Le trame del Mito. L'artista, esponente della Nuova Astrazione Italiana, presenta lavori appartenenti all'ultima fase della sua ricerca, caratterizzata da un ulteriore approfondimento del rapporto segno/colore, orientata formalmente verso una personale pittura di "pattern".
Le trame del Mito
Ampia selezione di opere recenti di Bruno Gorgone, corredata dal catalogo monografico contenente il saggio di Vittorio Sgarbi dal titolo “Gorgone, la storia come pattern”, pubblicato per l’occasione. L’artista , esponente della Nuova Astrazione Italiana, presenta lavori appartenenti all’ultima fase della sua ricerca che, avviata agli inizi degli anni Ottanta con motivo dominante della propria poetica il Mito, riferito frequentemente alle simbologie del “Giardino”, è ora caratterizzata da un ulteriore approfondimento del rapporto segno/colore, orientata formalmente verso una personale pittura di “pattern”. L’allestimento comprende inoltre alcuni lavori storici di riferimento realizzati negli anni Ottanta e lavori in vetro di Murano eseguiti con la particolare tecnica dell’incisione a caldo su lamina d’oro.
La mostra è promossa dal Comune di Carcare-Assessorato alla Cultura, con il Patrocinio della Provincia di Savona, dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri-Sez.Sabazia e de Il Secolo XIX.
Vittorio Sgarbi scrive, tra l’altro, nel saggio critico di presentazione, nel quale viene particolarmente rilevato il contesto storico entro cui si colloca il lavoro di Gorgone: “Non è troppo complicato, per uno storico dell’arte, risalire a un coerente percorso genealogico che conduca all’arte di Bruno Gorgone, attestatasi negli ultimi tempi attorno a valori espressivi ben consolidati e, probabilmente, destinati a conoscere un periodo di duratura prosecuzione. Credo sia cosa utile, e non solo un’esercitazione filologica da addetti ai lavori, provare a riprendere le linee di massima di questo percorso, per capire più dal di dentro il contesto complessivo entro cui si è mosso e continua a muoversi Gorgone, e quindi poterlo valutare secondo una dimensione critica che risulti quanto più appropriata alla sua arte.(…)
Gorgone è architetto di formazione, il suo approccio all’arte è fortemente condizionato dalla progettualità, ovvero dalla possibilità di adottare e applicare un metodo compositivo che possa essere applicato a più riprese, modificando gli esiti formali conseguibili attraverso il ricorso a varianti. In ciò consiste, primariamente, l’arte di Gorgone, in questa sua dimensione non strettamente concettuale, ma legata comunque alla supremazia dell’idea, dell’elaborazione mentale, e in secondo luogo alla predisposizione del meccanismo pratico che permette di concretizzarla in un fatto artistico pienamente compiuto, rendendola dal punto di vista formale un universo autonomo e del tutto autosufficiente, senza nulla che possa alludere a qualcosa che si sembri intentato o non sviluppato.(…)
La messa in pratica è per Gorgone esperienza di fondamentale importanza, vitale e vitalistica, come se le sue forme e i suoi colori, accostati in “texture” infinite, fossero delle “concrétions naturelles”, parafrasando una nota espressione di Arp, diretta emanazione dello spirito della natura che deve passare necessariamente per la mente dell’artista, ma anche attraverso la sua mano, e le sensazioni che questo passaggio determina. L’atto pittorico è per Gorgone ancora emozione, contatto con la materia, intimo piacere creativo che si alimenta da sé stesso, mutevole come la mutevolezza delle varianti espressive sperimentate (…)”
Bruno Gorgone (Cuneo,1958). Presente nel panorama dell’arte contemporanea dai primi anni Ottanta. Dopo la laurea in Architettura conseguita all’Università di Genova, si trasferisce a Venezia dove approfondisce le sue esperienze attraversando varie forme di espressione creativa con particolare attenzione al vetro di Murano. Si interessa inoltre di design. Dal 1992 fa parte del Gruppo degli Architetti Artisti Venezia con cui partecipa a esposizioni internazionali. Allestisce numerose personali, realizza interventi effimeri legati soprattutto al tema del “Mito Giardino”, e installazioni nell’ambito dello studio del rapporto opera/ambiente. Espone in mostre internazionali in Italia e all’estero. Il critico francese Pierre Restany, teorico del “Nouveau Réalisme”, si interessa al suo lavoro e alle sue sperimentazioni nell’uso dei nuovi media, scrivendo, tral’altro, il testo “Gorgone. Il colore nel nuovo destino dell’immagine”, Parigi 2002.
Villa Barrili
via Barrili, 12 - Carcare (SV)
Ingresso libero