Selected works. Quella dell'artista norvegese e' una pittura di evidente impronta surreale, e perentoriamente figurale. Una dimensione immaginativa in cui sono convogliate esperienze autobiografiche, rimandi, citazioni, e fantasmi della memoria. A cura di Elisabeth Hartmann Krafft e Floriana Tondinelli.
Selected works
a cura di Elisabeth Hartmann Krafft e Floriana Tondinelli
testo di Carlo Fabrizio Carli
La Galleria Tondinelli presenta dal 7 novembre al 3 dicembre 2007 la mostra
personale di Haakon Gullvaag, il più celebre e significativo pittore norvegese, dal
titolo "Selected works" a cura di Elisabeth Hartmann Krafft e Floriana Tondinelli
con un testo di Carlo Fabrizio Carli.
«Nel suo Paese, Gullvaag, benché la sua pittura sia tutt'altro che rassicurante, con
esiti sorprendenti che possono, talvolta, apparire perfino irritanti a sensibilità
più immediate, costituisce una specie di artista ufficiale, cui sono stati affidati
i ritratti - genere, del resto, interpretato dal Nostro in forme assai personali -
dei sovrani e delle maggiori autorità politiche, oltreché dell'aristocrazia
finanziaria e culturale.
Cosa motiva l'interesse nei confronti dei quadri di Gullvaag? Innanzitutto la
qualità tecnica, notevolissima, della sua pittura, messa a punto e affinata durante
un trentennio di attività, che, da sola, vale a fissarne la statura magistrale.
Gullvaag è un artista perennemente insoddisfatto dei suoi quadri, affidati a
un'elaborazione lenta, che può durare, a volte, anche molti anni, durante i quali le
tele vengono ripetutamente riprese in mano, modificate, integrate. Non di rado, è
proprio l'occasione di una mostra che induce il pittore al distacco definitivo dalle
opere.
L'altro motivo di attrazione consiste in una dimensione immaginativa e in un
linguaggio assolutamente personali in cui l'artista convoglia esperienze
autobiografiche (della propria adolescenza, dell'educazione dei figli) nonché
rimandi e citazioni, magari imprevedibili, degli artisti più amati (Vermeer, Goya,
Manet, Pollock, Bacon) ma anche di propri quadri precedenti; fantasmi della memoria,
spunti offerti dall'esistenza quotidiana e perfino testimonianze, seppure filtrate e
a prima vista insospettabili, di forte impegno civile.
Gullvaag ragazzo fu, infatti, fortemente coinvolto dalla guerra del Vietnam, da lui
eretta ad emblema di una condizione di violenza cieca e crudele, pronta a colpire e
ad uccidere, che oggi travalica quella determinata vicenda storica, per adombrare la
non meno cieca e crudele violenza dei conflitti dei nostri giorni.
Quegli gnomi in mimetica ed elmetto, armati di mitra; quei coboldi rivestiti di
minuscole quanto impeccabili armature d'acciaio o di cappotti militari, che
gremiscono le poltrone di Gullvaag, costituiscono, di tale attitudine, una
testimonianza evidente e dichiarata.
Pittura, quella del maestro norvegese, di evidente impronta surreale (talvolta vi
scorgi echi, introiettati e tutti reinterpretati in toni personali, della pennellata
ondivaga di un Dalì; talaltra qualche elemento ti evoca alla memoria nientemeno un
Bosch, magari con quell'uovo crinato e sospeso in orizzontale a mezz'aria, in una
tela come Territorio), ma che si qualifica come perentoriamente figurale. Eppure
queste stesse tele esibiscono una forte componente che, per brevità, si potrà
definire informale, e che, più propriamente, rimanda all'Action Painting
statunitense: macchie, colature, pennellate di natura gestuale.
Ma soprattutto quello che colpisce sono, specie nei ritratti, quelle dissolvenze,
quelle perdite di focalizzazione e, al tempo stesso, quell'afflosciarsi di sostanza
vitale, ma altresì quel gettare la sonda nei segreti più riposti dell'esistenza, che
rinviano alla lezione capitale di un Francis Bacon. Di vago sapore baconiano riesce
anche il bestiario di Gullvaag: agnelli, cavalli, vitellini, spesso riassunti nel
solo teschio scarnificato, a sua volta pittoricamente affidato alla dissolvenza. La
predilezione per animali di tenera età testimonia, aldilà dell'aggressione di marca
surrealista al fisico sembiante, la persistenza nel pittore di un sentimento di
cosmica pietas.
Non solo pittori ispirano l'arte di Gullvaag (basti qui citare Parafrasi di Goya,
omaggio all'artista più amato), ma anche grandi scrittori, come Oscar Wilde e colui
che è un altro grande nume tutelare della cultura norvegese, il drammaturgo Henrik
Ibsen. Nel secondo caso, Gullvaag può trarre ispirazione dalla stessa effigie dello
scrittore, elaborata in una nutrita sequenza di varianti (ed è stato il tema di una
mostra ambientata nel Teatro Argentina di Roma), ovvero dar vita a una galleria
ovviamente immaginaria dei personaggi di uno dei suoi testi più famosi, liberi e
ariosi: il Peer Gynt [..]» (Carlo Fabrizio Carli).
La serie figurativa, una ricca parafrasi delle immagini conosciute di Ibsen è
divenuta un'opera d'arte nuova ed originale. Questi ritratti sono stati in mostra al
Teatro Argentina in Roma durante il mese di marzo 2006 e presso Palazzo Chigi in
Ariccia nel giugno 2006. Successivamente sono stati esposti presso la National
Library a Dublino.
E dal 7 al 30 novembre 2007 in occasione della rappresentazione del Peer Gynt al
Teatro dell'Opera di Roma sarà presentata al pubblico una mostra di opere grafiche
di Haakon Gullvaag sul Peer Gynt.
Haakon Gullvaag ha ricevuto il prestigioso incarico di eseguire i ritratti a figura
piena del Re Harald V di Norvegia e della Regina Sonja di Norvegia per il Municipio
di Oslo, il Palazzo Reale e l'Ambasciata di Norvegia a Londra.
Le sue opere sono presenti nelle seguenti collezioni:
The National Gallery, Oslo; National Museum of Art, Architecture and Design; Art
Council of Norway; H.M. Queen Sonja's Art Collection; Bergen Gallery of Art; Art
Museum of Northern Norway; Trondheim Art Museum; Rogaland Art Museum; Lillehammer
Art Museum; City of Oslo Art Collection; Art Museum of Southern Norway; Skien Art
Gallery; Ministry of Foreign Affairs.
Inaugurazione: mercoledì 7 novembre 2007 ore 18.30-20.30
Galleria Tondinelli
Indirizzo: Via Quattro Fontane, 128/a - Roma
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00
Ingresso libero