La mostra di Lucy e Jorge Orta presenta il lavoro dell'ultimo anno attraverso tre progetti che fanno riferimento a diverse emergenze: Orta Water, sull'imminente crisi idrica; Fallujah, sulle atrocita' della guerra in Iraq; Antarctica, sul concetto di migrazione. Il progetto video Summertime di Marcella Vanzo fornisce una visione sulle trasformazioni culturali, etniche e sociali attualmente in atto nell'area del Mediterraneo. Inviato alla Biennale di Istambul Yan Lei si e' presentato con un gruppo rock punk cinese offrendo al pubblico un animato concerto di piazza; Dogzstar project ne restituisce in forma pittorica alcuni momenti.
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Nella sede italiana di GALLERIA CONTINUA si inaugurano sabato 24 novembre 3 nuove mostre personali:
LUCY + JORGE ORTA
Antarctic Village No Borders
MARCELLA VANZO
Summertime
YAN LEI
Dogzstar project
Sabato 24 novembre 2007 Piazza Duomo 14, 17:00
Presentazione del video Yan Lei & Brain Failure al Teatro dei Leggieri, partecipa Pier Luigi Tazzi.
LUCY + JORGE ORTA
Antarctic Village – No Borders
Galleria Continua inaugura Antarctic Village – No Borders la prima mostra personale di Lucy + Jorge Orta.
Il lavoro degli artisti, sempre in dialogo tra etica ed estetica, si interroga sulle emergenze del pianeta: la comunità e il tessuto sociale, l’edilizia e l’habitat, il nomadismo e la mobilità, lo sviluppo sostenibile, l’ecologia e il riciclaggio. Artisti, gli Orta, che si distinguono nella loro attività anche come abili mediatori, interventisti, provocatori, attivisti, persuasori, interlocutori, professori, ambientalisti e molto altro ancora.
La personale alla Galleria Continua racchiude il lavoro realizzato nell’ultimo anno attraverso la presentazione di tre progetti diversi che fanno riferimento a tre diverse emergenze: Orta Water, sull’imminente crisi idrica; Fallujah, sulle atrocità della guerra in Iraq; Antarctica, sul concetto di migrazione, territorio e frontiere.
Quest’ultimo progetto si svilupperà nell’ampio spazio della platea. Un vero e proprio villaggio costituito da architetture a forma di cupola e paracaduti con centinaia di bandiere di nazioni diverse e riproduzioni serigrafiche di un nuovo emendamento alla Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo 13, 3 del 1948. Un ambizioso lavoro, il risultato in progress di un grande progetto che vede i due artisti impegnati dall’inizio degli anni ’90 e che ha portato all’installazione di un villaggio metaforico e temporaneo nell’Antartico.
Tra febbraio e aprile 2007 gli Orta sono partiti per una spedizione nella base scientifica argentina di Marambio, nella Penisola Antartica, per installare le loro opere e realizzare un video.
L’ Antartico, oltre ad essere un simbolo di libertà diventa spunto per una riflessione sugli orrori di milioni di uomini e donne cacciati dalle loro terre natie a causa della guerra, delle persecuzioni politiche e delle terribili condizioni economiche. Antartica diviene così il luogo delle speranze dove ricostruire un nuovo mondo senza frontiere. Il progetto, commissionato dalla Biennale The End of the World, si è infatti posto come obbiettivo primario quello della creazione di una sorta di zona franca per le popolazioni di etnie diverse. Lucy e Jorge Orta vogliono in questo modo attirare l’attenzione della comunità internazionale sull’urgenza di emendare l’articolo 13 della Dichiarazione affinché la libertà di movimento sia riconosciuta come un diritto universale dell’uomo.
Il percorso immaginario attraverso le urgenze planetarie per il risveglio delle nostre coscienze prosegue con una serie di nuove installazioni della serie OrtaWater.
Il pianeta è assetato, l’acqua è un bene primario dal quale diritto nessuno può essere escluso, eppure sul nostro pianeta più di un miliardo di persone subisce passivamente la mancanza di accesso all’acqua potabile.
Le condizioni effettive della mancanza d’acqua sono da ritrovarsi nell’attività negativa che l’uomo negli ultimi anni ha inferto all’ecosistema e nello spreco e la mal distribuzione di tale bene.
Come il precedente progetto, anche questo fa parte di un lavoro di ricerca e di sensibilizzazione sul tema delle risorse primarie che gli Orta sviluppano da diversi anni e che gli ha visti impegnati in importanti presentazioni internazionali: dalla Biennale di Venezia, alla Fondazione Bevilacqua La Masa nel 2005, al Boijmans Van Beuningen Museum di Rotterdam, alla Galleria Continua di Pechino nel 2006 fino a questa settima presentazione nella sede italiana della galleria.
Conclude il percorso espositivo un progetto installativo dal titolo Fallujah, nato dalla collaborazione tra i due artisti e lo scrittore Jonathon Holmes e presentato a maggio del 2007 all’Institute of Contemporary Art offsite di Londra. Le opere presenti in galleria sono gli studi per l’installazione di grandi dimensioni che è servita da scenario al testo teatrale. La ricerca degli artisti è basata sulle approfondite interviste ai testimoni delle atrocità di Fallujah, civili, politici, clerici, soldati americani e diplomatici dell’Iraq. Uno scambio intellettuale che ha fornito agli Orta uno spunto di riflessione sulle conseguenze economiche, politiche e sociali che la guerra in Iraq ha comportato.
Gli artisti anglo-argentini Lucy + Jorge Orta hanno fondato il loro studio nel 1991 con base a Parigi e a Dairy a Marne La Vallé. Per la ricerca e sviluppo dei loro progetti si avvalgono di un gruppo di collaboratori. Le tecniche usate sono varie: scultura, sartoria, pittura, stampe, proiezioni di luci. I temi trattati dallo studio Orta sono di grande attualità e importanza, quali la comunità e il tessuto sociale, l’edilizia e l’habitat, il nomadismo e la mobilità, lo sviluppo sostenibile, l’ecologia e il riciclaggio.
Nata in Gran Bretagna (1966), Lucy Orta ha ricevuto numerosi premi tra cui l’Andy Warhol Foundation grant e il premio UNEP della scultura per l’ambiente; il più recente riconoscimento accademico conferitole è stato nel 2002 il Rootstein Hopkins Chair of Fashion presso il London College of Fashion, Università delle Arti di Londra.
Jorge Orta, nato in Argentina (1953), è famoso per i suoi spettacolari ‘Light-works’ (giochi di luce), ambiziose proiezioni effimere di segni, immagini realizzate su siti che fanno parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, come nel caso del Vulcano Aso in Giappone oppure dei villaggi trogloditi della Cappadocia in Turchia. Jorge Orta ha rappresentato l’Argentina alla Biennale di Venezia del 1995.
Tra le mostre personali più importanti: Antarctic-No Borders, 1st End of the World Biennial, Ushuaia City, Argentina (2007); Antarctic Village-No Borders, Antartico, Polo Sud (2007); Fallujah, Institute of Contemporary Art offsite at the Old Truman Brewery, Londra, Gran Bretagna (2007); Galleria Continua, Beijing, Cina (2006); 9th Havana Biennale Cuba (2006); OrtaWater, 51° Biennale di Venezia, Fondazione Bevilacqua La Masa (2005); Boijmans Van Beuningen Museum, Rotterdam, Olanda (2005); Barbican Art Gallery, Londra, Gran Bretagna (2005); Gwangju Biennale, Korea del Sud (2004); Ludwig Fourm Aachen, Germania (2004); 70 x 7 The Meal Act XX, UNESCO Headquarters, Parigi, Francia; Centre Pompidou, Parigi, Francia Victoria e Albert Museum, Londra, Gran Bretagna (2003); Lothringer 13, Monaco, Germania (2003); Biennale de Valencia, Spagna (2003); G8 Environment Summit, Trieste (2001); 2nd Johanesburg Biennale, sud Africa (1997); Biennale Venezia (1995).
Inaugurazione sabato 24 novembre 2007 via del Castello 11, 18.00
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MARCELLA VANZO
Summertime
Galleria Continua è lieta di ospitare nello spazio espositivo di Via Arco dei Becci la mostra personale di Marcella Vanzo.
L’artista milanese, considerata tra le più promettenti giovani videomaker del panorama italiano, ha già al suo attivo importanti mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero.
SUMMERTIME è il titolo del nuovo lavoro video che verrà presentato in anteprima da Galleria Continua. Il progetto, realizzato tra Lampedusa e Zacinto, ci fornisce una visione sulle trasformazioni culturali, etniche e sociali attualmente in atto nell’area geografica del Mediterraneo. Utilizzando le motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa l’artista riprende lo sbarco a terra dei clandestini, le ultime drammatiche battute di un viaggio estremo alla ricerca di una forma alternativa di sopravvivenza. Dalle calette greche di Zacinto riprende, invece, l’arrivo quotidiano di centinai di turisti, una sorta di vera e propria invasione di folle informi e colorate che si riversano sulle spiagge fino a farle scomparire sotto un cumulo di corpi.
Sono i dettagli di corpi bianchi e neri, grassi e magri, coperti e scoperti, fatti di dicotomie irriducibili, ossimori e stereotipi eclatanti, i protagonisti -sempre in movimento- di questo video, insieme a barche, pescherecci, pedalò e navi militari.
Così l’artista ci racconta la sua opera: “a metà tra cinema e MTV, scorci di navi, sole, mare; immagini rombanti di motore e di musica mentre appaiono i protagonisti di questi spostamenti paralleli: masse variopinte in bikini all’inseguimento della vacanza esclusiva nel Mediterraneo; gruppi scuri, composti e silenziosi che il Mediterraneo lo attraversano per sopravvivere. Janis Joplin lacera Summertime, mentre la musica dance estiva propone un’utopia e rincorre le immagini senza sincronizzarsi con la realtà frastagliata degli eventi.
… Relitti di barche aprono e chiudono il video: elevati a monumento nella più bella baia di Zacinto, sequestrati e ammassati in un luogo segreto a Lampedusa.
S’incrociano sguardi, incalzati dalla musica, di occhi che non si incontreranno mai.
L’estate impazza e tutti, prima o poi, sorridono. Resta da stabilire quale fosse il sogno che, in partenza, si credeva di sognare…”
Marcella Vanzo nasce a Milano nel 1973, città dove vive e lavora.
Tra le principali esposizioni: TinaB, Performance festival, a cura di M.Giovannotti, Praga (2007); Evolution de l'art, a cura di C.Pietroiusti & Crazy Curators, SPACE, Bratislava (2007); Limbo, Studio Guenzani, Milano, 2006; videoREPORT Italia 2004_05, a cura di A.Bruciati, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2006); Aperto per lavori in corso, a cura di L.Matino e F.Pasini, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2005); Senza confine, Galleria Continua, S. Gimignano, (2005); Italian videos, a cura di M.Farronato, Trafo, Budapest, Hungary (2005); Ama, installazione site specific, Castello di Ama per l’Arte Contemporanea (2005); Assab One, a cura di R.Pinto, Ex GEA, Milano (2004); The Squared Circle, a cura di O.Ilesanmi, Walker Art Center, Minneapolis (2003); Exit, a cura di F.Bonami, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2002). Marcella Vanzo ha vinto, tra gli altri, il Premio New York, Art Residency at Columbia University, NYC (2005) e ACACIA – Premio Artisti Emergenti, acquisizione per il futuro Museo di Arte Contemporanea di Milano (2004).
Inaugurazione sabato 24 novembre 2007 Via Arco dei Becci 1, 18.00
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YAN LEI
Dogzstar project
Sabato 24 novembre 2007 Piazza Duomo 14, 17.00
Presentazione del video Yan Lei & Brain Failure al Teatro dei Leggieri, partecipa Pier Luigi Tazzi
Galleria Continua è lieta di presentare Dogzstar project la prima personale italiana dell’artista cinese Yan Lei.
Proseguendo la serie dei lavori dal titolo Super Light iniziata nel 2000, Yan Lei realizza per questa mostra una serie di nuovi dipinti ad olio su tela che si propongono come continuazione ideale dell’esperienza dell’artista alla Biennale di Istanbul. Inviato a prendere parte alla 10° edizione della Biennale Yan Lei si presenta in qualità di manager di un gruppo rock punk cinese, i Brain Failure, ed offre al pubblico un animato concerto di piazza. Dogzstar project restituisce in forma pittorica alcuni momenti del concerto.
Protagonisti delle opere di Yan Lei sono tutti quei soggetti che appartengono al quotidiano dell’artista: le persone che incontra, gli oggetti che usa, i paesaggi che vede, le situazione nelle quali si imbatte ma anche le immagini che gli vengono dalla televisione e dai media. Tutto ciò che lo colpisce o lo preoccupa trova nuova interpretazione attraverso l’azione pittorica.
Cifra distintiva dell’opera dell’artista è sicuramente l’uso della fotografia. Nel passato, quando le sue opere si concentravano maggiormente sulle performance, le immagini servivano semplicemente come documentazione del lavoro che diversamente sarebbe scomparso.
A partire dal 1998 le immagini iniziano ad avere una rilevanza maggiore diventando un vero e proprio strumento del processo creativo.
Yan Lei interpreta, attraverso la pittura, una realtà, quale quella delle installazioni d’arte, precedentemente vissuta attraverso l’istantanea dell’occhio della macchina fotografica, costruendo una relazione distaccata, uno scambio oggettivo con il mondo. Ma mentre la foto è un ricordo veloce dell’arte e della realtà il tempo necessario per riprodurre quella immagine su tela è assai più lungo. L’aspetto meccanico che si evince dall’opera compiuta è il risultato, una volta scattata la fotografia, dell’uso di un software che della fotografia evidenzia e differenzia le linee isometriche dell’immagine distinguendole in zone di colore, tale che, ad opera compiuta, la tela risulta come una mappa fisica della pittura originale.
Yan Lei destruttura le immagini, le schiaccia, le mortifica, le smonta ricostruendo una nuova realtà ed espandendone le potenzialità. Attraverso il colore, che segue scrupolosamente le linee isometriche, riesce a dare tridimensionalità e realtà all’immagine. Benché formalmente il lavoro di Yan Lei si percepisca come lavoro di pittura in realtà è il risultato di un processo elaborato che ha portato ad una reinterpretazione della realtà artistica e fisica del soggetto.
Yan Lei nasce nel 1965 nella provincia di Hebei nella attuale Repubblica Popolare Cinese. Vive e lavora tra Pechino e Hong Kong.
Il suo approccio all’arte è fortemente concettuale e si avvale dell’utilizzo di media diversi. Le sue performance e le opere video sono spesso attacchi incisivi al così detto ordine costituito. Nel 2000 inizia la serie dei nuovi lavori Super light, dalle prime opere si intuisce che si tratta di una serie senza fine. Immagini diverse legate le une alle altre, la cui sequenza si concatena dalla cromia che si ripete al passaggio tra un quadro e l’altro. Immagini diverse che si combinano in nuove realtà e inediti accostamenti: l’interno sacrale del Pantheon, una donna ammiccante che sembra uscita dalle pagine pubblicitarie di una rivista glamour, il profilo di una spada e ancora l’immagine del Buddha tra cerchi concentrici.
Nella serie di acrilici “Are You Among The Invited To The German Exhibition?” Yan Lei denuncia il sistema dell’arte contemporanea in Cina. La sua arte si interroga continuamente su cosa sia l’arte e cosa l’artista.
Tra le mostre più importanti ricordiamo: 2007 10° Biennale di Istanbul, Turchia; Documenta 12, Kassel, Germania; 2006 Art 37 Basel, Svizzera; “MOCA Envisage” MOCA, Shanghai, Cina; 2003 50° Biennale di Venezia, Italia; “Alors, la Chine”, Centre Pompidou, Parigi, Francia; 2002 “Cidades”, 25th São Paulo Biennale, Brasile; “Pause”, The Fourth Gwangju Biennale, Korea.
Immagine: Yan Lei, Dogzstar project
Inaugurazione sabato 24 novembre 2007 Via del Castello 11, 18.00
Ufficio stampa Silvia Pichini press@galleriacontinua.com
Galleria Continua
Via del Castello 11, San Gimignano (SI), Italia
da martedì a sabato, 14.00-19.00
Ingresso gratuito
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LUCY + JORGE ORTA
Antarctic Village – No Borders
Galleria Continua announces the first solo exhibition by Lucy + Jorge Orta entitled Antarctic Village – No Borders.
The work of the artists, an ongoing dialogue between ethics and aesthetics, investigates various crucial themes facing the world today: community and the social fabric, dwelling and the habitat, nomadism and mobility, sustainable development, ecology and recycling. In their working practice the Ortas also distinguish themselves as skilled mediators, interventionists, provocateurs, activists, campaigners, persuaders, interlocutors, teachers, conservationists, and much more.
The exhibition at the Galleria Continua comprises a cross-section of the artists’ work over the last year, presenting three projects that relate to three distinct issues of great topical pertinence: Orta Water, which is about the impending water crisis; Fallujah, about the war atrocities in Iraq; and Antarctica, which explores the notion of migration, territory and borders.
Antarctica will occupy the large stalls area of the former cinema and consists of a village of dome architectures and drop-parachutes bearing hundreds of national flags and silkscreen reproductions of a new amendment to the 1948 Universal Declaration of Human Rights: 13:3, an ambitious work-in-progress that the artists have been engaged on since the beginning of the 90s and which involved the installation of a temporary metaphoric village in Antarctica.
During Febraury-April 2007 the Ortas set out on an expedition to the Argentine scientific base of Marambio on the Antarctic peninsula to install their works and create a video. Besides being a symbol of freedom, the Antarctic also provides inspiration for reflection upon the plight of millions of men and women who have been driven out of their homelands as a result of war, political persecution and dire economic conditions. In this context the Antarctic Village can be seen as a place of hope where a new world can be built without borders. The primary aim of the project, commissioned by The End of the World Biennial, is to reflect on a free zone for the populations of different ethnic groups and Lucy and Jorge Orta wish to draw the attention of the international community to the urgent need to ammend Article 13 of the Declaration so that freedom of movement is also recognized as a universal human right.
The imaginary survey designed to increase awareness of the urgent issues facing the world today continues with new works in the OrtaWater series. The planet is thirsty and water is a primary resource which should be a basic right for everyone, yet more than one billion people in the world suffer passively from a lack of access to a source of drinking water. The current situation is due to the negative consequences of human activities on the ecosystem, plus wastage and poor distribution of this precious resource. OrtaWater also forms part of a more long-term process of research and consciousness-raising designed to sensitize viewers to the theme of primary resources. The Ortas have been working on this for many years now, and have presented it at major international-level presentations such as the: Venice Biennale for the Fondazione Bevilacqua La Masa in 2005, the Boijmans Van Beuningen Museum in Rotterdam and the Galleria Continua in Beijing in 2006. It is now being presented for the seventh time.
The final project in the exhibition is Fallujah, which came about as a result of the artists’ collaboration with the writer Jonathon Holmes and was presented in May 2007 at the Institute of Contemporary Arts offsite in London. The works presented here in the gallery are the studies for the large-scale installation which served as a backdrop for the play. The artists research is based on extensive interviews with witnesses – civilians, politicians, clerics, American soldiers and Iraqi diplomats – to the atrocities that took place in Fallujah. This intellectual collaboration prompted the Ortas to focus on the economic, political and social consequences of the Iraq war.
Anglo-Argentine artists Lucy + Jorge Orta founded their studio in 1991. Based in Paris and at The Dairy in Marne La Vallé. They manage a team of collaborators for the research and development of their projects. Various techniques are used: sculpture, couture, painting, printmaking, light projections. The themes tackled by Studio Orta are of great topicality and importance, such as the notion of community and the social fabric, building and the habitat, nomadism and mobility, sustainable development, ecology and recycling.
Born in Great Britain (1966), Lucy Orta has won numerous awards including the Andy Warhol Foundation grant and the UNEP sculpture prize for the environment. The most recent academic title conferred upon her was in 2002, when she was appointed to the Rootstein Hopkins Chair of Fashion at the London College of Fashion, University of the Arts, London.
Jorge Orta, who was born in Argentina (1953), is well known for his spectacular light-works, ambitious, ephemeral projections of signs and images produced on world heritage sites, for example the Aso Volcano in Japan or the troglodyte villages of Cappadocia in Turkey. Jorge Orta represented Argentina at the Venice Biennale in 1995.
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MARCELLA VANZO
Summertime
Galleria Continua is pleased to announce a solo exhibition by Marcella Vanzo in its exhibition space in Via Arco dei Becci. Regarded as one of the most promising young Italian video-makers, the Milanese artist has already exhibited in important solo and group shows in Italy and abroad.
Her new video work, which will be premiering at Galleria Continua, is entitled SUMMERTIME. Made in Lampedusa and Zákynthos, the project offers insight into the cultural, ethnic and social changes currently taking place in the Mediterranean area. From on board coastguard patrol boats operating from Lampedusa, the artist filmed the landing of illegal immigrants, the last dramatic phase of a long and desperate journey in search of an alternative way of surviving. In the bays and inlets of the Greek island of Zákynthos, on the other hand, she filmed the daily arrival of hundreds of tourists, a full-blown invasion of shapeless, colourful crowds flooding onto the beaches and covering them completely with a mass of bodies.
Besides the boats, fishing boats, pedalos and military vessels, the constantly moving protagonists of this video are details of bodies – white and black, fat and thin, clothed and unclothed – and all their irreducible dichotomies and glaring stereotypes.
Vanzo comments: “a cross between cinema and MTV, glimpses of ships, sun, sea; rumbling engines and music accompany images of the protagonists of these parallel movements: colourful, bikini-clad masses in search of an exclusive holiday in the Mediterranean, and dark, composed, silent groups crossing the Mediterranean in order to survive. Janis Joplin tears into ‘Summertime’, while summer dance music evokes a Utopia and follows the images without synchronizing with the jagged reality of events. […] The video opens and closes with shots of wrecked boats: elevated to the status of monuments in the most beautiful bay on Zákynthos, confiscated and heaped up on top of each other in a hidden corner of Lampedusa.
Pressed by the music, eyes meet, the eyes of people who will never encounter each other.
The summer runs wild and everyone, sooner or later, smiles. It remains to be established what dream each person originally thought they were dreaming…”
Marcella Vanzo was born in 1973 in Milan, where she lives and works.
Selected exhibitions: Tina B, Performance Festival, curated by M. Giovannotti, Prague (2007); Evolution de l’art, curated by C. Pietroiusti & Crazy Curators, SPACE, Bratislava (2007); Limbo, Studio Guenzani, Milan (2006); videoREPORT Italia 2004_05, curated by A. Bruciati, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, Monfalcone (2006); Aperto per lavori in corso, curated by L. Matino and F. Pasini, Padiglione d’Arte Contemporanea, Milan (2005); Senza confine, Galleria Continua, S. Gimignano (2005); Italian videos, curated by M. Farronato, Trafo, Budapest, Hungary (2005); Ama, site-specific installation, Castello di Ama per l’Arte Contemporanea (2005); Assab One, curated by R. Pinto, former GEA, Milan (2004); The Squared Circle, curated by O. Ilesanmi, Walker Art Center, Minneapolis (2003); Exit, curated by F. Bonami, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Turin (2002).
Marcella Vanzo has won a number of awards, including the New York Award, Art Residency at Columbia University, NYC (2005), and ACACIA – Emerging Artists Award, an acquisition for the future Museo di Arte Contemporanea di Milano (2004).
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YAN LEI
Dogzstar project
Saturday 24 November 2007, Piazza Duomo 14, 5pm
Yan Lei & Brain Failure video presentation at the Teatro dei Leggieri with the participation of
Pier Luigi Tazzi
Galleria Continua is pleased to announce a personal exhibition by the Chinese artist Yan Lei entitled Dogzstar project.
Yan Lei will do a series of canvases with oil colours that reproduce the visual reality of the artist’s experience at the Biennial of Istanbul. This is a continuation of the series of works entitled Super Light which he began in 2000.
At the 10th Biennial of Istanbul, Yan Lei acted as the manager of the Chinese punk rock group Brain Failure, presenting their music through a rock concert party.
His works are essentially transpositions into pictorial form of subjects closely connected to his everyday life, the people he meets, the objects he uses, the landscapes he sees, situations he finds himself in, images suggested to him by television and the media, all of which strike or concern him and pose the question of what people’s reactions will be to them.
Yan Lei draws on and employs images in all his works. In the past, when his output was more performance-based, images provided a record of work that would otherwise have disappeared. Then, from 1998 onwards, images began to have a greater importance, becoming a fundamental tool in his practice. Through painting, Yan Lei interprets a reality such as that of art installations, previously experienced through a camera lens and captured in a snapshot, constructing a detached, objective relationship with the world. But while the photo is a quick memory of the art and of reality, a much greater amount of time is required to reproduce that image on the canvas. The mechanical aspect that can be discerned in the finished work is the result of using, after having taken the photograph, a particular software programme that accentuates and differentiates the isometric lines of the photographic image, distinguishing them into zones of colour. The canvas thus ends up as a physical map of the original work.
Yan Lei destructures images, crushing, destroying and dismantling them, then rebuilds a new reality and expands their potential. Through the use of colour, which carefully follows the isometric lines, the artist manages to give three-dimensionality and reality to the image. Although Yan Lei’s work is formally speaking painting, in actual fact it is the result of an elaborate process that has led him to a reinterpretation of the artistic and physical reality of the subject.
Yan Lei was born in 1965 in the province of Hebei, in the People’s Republic of China. He divides his time between Beijing and Hong Kong.
He studied at the China Academy of Fine Art in Zhejiang. His approach to art is markedly conceptual and employs a range of media. His performances and video works are often incisive attacks on the so-called constituted order. In 2000 he began a series of new works entitled Super Light, and from the very beginning it was apparent that it is an endless series. Different images linked to each other in a sequence that is chained together by colour, which is repeated in the transition from one painting to another. Different images that are combined into new realities and combinations: the austere interior of the Pantheon, an alluring woman who looks like something out of the advertising pages of a glamour magazine, the profile of a sword, the image of the Buddha between concentric circles, and so on.
Yan Lei also denounces the contemporary art system in China in a series of acrylic paintings titled “Are You Among The Invited To The German Exhibition?”.
The underlying issue in all his artistic experiments is "What is art? What is an artist?"
Yan Lei has shown his work at a range of important art events, including the 10th Biennial of Istanbul, Turkey and Documenta 12, Kassel, Germany in 2007; Art 37 Basel, Switzerland and MOCA Envisage, MOCA, Shanghai, China in 2006; the 50th Venice Biennale, Italy and Alors, la Chine, Centre Pompidou, Paris, France in 2003; Cidades, the 25th São Paulo Biennale, Brazil and Pause, the 4th Gwangju Biennale, Korea in 2002.
For further information about the show and for photographic material:
Press office: Silvia Pichini press@galleriacontinua.com, mob. 347 45 36 136
Opening: Saturday 24 November 2007, 6pm
Galleria Continua
Via del Castello 11, San Gimignano (SI), Italy
Until 2 February 2008, Tuesday–Saturday, 2–7pm