Entroterra
Milano
via Biancospini, 2
02 42297041
WEB
Polimateria: colla, forbici e pittura
dal 30/11/2007 al 16/1/2008
dal lunedi al sabato pomeriggio 15-19

Segnalato da

Press Entroterra




 
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30/11/2007

Polimateria: colla, forbici e pittura

Entroterra, Milano

Collettiva. Una mostra che nasce dall'interesse verso l'originalita' della tecnica del collages, punto di partenza per una ricerca artistica che non si ferma al semplice ritaglio ma assembla materiali distinti, dandogli una nuova vita. Sono in mostra le nuove produzioni di 4 tra gli artisti dell'Associazione che realizzano collages


comunicato stampa

L’idea della mostra nasce dall’interesse verso l’originalità della tecnica del collages, punto di partenza per una nuova ricerca artistica che non si ferma al semplice ritaglio ma assembla e giustappone tecniche e materiali distinti, dando una nuova vita ed un nuovo senso agli stessi, in un ciclo che non smette mai di reinventarsi. L’artista è stimolato dalla materia che trova già presente e strutturata e la ripropone in un contesto diverso, facendone un elemento d’espressione del suo sentire.

Nei giorni scorsi ha inaugurato alla GAM di Torino una mostra che ripropone un completo excursus storico del collage, dalle sue origini cubiste fino ad Hockey e Paolini. Con questa mostra anche Entroterra vuole sottolineare il proprio interesse verso questa particolare forma di tecnica mista, già utilizzata da conosciuti artisti (tra i più giovani ricordiamo Federico Guida e Miguel Olivares) mostrando le nuove produzioni di quattro tra i suoi artisti che lavorano su questo terreno. Il termine collage indica solo parzialmente la molteplice possibilità di questo tipo di tecnica mista, visto che l’uso diverso di tagli, strappi e colla perviene ad esiti molto diversi fra loro, ad arrivano ad integrare anche elementi di pittura.

La superficie di queste opere non sempre è uniforme –dipendendo questo dall’uso di materiali molto diversi fra loro come carta da parati, stoffa, vecchie fotografie, cartone ondulato, iuta, francobolli ecc- ma il risultato finale arriva ad una rappresentazione comunque bidimensionale.

L’uso di materiali iconografici giustapposti arriva a ricreare un’altra realtà, a riproporre oggetti e figure staccati dalla loro primitiva fonte per sgorgare in nuove immagini e rappresentazioni. Questo è particolarmente vero per Lani Irwin pittrice americana che accosta alcuni dei suoi temi/oggetti feticci (le carte da gioco, vecchie illustrazioni, dettagli di antichi dipinti) ad alcuni frammenti dei suoi quadri. In una dimensione ridotta l’artista crea suggestive situazioni che vivono di una loro autonoma vita surreale: alcuni cavalieri medievali, una sorridente ragazza d’inizio Novecento, gli armigeri di Paolo Uccello si inchinano al rinoceronte in Omaggio alla bestia, oppure nella serie di Hekate dove tre donne percorrono un misterioso mondo di pinnacoli neogotici, caselle della tombola, il disorientante labirinto del cervello contrassegnato da numeri inspiegabili: un oltretomba fatto di carte sovrapposte con riti numerici e allegorie personali.

Al contrario è la descrizione del mondo reale è quella che attrae lo sguardo del giovane Andrea Gnocchi che con carta, smalti e sovrapposizioni di immagini dal fortissimo valore iconico ci presenta paesaggi sia urbani che naturali. La grande riconoscibilità delle sue immagini (il Cervino, il Tower Bridge di Londra, i metallici depositi delle raffinerie) viene ridimensionata proprio grazie alla tecnica dell’artista, che attraverso la giustapposizione di materiali diversi trasforma l’oggetto reale del suo dipinto in una suggestione. La rappresentazione pittorica si compiace del suo essere e attraverso evidentissime colature di smalto ci ricorda sempre che siamo di fronte ad un’ immagine ricreata dall’artista, un accostamento di distinti elementi che fanno rinascere una nuova vista di un paesaggio a volte a noi già banalmente noto.

Di veri e propri assemblaggi si tratta quando si parla delle opere di Dino Sambiasi, artista pugliese che trasforma la materia più povera ed inerte –la iuta, i sacchi, vecchi pezzi di cartone- in materia viva, uomini e donne che passano per strada , che riempiono con la loro presenza sgargiante lo spazio del quadro. A distanza ravvicinata si coglie il dettaglio dato dalla scelta e sovrapposizione dei materiali e la bidimensionalità delle figure, ma viste da lontano Le opere di Sambiasi sono estremamente dinamiche e si presentano come una istantanea sul mondo, il mondo creato dall’artista che lo rigenera riutilizzando proprio ciò che quel mondo scarta.

Lavora in questa direzione anche l’americano Josh George, anche lui estremamente materico nelle sue proposte: etichette di bottiglia, stoffe, carta da parati sapientemente accostati per raggiungere l’alto grado di effetti luce/ombra che contraddistinguono questo artista. Il pittore interviene in maniera coerente ed omogenea nelle sue opere e solo con molta attenzione si riesce a distinguere dove finisce il collage e dove inizia il dipinto. Disincantato. Ma soprattutto ironico, George crea situazioni paradossali a cui accosta titoli divertenti od addirittura geniali ( la mano rovescia il vino dalla bottiglia completamente fuori dal calice: che sia questo Il primo indizio dello sbriciolamento dell’ordine sociale?)

Una mostra che presenta una nuove proposte per sottolineare la vitalità dell’arte figurativa, con le forbici e la colla, assemblando materiali estremamente diversi, dove come sostiene in una chiacchierata con l’artista Gnocchi “la difficoltà maggiore è quella di non perdersi mai lungo il percorso artistico sapendo sempre quello che si vuole”

Immagine: Andrea Gnocchi

Inaugurazione 1 dicembre ore 17.30

Entroterra associazione culturale
Via Biancospini 2, Milano
Orari: dal lunedi al venerdi 15-19, sabato 11-19
Ingresso libero

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