Sette tele assemblate in un unico lavoro, tre ampolle colme di acqua e riposte su di un’algida consolle in alluminio, un video. Questo il lavoro che Franco Scarano ha preparato per questa personale alla Dirarte.
Franco Scarano
Presentazione: Enzo Battarra
Sette tele assemblate in un unico lavoro, tre ampolle colme di acqua e riposte su di un’algida consolle in alluminio, un video. Questo il lavoro che Franco Scarano ha preparato per questa personale alla Dirarte.
Opere minime che rendono critico lo spazio massimo della galleria. Troppo rumore negli ultimi tempi; abbiamo tutti bisogno di un grande silenzio - di libertà – per riflettere sulle cose e con le cose del mondo ( F. Scarano ).
… “ Squali, sono squali questi predatori inferociti dai denti aguzzi, guardiani del male, controllori del pensiero. La minaccia prende le forme di Jaws, per costringere a tenere “ acqua in bocca “ e a praticare il silenzio, a non proclamare lo stato di libertà . Sette mastini acquatici, come i sette vizi capitali, fanno buona guardia all’ingresso dello spazio espositivo.
Sono immagini realizzate su tela, ma i tre squali gialli e i tre azzurri, con il settimo verde a fare da punta avanzata della falange, hanno una tempra minacciosa, ammoniscono tutti coloro che varcano l’uscio. O si domina o si è dominati. Non c’è via d’uscita, porta di emergenza. Franco Scarano raccoglie i segni dell’impero e li traduce in immagini eloquenti.
I pesciolini rossi vivono una loro agonia alla ricerca dell’acqua, mentre il loro trasparente oggetto del desiderio è diventato giallo e risiede in esoteriche ampolle. L’acqua è quindi un sogno a colori, un desiderio ineluttabile, un pensiero costante. Ma è altrove, riposta su una mensola, consacrata a futura memoria.
L’installazione di Scarano gioca proprio sull’equilibrio tra le ampolle di acqua colorata e il videoclip che mostra i pesciolini rossi agonizzanti per mancanza d’acqua. L’opera è unica nella sua circolarità , nel suo metaforico specchiarsi in due stanze diverse della galleria su pareti contrapposte, con un unico passaggio che consente comunque la visione, seppure interrotta, negata e poi svelata. Le due parti dell’opera si nascondono a vicenda, per poi rivelarsi così lontane, così vicine, comunque così desiderate. C’è un pensiero dominante, cui consegue una forza occulta, ma c’è soprattutto una classe egemone, una “ razza padrona “.
L’artista rivendica il proprio stato libero di trasgressore. E’ questo il suo ruolo e il tentativo è quello di esercitarlo, contro ogni negazione. Sarà anche una missione impossibile, ma dovrà pur essere vissuta.
“ Acqua in bocca “, la mostra di Franco Scarano, è un anelito di libertà , è un certificato di esistenza in vita, seppure precaria. E’ il gesto catartico di chi, a dispetto di tutto, crede ancora nella vita e non vuole sentirsi plagiato e non vuole inchinarsi ai controllori, ai minacciosi squali dai denti aguzzi che un “ grande fratello “ ha sguinzagliato nei nostri mari quotidiani. A costo di navigare controcorrente, bisognerà evitare di incorrere nelle bestie immonde, con le loro pinne aguzze, angeli del male, angeli del nostro tempo. … ( Enzo Battarra ).
Inaugurazione: 24 Novembre 2001 ore 19.30
Orario: dalle 16.30 alle 19.30
Dal Martedì al Venerdì, Sabato per appuntamento
Domenica e festivi chiuso
Galleria DIRARTE
Angelo Marino
Via San Carlo,11 – 81100 Caserta
Tel/fax: 0823-44.11.26
E-mail: marino.caserta@tin.it