzione che “ritorna” per indurci alla riflessione sugli archetipi e sulla nostra origine: lo sono le -architetture di sabbia della sarda Lughia che emergono come presenze, come le sue ‘sedie-corpo’.
Coordinamento culturale: Rosa Maria Francavilla, Tiziana Pertoso
Torre del Parco
Viale Torre del Parco - Lecce