L'ultimo video dell'artista e' un viaggio nell'anima, nelle sue opacita' e nelle sue trasparenze, nelle sue pulsioni e nei suoi tormenti. Il fil rouge e' costituito dall'ordine celeste che governa il mutevole farsi della natura. A cura di Marco di Mauro.
a cura di Marco di Mauro
Un viaggio nell'anima, nelle sue opacità e nelle sue trasparenze, nelle sue pulsioni
e nei suoi tormenti, tradotti in esili membrane che si agitano dolcemente nello
spazio. È il recente video di Romualdo Schiano, dal titolo "Il viaggio", che sarà
presentato a novembre presso il Museo Minimo di Fuorigrotta, a Napoli. Come in una
danza classica, il video alterna tensioni e abbandoni lungo un sottile e
impercettibile fil rouge, costituito dall'ordine celeste che governa il mutevole
farsi della natura. Oltre il valzer delle linee che si annodano, si distendono, si
allacciano e poi svaniscono, suggerendo corpi eterei in perenne mutazione, si rileva
una sintesi armonica che stempera i contrasti, lima gli spigoli e le asprezze,
accanto al sussurro di una modulazione di intesa. Il movimento liquido e sensuale
dei corpi, che si nutre di tenere passioni e di lirici abbandoni, ci conduce nella
pace di un silenzio irrequieto, il silenzio dell'anima che vibra dentro di noi.
Adagiati in questa pace come un fanciullo nella sua culla, siamo avvolti in
atmosfere impalpabili, eppure dense di energia, attraversate da un fremito di vita
che aspira a invadere lo spazio.
Quel fremito ci rammenta che dobbiamo vivere per
poter godere della pienezza dell'essere, che si manifesta nel momento più alto
dell'esperienza umana, quando si respingono le lusinghe dei beni materiali per
accedere all'assoluto, all'etereo, all'ineffabile. È questa la dimensione che
Romualdo Schiano vuole rappresentare, conferendo alle forme del pensiero una sottile
parvenza di fisicità, per quanto fragile e trasparente. Le immagini visive e quelle
sonore dialogano e si fondono in uno spettacolo fulgido, perenne nella memoria,
istantaneo nella visione. Un ruolo chiave in questo processo è giocato dalle scelte
cromatiche: il giallo, il rosso, il verde, i colori della calma e della presenza,
dell'amore e della speranza.
L'artista napoletano, con acutezza di indagine e sapienza tecnica, ha inteso
liberare l'anima dai freni inibitori e dalle barriere fisiche del corpo, affinché
potesse dispiegare la propria energia nei territori infiniti dell'essere.
Inaugurazione martedì 27 novembre 2007 ore 18
Museo Minimo di Fuorigrotta
via detta San Vincenzo, 3 - Napoli
Orari: lunedì e mercoledì 15/18 -martedì,giovedì e venerdì 9/12
Ingresso libero