Galleria Falteri
Firenze
Via della Spada 38/r
055 217740 FAX 055 217740
WEB
Safet Zec
dal 7/11/2007 al 7/12/2007
martedi-sabato,10-13.30 e 16-19.30

Segnalato da

Sara Bertolozzi



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Safet Zec



 
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7/11/2007

Safet Zec

Galleria Falteri, Firenze

Opera Grafica - Parte II. La galleria presenta un nuovo ciclo di incisioni eseguite soprattutto ad acquatinta e ceramolle. In mostra nuovi lavori come "Case di pietra" e "Tavolo rosso".


comunicato stampa

Opera Grafica - Parte II

Da giovedì 8 novembre (ore 18.00) seconda parte della mostra di SAFET ZEC, presso la Galleria Falteri di Antonio Berni. L' artista bosniaco, per la prima volta a Firenze, sarà presente all'inaugurazione.
Dopo il largo consenso di pubblico registrato nella prima parte della mostra, la Galleria si accinge a presentare un nuovo ciclo di incisioni (perlopiù acquatinta e ceramolle): il “Tavolo rosso”, il tavolo di lavoro dell’artista con i suoi strumenti, le “Case di pietra”, facciate caratteristiche delle case dei Balcani ed i famosi “Abbracci e Preghiere”, nati dal dolore della guerra.

“Da una guerra si esce sempre allo stesso modo, con in mano un sacchetto con poche cose o senza niente. Io ho il diritto e il dovere di dipingere e incidere come dipingo e incido oggi. E’ la mia battaglia quotidiana. Contro le stupidaggini, la tv che vende, lo scherzo scacciapensieri in cui vogliono farci vivere. (…) Creare dopo Sarajevo? Non potevo continuare con paesaggi poetici, alberi meravigliosi. Oggi la mia arte è preghiera. Ha un’altra drammaticità, una gestualità diversa. Non raffiguro temi religiosi, la religiosità è nello sguardo concentrato su piccole cose semplici, un piatto, una pagnotta, un cestino, una mano, una finestra. Dietro la sofferenza cerco sempre la bellezza. Nel mio lavoro c’è l’eco dei maestri del passato, certo, Rembrandt è il mio padre artistico. Prima, prima della guerra, mi definivano “realista poetico”. Dopo, ogni gesto è preghiera”. Così parla Safet Zec, in un’intervista a L’Espresso del 15 settembre 2005.

SAFET ZEC, nato in Bosnia nel 1943, è arrivato in Italia con la famiglia nel 1992 in conseguenza della guerra dei Balcani; oggi vive e lavora a Venezia. Dalla fine della guerra torna spesso nel suo paese a Pocitelj vicino Mostar dove, dalle rovine del suo atelier di grafica, ha recentemente fondato una scuola di incisione per giovani artisti.

Artista di fama internazionale, oltre 100 mostre all’attivo, un suo autoritratto è stato esposto tra quello di Picasso e di Duchamp alla mostra Moi!, inaugurata al Museé du Luxembourg di Parigi, e poi agli Uffizi; lo scrittore e filosofo Jorge Semprun sta lavorando a un saggio sul suo lavoro; l’International League of Humanists gli ha conferito il premio umanistico Linus Pauling. Vincitore del Premio Siascia nel 2002, quest’anno è stato insignito del titolo di Chavallier de l’Ordre des Arts e des Lettres dalla Repubblica Francese.

Inaugurazione ore 18

Galleria Falteri
via della Spada 38r - Firenze
Orario: apertura dal martedì al sabato ore 10.00 – 13.30 e 16.00 – 19.30
Ingresso libero

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