(S)Mito. Personale di pittura. Ugo Foscolo che fa rima coi 7 nani. Stalin macellaio alla coop. L'artista gioca e provoca con marchi pubblicitari e personaggi storici. A cura di Stefano Bianchi.
(S)Mito
A cura di Stefano Bianchi
Mito. Parola grossa. Che odora di idealizzazione, venerazione, musealizzazione. Pensiamo a James Dean, o a Fidel Castro, o a Jim Morrison, o a Che Guevara. E ogni volta ci ritroviamo a rincorrere icone storicizzate che trasudano polvere. Nient'altro che sepolcri imbiancati. Ma c'è Andrea Francolino, per fortuna. Che ridimensiona il Mito in mito. Anzi: (s)mito. Togliendogli dalle tasche le palline di canfora, gli dà una bella scrollata, arieggia la stanza e lo butta nella contemporaneità. Di più: lo (tra)veste da protagonista del contemporaneo. Griffandogli addosso marchi, slogan, giochi di parole, doppisensi.
Avreste mai osato immaginare Ugo Foscolo che fa rima coi 7 nani? Stalin macellaio alla coop? James Dean testimonial delle Nike? Lucrezia Borgia avvelenatrice col Vernel? Alessandro Manzoni che tifa Inter e Salvador Dalì (in arte pallonara Dalì Kakà) che tifa Milan? Woody Aulin e Miao Tse Tung? Non solo se li è immaginati, Francolino. Li ha "fisiognomicizzati" fingendo di celebrarne oggi la nascita (o di esorcizzarne la morte) fra un marchio e uno slogan, uno scontrino di cassa e un carrello della spesa. E i suoi (s)miti - per poter essere (s)miti davvero: cioè pizzicati dall'ironia, dal veleno, dal sarcasmo fanno gioiosamente a meno dell'olio su tela affidandosi alla tecnica della scartavetratura: spazzole d¹acciaio, cartavetrata, stucco da carrozziere, catrame.
Anziché "mettere" (dipingere), Andrea Francolino "sottrae" per abrasioni. Perché (s)cartavetrando si (s)mitizza meglio. Paradossalmente, continuando a giocare coi marchi pubblicitari, potremmo azzardare che l¹artista non spruzza Svitol ma Smitol. Fino all'ultima goccia. E poi (consciamente? inconsciamente?) la sua arte Pop sembra ispirarsi ad Andy Warhol. Ma se il mito di Pittsburgh macinava miti "popular" (Marilyn Monroe, Mao, Liz Taylor, Jacqueline Kennedy) e miti dell'advertising (il barattolo di Campbell's Soup, la bottiglia di Coca Cola, lo scatolone di pagliette abrasive Brillo) evitando che entrassero in collisione, Francolino (s)cartavetra gli uni e gli altri fondendoli assieme in una sorta di Mix Pop. (S)mitizzandoli in un vertiginoso happening di immagini e parole che sintetizzano un solo slogan. (S)mito. Provare per credere. E la Mitologia Classica, (s)cartavetrata, non fa che tradursi (o tradirsi?) in (S)mitologia contemporanea. Stefano Bianchi
Paparazzi
Via Macello, 21 - Crema
Orario: venerdì dalle 21 - sabato dalle 22 domenica dalle 20
Ingresso libero