L'artista passa agevolmente dalla pittura alla scultura, dal disegno alla fotografia. Per la serie di tele "Portraits" si e' ispirato ai ritratti realizzati dagli artisti rinascimentali nord europei e specialmente a Durer. Nelle sue sculture risuonano invece atmosfere della musica e della cultura degli anni ottanta.
Artista eclettico, Steven Gontarski passa agevolmente dalla pittura alla scultura, dal disegno alla fotografia. Di Gontarski affascina la reinterpretazione contemporanea di motivi sacrali neogotici.
Gli oli su tavola appartengono al nuovo corpus di opere dell’artista. Gontarski si è ispirato ai ritratti realizzati dagli artisti rinascimentali nord europei e specialmente a Dürer, una vicinanza particolarmente evidente nei fondi scuri, nel taglio dato ai ritratti e nelle forme lievemente allungate nelle quali domina il segno grafico. Il risultato formale è quello di immagini di una gioventù permanente e fuori dal tempo, capaci di sopravvivere - come nei ritratti antichi - ai propri committenti. Soggetti contemporanei dalle forme algide da cui traspare un alone di mistero cristallizzato dalle velature. Come per gli antichi maestri, il disegno è per Gontarski uno strumento fondamentale di studio dei soggetti, raggiungendo talvolta però picchi di perfezioni tali da renderli, come spesso accade, opere in sé compiute e anzi lasciando trasparire gli echi del primo genio.
Nelle sue sculture risuonano atmosfere della musica e della cultura degli anni ottanta, tracce e simboli di una particolare atmosfera riplasmati in creature immaginarie che sembrano attingere alla personale mitologia dell’artista, come nelle serie dei busti e dei profeti.
Delta II e Gamma III sono due erme caratterizzate da una superficie pulitissima e quasi bloccata, che pur richiamando nella postura e nelle caratteristiche la statuaria classica, sono rivisitate con un materiale moderno - la vetroresina - che conferisce alle opere un aspetto quasi avveniristico. L’artista sfrutta la duttilità del materiale creando il volume attraverso volute che sembrano avvolgersi intorno ad una quarta dimensione. Anche in Red Obelisk, pur conservando la struttura canonica dell’obelisco, Gontarski reinterpreta il monumento in rosso vivo con l’intromissione di una tag alla base e di una luce nel vertice della piramide risemantizzando così in chiave contemporanea la funzione di quest’antica opera commemorativa.
Gontarski crea un monumento alla storia dell’arte e alla cultura contemporanea, realizzando un lavoro che cortocircuita arte, sessualità, cultura popolare, mito e religione.
Steven Gontarski è nato nel 1972 a Philadelphia (USA). Dopo un lungo periodo londinese, attualmente vive e lavora a Los Angeles. Ha esposto, tra l’altro: alla Gimpel Fils di Londra (2007); Art First, Cappella Palazzo Re Enzo, Bologna (2007), alla Pkm Gallery, Seoul (2006); al Groninger Museum, Groningen-Olanda (2005); alla White Cube, Londra, (2004-2000); alla Kukje Gallery, Seoul (2004); alla TalEsther Gallery, Tel Aviv (2004); alla Karyn Lovegrove Gallery, Los Angeles (2003); a Le Consortium, Dgione (2003); alla Barbican Art Gallery, Londra (2002); alla Tokyo City Opera Gallery, Tokyo (2002); alla Matthew Marks Gallery, New York (2001); alla Saatchi Gallery, Londra (1999).
Sue opere sono presenti nelle collezioni di: British Museum, Saatchi Collection, British Arts
Council, Norton Family Collection, Denver Art Museum.
Inaugurazione 16 novembre 2007
Changing Role
Vicolo Del Bollo, 13 - Roma
Orario: dal martedì al sabato dalle 15 alle 19.30
Ingresso libero