Torre Viscontea
Lecco
Piazza XX Settembre, 5
0341 481247 FAX 0341 369251
WEB
Salvo
dal 23/11/2007 al 5/1/2008
martedi - venerdi 15-19; sabato - domenica 10-12/15-19; Chiuso: Lunedi, 25-26 Dicembre,1 Gennaio
0341 282396, 0341 481247

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Alter Lecco



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Salvo
Luca Beatrice



 
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23/11/2007

Salvo

Torre Viscontea, Lecco

Questo treno ferma a Tucumcari. Prima personale pubblica dopo l'antologica della GAM di Torino, raccoglie una serie di esempi particolarmente significativi che mostrano la varieta' stilistica e l'ampiezza tematica delle tele dell'artista, che non dipinge dal vero, ma filtra la realta' attraverso il ricordo. A cura di Luca Beatrice.


comunicato stampa

a cura di Luca Beatrice

Il Comune di Lecco promuove dal 25 novembre 2007 al 6 gennaio 2008, negli spazi dei Musei Civici di Lecco presso la Torre Viscontea, la mostra personale di Salvo dal titolo “ Questo treno ferma a Tucumcari”. Questa enigmatica frase, tratta dalle prime battute dell’indimenticabile film di Sergio Leone “Per qualche dollaro in più”, è tipica dell’atteggiamento paradossale che ha Salvo nei confronti dell’arte e della pittura.

Dopo le mostre di Ennio Morlotti e Bruno Cassinari, la Città di Lecco è ora orgogliosa e onorata di ospitare il percorso dell’artista siciliano, naturalizzato torinese, con opere dagli anni ’80 a oggi, tra cui due lavori inediti realizzati per l’occasione. La mostra è curata da Luca Beatrice e organizzata da Luigi Rigamonti e Marco Canepa

Nato nel 1947 a Leonforte in Sicilia, ma presto trasferitosi a Torino (dove vive tuttora), Salvo inizia a dipingere già dai primi anni ‘60 (nel 1963 partecipa con un disegno all’Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti). Nel 1970 presenta per la prima volta i suoi lavori, nella galleria di Sperone: fotomontaggi, dove sostituisce il suo volto a immagini tratte dai quotidiani, e quaderni, su cui sono trascritti, con grafia infantile, testi della storia della letteratura, in cui sostituisce il suo nome a quello dei protagonisti.
Parallelamente comincia la serie delle lapidi di marmo (1970-72 circa) su cui incide parole o frasi (“Idiota”, “Io sono il migliore”, “Salvo è vivo”...), parti di testi antichi, il proprio nome (che comparirà anche in neon e tricolori), o liste di artisti e personaggi illustri del passato, alla cui fine inserisce il suo, a guisa di firma.
L’ironica e provocatoria mitizzazione di sé, si inserisce, dunque, nella riflessione sul significato di opera d’arte, di linguaggio, di percezione visiva e, soprattutto, sul rapporto ineluttabile che l’arte ha col suo passato.

Dal 1973 Salvo “ritorna” alla pittura tradizionale. Nei suoi “d’apres” di maestri del Quattrocento (Cosme Tura, Botticelli, Raffaello...), si ritrae nei panni di San Giorgio, San Michele o San Martino. Ma il recupero di opere entrate a far parte dell’immaginario collettivo non avviene tramite un puro lavoro di copiatura. È cambiato il modo della rappresentazione: tutto è semplificato, stilizzato, i colori sono estremamente moderni, sono vividi, televisivi, allucinogeni; i gesti sono enfatizzati, i personaggi stereotipati.
Nel 1975 inizia la serie delle “Italie” e delle “Sicilie”, compromesso tra la pittura e l’arte concettuale, in cui sono dipinti i nomi di artisti e letterati del passato (nuovamente accostati al suo), come tessiture di un ricamo colorato; sullo sfondo compaiono le forme astratte e simboliche della regione o stato che gli artisti rappresentano.

Negli anni successivi i suoi temi sono quelli della mitologia e dell’archeologia: le rovine, segni di passate civiltà assimilati al paesaggio, sono uno dei soggetti preferiti.
Da allora, pressoché fino a oggi, la sua è in gran parte una pittura di “luoghi”: oltre alle già citate rovine, gli Interni con funzioni straordinari (le navate delle chiese ispirate da pittori come Saenredam, del XVII), i mishram (le tombe turche), i villaggi di montagna con le chiese, le stazioni, le città, le marine, le valli.
Una pittura, quindi, dedicata soprattutto al rapporto della natura (nature morte, fiori, alberi, montagne e pianure) con la cultura (le archeologie e architettura che la segnano).

Natura-cultura, spazio-tempo. Come i maestri del passato, accetta la sfida di rappresentare il tempo che passa, soprattutto attraverso la luce, che è la “trasposizione visibile” del tempo. Dipinge albe e tramonti che impregnano le tele di inedite sfumature di colore, di incanto luministico; e quella luce, rende i suoi “luoghi”, che pur sono i luoghi dei suoi numerosi viaggi, dei non-luoghi, dei sogni dipinti: Salvo non dipinge dal vero. Il ricordo “depura” la realtà. Dalla curiosità per tutto quel che ci circonda, dall’amore per la bellezza e, soprattutto, da una profonda passione per la pittura nasce l’arte erudita di Salvo.

Inaugurazione ore 18

Torre Viscontea
Piazza XX Settembre, 5 - Lecco
Orario: martedì - venerdì 15.00-19.00; sabato - domenica 10.00 – 12.00 /15.00 – 19.00; Chiuso- Lunedì ,25-26 Dicembre,1 Gennaio
Ingresso libero

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