Personale di pittura e scultura. In mostra alcune riflessioni e osservazioni sulla natura, in prevalenza tradotte con colori ad olio e acrilici su tela e per le sculture con creta, gasbeton e gesso.
Lettura di paesaggi e figura tra dipinti e sculture
Temporaneamente discosta dall’onirico e dal simbolico, a me tanto cari, mi sono voluta immergere in una avventura pittorica e scultorea, nella quale rappresentare le espressioni diversificate del paesaggio e della figura umana.
Alcune mie riflessioni e osservazioni sulla natura, in prevalenza tradotte con colori ad olio e acrilici su tela,, transitano nei più diversi umori atmosferici di cieli, di terre e di acque.
Così presento: il dinamico fluire e frizzante “Rimbalzo delle acque del fiume” sino a giungere a calme e distese di altri liquidi umori riflettenti la “Scacchiera di cielo riflessa nell’acqua”; l’estensione degli intensi blu del cielo montano ne “I fiori gialli”, che possono nascondere inquietudini di lontani picchi impervi e che contrastano, per colore, nella dolcezza dei pendii, con i “Ciuffi rosso-arancio d’autunno”, che poggiano su percorribili salite montane.
Racconto poi del fascino di un “Pergolato di vite”, che lascia aperto il suo arco greve di grappoli e foglie per perdersi nei lontani delle vigne, che si stendono nel silente orizzonte. Di contrappunto alla visione dei vitigni, il movimento circolare della “Danza di una fanciulla con cesto di frutti”, che, rapida, morbidamente volteggia tra le ampie colline di altre vigne, vestite e bagnate dalla nebbia autunnale.
C’è poi il misurato e cadenzato andare delle “Ninfee” semiaddormentate sul pelo di acque stagnanti, mosse appena dall’aria. Macchie di sole illuminano in forme diversificate e mobili nella realtà il terreno umido della fitta “Pineta” o compongono violacei riverberi, che si dilatano tra argentee “Betulle”, che si distendono nella profondità di un sentiero.
Nel “Lago verde” prevalgono, all’imbrunire, gli effetti della vegetazione, che si tuffa nelle acque mosse dai bianchi e dai turchesi.
Itinerari iniziatici per lo studio di luci e colori ove trionfano gli elementi del paesaggio tra reale ed immaginario, tratti forse, ma non solo, dal ricordo e dal sogno di isole felici.
Emozioni diverse, ma altrettanto intense, hanno ispirato la produzione delle sculture. I materiali utilizzati sono creta, gasbeton e gesso. Il racconto immagina “La pensosa nel bosco”, che siede in posizione centrale, quasi protetta da tre forme arboree, astratte nel colore e nella forma; continua con un tuffo nel classico racconto “Il dolore del Laocoonte”, intenso e drammatico nel segno consapevole della perdita dei suoi figli.
Di concezione astratta è il “Movimento a due facce” con tagli e fori asimmetrici, che al fruitore propongono l’enigma della lettura: casa, pesce o farfalla? Nell’”Angelo che attende” si rivisita l’evento del Natale, figura seduta in posizione di riposo, ma pronta a librarsi in volo per glorificare l’evento della Nascita. Nel “Groviglio”, inestricabile, pallido e gessato, inaspettatamente fiorisce una rosa, simbolo, ancora una volta, della vitalità della natura, che supera l’immobile staticità.
Il doppio dell’ “Angolosità e curvilineità” è ricerca di forme ora taglienti ora morbide, che si riscontrano nel mondo vegetale.
Così, l’inquietudine interiore si acqueta nell’osservare, si distende nel rappresentare ed è estasiata nell’ammirare la forza ora prorompente ora sopita della natura e della figura umana intrinsecamente legate dal filo della vita. Maria Lilla Liliana Cimini
Inaugurazione 13 novembre alle 18
Piemonte Artistico e Culturale
Via Roma 264 Torino, piazzetta CLN
Ingresso libero