Claudio Poleschi Arte Contemporanea
Lucca
via Santa Giustina, 21
0583 469490 FAX 0583 471464
WEB
Wael Shawky
dal 30/11/2007 al 31/1/2008
Lunedi - Venerdi 11 - 13 e 15.30 - 19.30, Sabato 11-13

Segnalato da

Claudio Poleschi Arte Contemporanea



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Wael Shawky
Pier Luigi Tazzi



 
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30/11/2007

Wael Shawky

Claudio Poleschi Arte Contemporanea, Lucca

Telematch Sadat. Il film dell'artista egiziano ricostruisce la parata militare, l'assassinio e i funerali di Sadat. Prima di una serie di mostre ideate e curate da Pier Luigi Tazzi che si propone di presentare artisti europei e non europei per una riflessione sulla crisi della coscienza europea e della sua cultura.


comunicato stampa

a cura di Pier Luigi Tazzi

Prima mostra personale in Italia di Wael Shawky. L’artista egiziano, nato nel 1971 e residente ad Alessandria, si è formato alla Facoltà di Belle Arti dell’Università della sua città e alla Graduate School of Fine Arts dell’University of Pennsylvania a Philadelphia. Espone dal 1994 in Egitto e internazionalmente dal 1997 (Kunsthistorisches Museum a Vienna), partecipando a grandi rassegne quali, fra le altre, la Sesta Biennale Internazionale del Cairo del 1996 (dove riceve il Grand Nile Prize), la Cinquantesima Biennale di Venezia nel 2003 (nella sezione Smottamenti all’Arsenale a cura di Gilane Tawadros) e alla 9th International Istanbul Biennial nel 2005 (a cura di Charles Esche e Vasif Kortun), nonché a mostre tematiche in importanti istituti di arte contemporanea quali Artists Space, New York, 2003, MACRO, Roma, 2004 e 2005, Platform Garanti of Contemporary Art, Istanbul, 2005, Martin Gropius Bau, Berlino, 2005, Frieze Art Fair The Artists Cinema, Londra, Kunsthalle Fridericianum, Kassel, 2006.

La sua arte, perlopiù video e video-istallazioni, ma anche, dal 2006 (Boundary Lines, No Man’s Land, Action Field Kodra, Kalamaria, Salonicco, a cura di Pier Luigi Tazzi), disegni, si manifesta come costruzione di nuclei figurali in cui antiche culture, quali quella dei nomadi e quella agricola, entrano in frizione con quella attualmente vincente a livello planetario, la cultura urbana. Nello stesso modo vengono in collisione non solo una grande tradizione spirituale e religiosa quale quella dell’Islam con quella altrettanto vincente della modernità, nei suoi aspetti ludici, materialistici e consumistici, ma anche parola e linguaggi. Risultano allora forme ibride, che non si decantano in se stesse, e quindi finiscono con l’assolversi, quanto piuttosto affermano la compresenza di componenti divergenti e la persistenza di valori nello stato molteplice della cultura del mondo attuale. L’opera di Shawky non è tanto “per non dimenticare”, quanto per affermare presenze ineludibili, che viceversa la cultura dominante tende, in nome di una omogeneizzazione universale, ad obliterare, a emarginare, declassare, giungendo non di rado a giudizi più o meno espliciti di criminalizzazione.

Il lavoro presentato a Lucca è la seconda parte di una serie dal titolo Telematch, dal nome dello spettacolo televisivo creato in Germania negli anni Settanta e di là diffusosi per vent’anni in tutto il mondo, oltre che in Europa, dal Sud-Est asiatico ai Carabi, dall’Africa subsahariana all’America Latina, in Italia noto come Giochi senza frontiere.

Il primo episodio, Telematch (Upper Egypt), è quello che riprende più da vicino la struttura dello spettacolo televisivo originale. Il secondo, presentato a Lucca, Telematch (Sadat), consiste nella ricostruzione di un evento cruciale della recente storia egiziana. Il 6 ottobre del 1981 si teneva al Cairo la parata militare che celebrava annualmente l’unica vittoria egiziana del 1973 nel conflitto che vedeva contrapposti i paesi arabi, guidati dall’Egitto, e lo Stato di Israele fin dalla sua fondazione nel 1948. Un gruppo armato, presumibilmente appartenente alla Jihad Islamica egiziana, infiltratosi nell’esercito, diede l’assalto alla tribuna presidenziale e uccise fra altri il presidente Muhammad Anwar Al Sadat, succeduto a Gamal Abdel Nasser nel 1970, e che aveva determinato quella vittoria, premio Nobel per la pace nel 1978 per gli accordi di Camp David che avrebbero portato l’anno successivo alla pace fra Egitto e Israele, fautore di uno stato liberale e laico nonostante la sua profonda religiosità. Gli succederà immediatamente il suo vice-presidente, il generale Hosni Mubarak, tuttora presidente dell’Egitto. Il film, realizzato in Egitto nei mesi scorsi e co-prodotto da Claudio Poleschi Arte Contemporanea, ricostruisce la parata militare, l’assassinio e i funerali di Sadat, è componente essenziale di una installazione appositamente costruita per lo spazio ex-liturgico della chiesa sconsacrata di San Matteo. Gli interpreti sono bambini di entrambi i sessi per la parata e l’assassinio, mentre in Telematch (Upper Egypt) si trattava di maschi adulti, e compaiono figure femminili adulte solo nei funerali.

“Telematch (Sadat)” di Wael Shawky è la prima di una serie di mostre ideate e curate da Pier Luigi Tazzi per la chiesa sconsacrata di San Matteo a Lucca che si propone un’apertura dell’arte contemporanea al mondo attraverso la presentazione di artisti europei e non europei e una riflessione sulla crisi della coscienza europea e della sua cultura.(P.L.Tazzi)

Inaugurazione 1 dicembre ore 18

Claudio Poleschi Arte Contemporanea
Via Santa Giustina 21, Lucca
Orario: Lunedi - Venerdi 11-13, 15.30-19.30, Sabato 11-13, Domenica chiuso
Ingresso libero

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