Luigi Bonazza
Fortunato Depero
Giacomo Balla
Mario Sironi
Bruno Munari
Giovanna Nicoletti
Una mostra che propone una raccolta selezionata di opere provenienti dalla collezione della famiglia, tra le quali spiccano nomi come Luigi Bonazza, Fortunato Depero, Giacomo Balla, Mario Sironi, Bruno Munari. A cura di Giovanna Nicoletti.
A cura di Giovanna Nicoletti
Anche la Galleria Civica "G. Segantini" di Arco rende omaggio a Gianni Caproni a
cinquant'anni dalla morte. Lo farà, dal 25 novembre prossimo al 13 gennaio 2008, con
una mostra che propone una raccolta selezionata di opere provenienti dalla
collezione della famiglia. Sarà un'occasione per ammirare una serie di opere, alcune
anche inedite, messe a disposizione grazie alla sensibilità della figlia di Gianni
Caproni, Maria Fede. Proprio lei ricorda come il padre fosse fortemente attratto
dalle atmosfere e dalle immagini degli artisti che hanno condiviso nei primi decenni
del Novecento la fiducia nel progresso e nel cambiamento. Il rinnovamento delle
Secessioni prima, e il linguaggio delle avanguardie storiche dei primi decenni del
XX secolo in un secondo tempo, rappresentano, dunque, i riferimenti culturali e
artistici di Gianni Caproni. Non è inoltre trascurabile il fatto che Gianni Caproni
studia ingegneria, prima a Monaco e poi a Parigi, assorbendo l'effervescente clima
culturale delle avanguardie storiche.
Condivisa la passione per la pittura diventa
amico e sostenitore di artisti, iniziando a raccogliere opere che negli anni
andranno a comporre una collezione ricca e articolata sui temi e i motivi del volo,
esprimendo anche la familiarità condivisa con i pittori e gli scultori che
dedicheranno la propria attenzione a realizzare ritratti e momenti di vita della
famiglia Caproni. Gianni Caproni non era solo in questa passione. Anche moglie
Timina, come avveniva per altre famiglie della borghesia, sente il desiderio di
valorizzare la ricerca italiana anche nel campo delle arti, commissionando opere
agli artisti, acquistandole direttamente o in occasione di ritrovamenti successivi,
come avviene per la tela di Benedetta ritrovata, in maniera quasi casuale, a Porta
Portese.
Nella collezione che sarà esposta ad Arco troviamo opere di Luigi Bonazza, pure
arcense, legato alla famiglia Caproni per parte di una zia, di Fortunato Depero, di
Giacomo Balla, di Mario Sironi, di Bruno Munari, tanto per citare i nomi più
altisonanti.
In queste opere la rappresentazione pittorica esprime le sensazioni dinamiche del
volo. Sono gli anni in cui si va affermando l'aviazione italiana, sviluppando una
attenzione documentaristica nel rappresentare gli eventi bellici in maniera
realistica. In questo periodo l'Aeronautica commissiona agli artisti opere che
possano fissare sulla carta o sulla tela le impressioni di volo, riprendendo le
azioni più spettacolari delle battaglie. La matrice futurista da una parte e quella
tecnicista dall'altra evidenziano l'affermarsi di una sensibilità che oltrepassa la
definizione più propriamente artistica, innestandosi anche nella poesia e nella
musica, nelle discipline delle arti.
Entrando nel dettaglio delle opere in rassegna troviamo un corposo nucleo di lavori
di Luigi Bonazza realizzati nei primi primi anni Dieci per la famiglia Caproni. Sul
suo tavolo da disegnatore, l'artista trentino descrive i velivoli nel loro librarsi
nel cielo al culmine dell'acrobazia, nella mirabolante sequenza del volo, e, negli
acquerelli come nelle incisioni, le luci degli aerei e i bagliori dei cieli sembrano
scomporre la luce come lame taglienti. Pubblicati anche come manifesti, questi
lavori, oltre a rappresentare importanti documenti relativi ai modelli degli
apparecchi progettati da Caproni, mostrano uno sguardo inatteso sulla complessità
delle atmosfere che si aprono negli spazi celesti, sfiorano la natura e la
attraversano, innondandola di sottili e preziosi tagli di luce esplosa. È la luce
con le sue possibilità simboliche ad essere ripresa come motivo di ispirazione da
artisti come Zini e Contini che, nella trasparenza della materia pittorica,
descrivono il paesaggio nella sua dimensione naturale, quasi fotografica.
Degli anni Dieci, del 1908 per la precisione, è anche l'olio di Luigi Ratini,
dedicato Elodie Mayr, moglie di Guido Moncher, promotore dello sviluppo aeronautico
in Italia. Il naturalismo sembra essere il punto di avvio rispetto alla collezione
che annovera molti protagonisti che hanno legato il proprio nome ai Caproni,
descrivendo la famiglia, le persone, i luoghi, come l'olio di Mazza, nel quale è
abbozzata la figura della moglie di Caproni morbidamente seduta all'ombra di un
grande albero o le medaglie realizzate da Monti con l'effige di Gianni Caproni. Di
fatto il legame tra il committente e l'artista diventa un legame affettivo
destinato, generalmente, a durare negli anni.
Il vitalismo, l'energia, il progresso, il futuro sono alla base dei dettami di
questa avanguardia storica di matrice italiana che dal 1909 coinvolge ogni parte del
panorama culturale. La nuova ispirazione è così travolgente che gran parte delle
opere della collezione Caproni sono realizzate da artisti legati in varia misura al
futurismo, si veda il Teatro aereo futurista di Fedele Azari, che sembra disegnare
una coreografia aerea, riconducibile alle evoluzioni dei velivoli sulle città.
Dopo la prima Guerra Mondiale il dinamismo futurista muove verso l'aeropittura. Si
tratta di una rappresentazione pittorica destinata ad esprimere le sensazioni
dinamiche del volo e quindi legata all'affermarsi dell'aviazione italiana,
sviluppando una attenzione documentaristica nel rappresentare gli eventi bellici in
maniera realistica. La dimensione del cosmo come proiezione di esperienza e di
immaginario rappresenta una nuova "scienza". Il volo appare agli occhi degli artisti
come uno strumento per leggere l'infinito, e quindi è abbastanza evidente che al "Re
del cielo tricolore" la lettura dell'arte non passi inosservata. Il corpus di opere
si arricchisce ulteriormente per rappresentare l'universo fisico e spirituale, una
nuova geografia del reale descritta nella dimensione espansiva della sensibilità.
Uno degli artisti maggiormente legati alla famiglia Caproni è senz'altro Alfredo
Gauro Ambrosi che, a partire dalla celebre Maternità aeronautica fino ai ritratti di
Gianni Caproni, descrive con particolare delicatezza cromatica vedute aeree
moltiplicate del paesaggio. Il volo degli aerei trascina con se la natura fino a
rappresentare un punto di collegamento tra la tradizione e il presente con l'opera
Passatismo e Futurismo. Sculture antiche e contemporanee architetture urbane
dialogano anche negli intensi disegni di Sironi, trattenendo sospeso il tema della
modernità.
Attenti alle osservazioni sulle ricerche delle avanguardie, i coniugi Caproni
investono sensibilmente anche sui giovani e promettenti artisti. È il caso di Bruno
Munari che, negli anni Trenta, ventiduenne e sostenuto da Marinetti, che ne ha già
colto l'intelligenza, si accosta al futurismo pur non condividendone totalmente la
poetica ma cogliendone con umorismo le declinazioni.
L'esposizione della Galleria Civica "G. Segantini" rappresenta idealmente una
prosecuzione dell'opera di Caproni: rendere fruibili al pubblico le opere per
capire, vedere, osservare e lasciarsi emozionare da una visione che mostra una
prospettiva moltiplicata e "verticalmente penetrante, sfuggevole ed elastica" per
usare le parole di Fortunato Depero. Le opere presentate in mostra sono una prima
attenta selezione di una ricca collezione. Come detto, è stato possibile realizzare
l'esposizione grazie alla generosa sensibilità della figlia Maria Fede Caproni che
ha evidenziato le tracce più importanti delle raccolte di famiglia attraverso le
opere donate al Museo dell'Aeronautica Caproni di Trento e mettendo a disposizione
parte delle sue collezioni personali.
Dal 25 Novembre 2007
Galleria Civica G. Segantini
Via Segantini, 9 (Palazzo dei Panni), Arco (TN)
Ingresso libero