Le fotografie in mostra, catturate nell'agosto 2007, cercano di raccontare, Mostar, Sarajevo e la tutta la Bosnia, offrendo una prospettiva particolare, un diverso angolo di lettura e di interpretazione.
Viaggiare in Bosnia, a dodici anni dagli accordi di Dayton, significa
attraversare un paese normale e ormai tranquillo, con belle strade e
panorami naturali quasi intatti, città bellissime, vive e vitali, piene
di turisti, negozi, souvenir.
Significa scorgere le bellezze di un territorio multiculturale,
storicamente conflittuale, ma anche fecondo di positive contaminazioni:
centinaia di moschee nel cuore dell'Europa, ma anche sinagoghe, chiese
cattoliche e ortodosse, edifici in stile ottomano o asburgico, fino ai
lasciti del socialismo reale danno vita a un paesaggio davvero unico.
Però la Bosnia è anche e soprattutto un paese così recentemente ferito a
morte, lacerato, un paese che cerca di ricucire nell'oggi le macerie
delle proprie case con i nuovi edifici, la memoria dei morti con la
voglia di vivere, gli sguardi annebbiati dal dolore con i sorrisi dei
più giovani, le troppe zone grigie del passato con i colori che
raccontano il futuro.
Mostar, Sarajevo e la Bosnia tutta sono oggi una terra spaccata a metà
che le fotografie di questa mostra, catturate nell'agosto 2007, cercano
di raccontare, senza proporre una conciliazione tra i contrasti,
offrendo solo una prospettiva particolare, un diverso angolo di lettura
e di interpretazione.
Inaugurazione Venerdì 30 Novembre 2007 dalle ore 20
Klec Blazna
Via Don Bosco 69 (ang. Via Arezzo) Torino
orario 20.00 - 03.00, chiuso il lunedì
Ingresso libero