Dream of Transformation. Retrospettiva. Tra le opere esposte spiccano diverse sculture e tele inedite, oltre a un'installazione in gomma e pigmenti composta da 30 elementi. Durante l'inaugurazione si svolge una performance di body painting.
Dream of Transformation
Durante l’inaugurazione si svolgerà una performance di body painting di Rabarama e Guido Daniele: due uomini e una donna verranno dipinti come le sculture di Rabarama e si muoveranno all’interno della galleria interagendo con le altre opere e con il pubblico
Prosegue il successo di Rabarama. A dimostrarlo è la mostra antologica Rabarama. Dream of Transformation che inaugura il 15 novembre alla Galleria Vecchiato di Padova: tra le opere esposte spiccano diverse sculture e tele inedite, oltre a un'installazione in gomma e pigmenti composta da 30 elementi.
I motivi floreali orientali, le spirali che invadono la superficie del corpo umano, la forma che muta in felino: sono questi caratteri essenziali delle recenti tematiche affrontate da Rabarama.
Le opere esposte rappresentano gli esseri umani perlopiù in posizioni raccolte e sono caratterizzati da una superficie colorata, tatuata, che esprime un vincolo, una sorta di prigione all'espressione della propria anima. Enrico Gusella commenta: ''stesi o sdraiati, rinchiusi in se stessi, aggrovigliati, e poi ancora riavvolti, i corpi dell’artista diventano la zona di confine dell’identità, di ibridazione fra l’io e l’altro, fra il reale e il virtuale''.
In base ai segni che compaiono sulla superficie, esiste una molteplicità di interpretazioni.
Le sculture inedite più recenti, datate 2007 e denominate Ching, rappresentano figure umane la cui superficie è ricoperta da linee spezzate, diverse le une dalle altre, ovvero gli esagrammi. Ogni opera assume un significato diverso, legato agli elementi che stanno alla base delle origini della vita: si tratta in questo caso di una rappresentazione degli elementi da un punto di vista poetico, alla continua ricerca dell'energia originaria. I viaggi in Oriente di Rabarama sono stati fondamentali per lo sviluppo di un'arte così intimistica.
Le sculture dalla superficie floreale, opere che risentono palesemente dell'influsso orientale, nascono dalla metafora del corpo come puro contenitore: l'energia insita nell'essere umano, e per Rabarama imprigionata nella forma materiale del nostro corpo, è caratteristica imprescindibile di ognuno di noi. In questo contesto si delinea anche la consapevolezza della nostra posizione rispetto all'universo: l'essere umano è come parte di un tutto ed è in relazione con il resto grazie a scambi continui. Queste interazioni vengono rappresentate da spirali che ricoprono l'intera superficie umana.
Nel corso degli anni la ricerca di Rabarama si è arricchita di modi e significati nuovi: il gruppo dei feti, sculture in gomma ciascuna con pigmenti diversi all'interno e accatastate le une sulle altre, forma una sorgente vitale. Sia da questo lavoro sia dal motivo delle stelle impresse sulla superficie delle figure umane si avverte una nuova spinta verso l'alto, verso una dimensione astrale.
Dalle sculture dell'ultimo ciclo dei leopardi affiora la volontà di dare una ''zampata'' a tutto ciò che abbiamo imparato, di fare ''tabula rasa'' per ritornare a uno stato primordiale in cui l'uomo si confonde con l'animale. La figura umana si trasforma così in felino, l'animale che più di ogni altro, con abilità e agilità, si adatta alle molteplici situazioni della vita con uno spiccato spirito di sopravvivenza. Anche in questo caso la superficie è dipinta, ma si tratta di macchie libere, non soggette alle restrizioni della conoscenza.
''Quella di Rabarama'' - prosegue Gusella - ''è un’indagine che trova fondamento nella riflessione acuta e profonda sulla natura esistenziale dell’individuo, la sua origine e presenza sulla terra, la necessità a cercare risposte anche rispetto alla propria storia, alla possibilità di determinare propri percorsi e proprie vicende''.
Nel testo in catalogo di Luciano Caprile si legge: ''sostanza e apparenza, concretezza e pensiero costituiscono dunque un connubio vincente, provocatorio e ambiguamente deduttivo architettato da chi intende coinvolgere le persone in un arduo esame di coscienza. Ognuno può scegliere lo specchio di personale competenza tra quelli proposti dalla bravura anche tecnica di Rabarama, artefice e vestale di una cerimonia senza luogo e senza tempo''.
Accompagna la mostra un esauriente catalogo, edito da Vecchiato New Art Galleries, con una presentazione di Enrico Gusella e testi critici di Virginia Baradel, Luca Massimo Barbero e Luciano Caprile.
Cenni biografici
Paola Epifani (in arte Rabarama) nasce a Roma nel 1969. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia al corso di scultura nel 1991. Attualmente vive e lavora a Padova.
Rabarama ha ricevuto numerosi riconoscimenti sia in Italia che all'estero e ha partecipato a importanti manifestazioni internazionali, tra cui l’evento in collaborazione con Franck Muller a Ginevra (2007); la personale alla Fundaciòn Sebastian di Città del Messico (2005); la mostra al Museo d’Arte di He Xiangning a Shenzhen, nel museo d’Arte Contemporanea Millennium di Pechino e nel museo d’Arte Contemporanea di Shanghai (2004); il premio per la giovane ricerca artistica- Beijing International, alla Biennale di Pechino (2003); la personale alla Fondazione Palazzo Bricherasio di Torino (2001). Sue opere sono conservate in collezioni e musei italiani ed esteri.
Inaugurazione ore 18
Vecchiato New Art Gallery
Via Alberto da Padova, 2 - Padova
Ingresso libero