Eugenio Pacchioli espone una significativa selezione di opere dedicate al tema del viaggio. Viaggio inteso come spostamento fisico ma anche come spostamento immaginato. Paessaggi e figure sviluppati in un arco di circa 30 anni con le tecniche più diverse.
Eugenio Pacchioli
Alla Galleria d'Arte "Il Mulino" (via Arduino, 39) di Ivrea, Eugenio Pacchioli espone una
significativa selezione di opere dedicate, come il suo titolo suggerisce, al tema del viaggio.
Viaggio inteso come spostamento fisico ma anche come spostamento immaginato. Paessaggi e figure
sviluppati in un arco di circa 30 anni con le tecniche più diverse.
Dicono che ogni viaggio sia un viaggio di solo ritorno: cominciamo a tornare già da quando lo
immaginiamo. Se questo è vero per i viaggi "fisici" lo è di più per quelli "mentali": lo
spazio e il tempo sono dentro di noi. Ecco allora che "il viaggio" diventa soggetto e simbolo
di ogni esistenza.
Eugenio Pacchioli dedica una sua "antologica" proprio al tema del viaggio.
Viaggio da lì a qui: significativa selezione di 30 anni di pittura nella quale il viaggio è,
appunto, nel contempo, soggetto e simbolo dell'esistenza. Viaggi sognati o veri, che generano
paessaggi (a volte figure) sognati o veri, ma sempre "reali": pittura concreta, artisticamente
credibile, bella, vicina.
Le mostre precedenti di Pacchioli erano già permeate del senso del viaggiare: nei titoli, i
temi, il trattamento grafico, i segni... (isole, valichi, montagne, peregrinaggi, spedizioni,
mappe, rose dei venti...). Questa mostra offre però una doppia opportunità : inseguire partendo
da lontano questo filo conduttore che è per Pacchioli il viaggio, e farlo osservando tutte le
tecniche che con abilità non esenti da rischio ha usato lungo questi anni.
Per la prima volta vengono esposte chine risalenti gli anni 70/80 di particolare impatto
cromatico e forte carica espressiva.
Vera scoperta della mostra, rischiosamente ricche di pigmento, le chine affrontano il
paessaggio con possente respiro e una tensione espressiva che le rende subito "classiche"
oltre la loro modernità . "Paessaggio immaginario" è un esempio di composizione orizzontale
con un forte studio di terre e cieli aperti; "Il vallone grosso", impressiona per la sua forza
cromatica e la sua luce, avvolgente nel gioco di arancioni, rossi profondi, terre oscure ; "La
Forcella di Capo Cavallo", compone con incombente presenza un quadro di viola, verde, blu...;
"Tabra e Brata", è un gioco tra opposti: un dialogo tra i movimenti circolari e lineari del
gesto pittorico...
I pastelli, di esecuzione recente, presentano una fattura
di tratto incisivo e immmediato, seguendo una tecnica ben collaudata da Pacchioli.
I pastelli sviluppano con gesto rapido una pittura d'impulso e di colori puri che, senza
inciampare nel decorativismo, tolgono peso al soggetto rendendolo leggero: traccia incisiva
sul bianco della carta. Particolarmente significativo per l'abbondante presenza di "segni di
identità " di Pacchioli è "Paessaggi a Sud-Ovest", una festosa e colorata composizione. E,
nello stesso senso, anche la serie dei Vulcani.
Lavori a
matita grassa, tecnica mista o a monotipo completano il panorama consentendo insieme alle chine
e ai pastelli di apprezzarne aspetti inediti e di grande interesse.
La selezione di matite grasse o i quadri con tecnica mista mostra bene lo stile di Pacchioli,
quel suo gesto immediato ed efficiente, senza ripensamenti: come esempio valga lo stilizzato,
appena oltre il gesto ma non perciò meno ricco di significato, disegno in nero "Fu allora che
vidi il passo". È un discorso che vale anche per le due serie, quella verde de "Il luogo laggiù
nell'eden" e quella degli "Uomini nel pre-eden".
I monotipi infine: un piccolo viaggio all'interno del viaggio, carte popolate di bonarie o
sofferte figure che la tecnica, usata con perizia da Pacchioli, rende sabbiosi e tattili.
Francisco Domene Soria
Eugenio Pacchioli
tel 0125.528119
orari, 10-12 e 16-19
chiusura domenica e lunedì
Galleria "il Mulino"
via Arduino, 39 - 10015 Ivrea