Adam Chodzko
Eva Marisaldi
Diego Perrone
Bojan Sarcevic
Andrea Viliani
Roberto Daolio
Charlotte Laubard
Le mostre di Adam Chodzko, Eva Marisaldi, Diego Perrone e Bojan Sarcevic sono state concepite autonomamente per gli spazi interni ed esterni del museo. Indagando la relazione mutevole fra museo e citta', cosi' come fra opera e architettura, queste mostre si articolano in una serie di pratiche e di media diversi ma, nel loro insieme, suggeriscono anche la molteplicita' delle possibili narrazioni e interpretazioni dell'istituzione museale contemporanea, spingendosi fino a definire esperienze sensibili e critiche e a fondare mitologie che, esplorando la funzione e l'identita' attuale del museo, la proiettano verso una dimensione immaginaria e potenziale.
Il 2 dicembre 2007 il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna inaugura il primo ciclo di mostre personali presso la sua nuova sede. Concepite autonomamente per gli spazi interni ed esterni del museo, le mostre di Adam Chodzko, Eva Marisaldi, Diego Perrone e Bojan Šarčević permettono per la prima volta al visitatore di confrontarsi con l’edificio dell’Ex Forno del Pane, in cui delineano percorsi paralleli di scoperta e di verifica dell’architettura museale e della sua relazione con il contesto urbano.
Indagando la relazione mutevole fra museo e città, così come fra opera e architettura, queste mostre si articolano in una serie di pratiche e di media diversi ma, nel loro insieme, suggeriscono anche la molteplicità delle possibili narrazioni e interpretazioni dell’istituzione museale contemporanea, spingendosi fino a definire esperienze sensibili e critiche e a fondare ‘mitologie’ che, esplorando la funzione e l’identità attuale del museo, la proiettano verso una dimensione immaginaria e potenziale.
Con la presentazione delle mostre di Eva Marisaldi e Diego Perrone il MAMbo ribadisce il ruolo centrale della ricerca artistica italiana nella sua programmazione espositiva e nella sua collezione, attraverso la realizzazione di nuovi progetti – anche in coproduzione con musei stranieri – presentati al pubblico in un costante confronto con la scena artistica e il dibattito critico internazionali. La mostra di Eva Marisaldi, curata da Roberto Daolio - critico e curatore indipendente, professore all’Accademia di Belle Arti di Bologna - segue a dieci anni quella curata da Daolio alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna nel 1998. La mostra di Diego Perrone - co-prodotta dal MAMbo con il CAPC, Musée d’art contemporain di Bordeaux - è stata concepita dall’artista appositamente per la sale principali dei due musei in due allestimenti site-specific che reagiscono ad esse in modo quasi opposto.
Le mostre di Adam Chodzko e Bojan Šarčević introducono all’interno del programma espositivo del MAMbo la riflessione sulle prospettive del museo contemporaneo già avviata con il ciclo Coming Soon MAMbo + Museo – Mostre nel biennio che ha preceduto e ha accompagnato l’apertura della nuova sede. Invece di interrompersi con la sua inaugurazione, questa riflessione è stata prolungata e accolta all’interno delle attività del nuovo museo - nell’ambito della nuova serie ideata da Gianfranco Maraniello con Andrea Viliani MAMbo Practices (No Dance Lessons) - al fine di generare un confronto attivo fra l’attività istituzionale e le pratiche artistiche e curatoriali contemporanee.
In occasione delle quattro mostre verranno presentate i primi quattro cataloghi della nuova serie di monografie pubblicate da MAMbo e SKIRA.
Adam Chodzko
M-path and Hole
A cura di Andrea Viliani
Utilizzando un’ampia varietà di media – dal video alla performance, dall’installazione alla fotografia, dal poster al disegno - gli interventi di Adam Chodzko evocano gli aspetti più reconditi della realtà quotidiana. Concepite come varchi, come passaggi fra dimensioni distinte – passato/presente/futuro; reale/possibile; documento/finzione; pubblico/privato - le opere di Chodzko si presentano come tracce frammentarie che dagli spazi espositivi si allargano, si disperdono nel contesto più indistinto rappresentato dalle nostre esperienze, memorie, intuizioni. I tre interventi realizzati dall’artista nelle sale espositive e nel giardino del MAMbo permettono di esperire il museo come un’entità plasmata non solo dal suo interno ma anche dall’esterno, dalla relazione dinamica fra le persone e le loro aspettative reciproche.
Dopo averlo sollecitato ad introdursi nello spazio espositivo nei panni di qualcun altro - indossandone ‘empaticamente’ gli indumenti (M-path, 2005-07), il visitatore si confronta, nella video installazione Hole (2007), con la genesi e gli sviluppi di una leggenda che in un futuro imminente avvincerà fra loro il museo e una donna appartenente alla comunità cittadina, uniti in un’ipotetica relazione emotiva fluttuante fra immedesimazione e sfiducia. Fondando un possibile mito per il nuovo museo l’artista contribuisce a delineare l’immaginario in formazione del museo stesso - luogo di aggregazione e identificazione collettiva di recentissima apertura - ne scopre la storia e il destino nel momento stesso in cui la inventa. Mostrandoci infatti, in un misterioso cortocircuito, i resti di quel mito già presenti lungo i muri del museo, l’artista porta alla luce le fondamenta di un evento da lui stesso attivato e che, pur destinato a compiersi ipoteticamente nel tempo futuro, è fin d’ora l’auspicabile “catalizzatore” di una più pervasiva, flessibile, disponibile definizione del mondo e delle sue rappresentazioni.
Catalogo MAMbo-Skira: saggi di Alex Farquharson, Lisa Le Feuvre, Andrea Viliani e un’intervista fra l’artista e Mark Godfrey.
Adam Chodzko (Londra, 1965) vive e lavora a Whitstable, Kent (UK).
Eva Marisaldi
Jumps
A cura di Roberto Daolio
Eva Marisaldi è interessata a esplorare processi creativi e cognitivi aperti, all’osservazione di tutto ciò che, ponendosi “al lato della vita attiva” e dando concretezza all’immaginario, suggerisce schemi logici e linguistici differenti, all’aprirsi, cioè, di alternative di senso che contravvengano al modo comune di fare esperienza e che si pongano come possibilità sorprendenti ma realisticamente contemplabili, percorribili. Coinvolgendo il pubblico nell’incontro, più che nell’uso, di ambienti che delineano percorsi di ‘scoperta’ all’interno dello spazio espositivo (“palestra d’attenzione”), Marisaldi potenzia l’eccezionalità degli oggetti e delle situazioni banali e, contemporaneamente, rende plausibili scenari inattesi, aperture improvvise, scarti logici e linguistici imprevisti. In occasione della mostra al MAMbo Marisaldi presenta un’installazione composta da tre opere inedite - che verranno rivelate nel loro complesso al visitatore come al lettore solo al momento in cui vi si imbatterà ‘dal vero’. Il percorso espositivo formato da queste tre opere si delinea come un tracciato ad ostacoli “sormontabili”, continua affermazione delle ragioni per cui proseguire il percorso… per cui si è “usciti di casa”, dalla propria intensa vita mediata, entrando nel museo... Piccole costruzioni in legno simili ad ostacoli per gare d’equitazione, ma costruiti a misura d’uomo, una pedana a forma di L che richiama la mossa del cavaliere negli scacchi, una percussion band robot machine che "veleggia" su un pontile verso le acque alte… Birthday Party, un piccolo teatro portatile per feste di compleanno, ‘si augura’ infine di riuscire a coinvolgere il visitatore “nello spazio e nel tempo dell’opera”.
Catalogo MAMbo-Skira: un’intervista fra l’artista e Hans Ulrich Obrist e un saggio di Roberto Daolio e il programma informatico ‘George’.
Eva Marisaldi (Bologna, 1966) vive e lavora a Bologna.
Diego Perrone
La mamma di Boccioni in ambulanza e la fusione della campana
A cura di Charlotte Laubard e Andrea Viliani
Concepita appositamente per la sala centrale del MAMbo, la mostra di Diego Perrone si presenta come la ricerca e l’affermazione di una dimensione personale all'interno dello spazio pubblico del museo. Una linea invisibile - contrassegnata dalla didascalica sequenza di tre opere poste su una rampa - attraversa ascensionalmente lo spazio espositivo: “Se io potessi fare una mostra nel museo senza nessun vincolo di gravità, forse sceglierei un punto nel vuoto. In questo caso ho tracciato una riga, in salita”. Prescindendo dall’architettura preesistente del museo questi “tre oggetti in fila e in salita” invitano il visitatore a ripensare la sua relazione con lo spazio del museo e suggeriscono la possibilità di rielaborare in modo autonomo forme e significati estetici. La scultura monumentale della Fusione della campana (2007) si presenta come la traduzione in termini fisici e spaziali del lungo processo della fusione di una campana.
La video installazione Il primo papà gira in tondo con la sua ombra, la mamma piega il suo corpo cercando una forma, il secondo papà batte i pugni per terra (2006) mostra tre forme distinte nell’atto stesso di prendere forma davanti ai nostri occhi. La mamma di Boccioni in ambulanza (2007) è invece un oggetto privo di una forma unica e definita, in cui il volto della madre del pittore e scultore futurista Umberto Boccioni si sovrappone a un’immagine scaricata da Internet e rielaborata al computer che mostra una simulazione d’emergenza all’interno un’ambulanza. Dando vita a un materiale iconico e plastico ibrido, l’artista immagina un incrocio fra immagine e forma, da rimodellare assecondando le possibilità suggerite dall’immaginazione così come le incontrollabili potenzialità offerte dall’appropriazione delle tecnologie digitali e dai materiali industriali contemporanei.
Catalogo MAMbo-Skira: saggi di Luca Cerizza, Massimiliano Gioni e un’intervista fra Charlotte Laubard, Andrea Viliani e l’artista.
Diego Perrone (Asti, 1970) vive e lavora fra Milano e Berlino.
La mostra di Diego Perrone è co-prodotta con il CAPC, musée d’art contemporain de Bordeaux.
Bojan Šarčević
Already Vanishing
A cura di Andrea Viliani
Nelle sue opere Bojan Šarčević crea forme e situazioni aperte, ambigue, che nascono dall’interazione fra diverse modalità espressive, all’intersezione fra le diverse fasi del processo creativo e dell’esperienza sensibile. Immaginare il mezzo filmico come una ‘scultura’, - come accade in questa mostra che è il capitolo conclusivo di un ciclo di mostre presentate alla galleria BQ di Colonia e al Centre d’Art Contemporain Le Crédac di Ivry – significa conferirgli una presenza fisica e concreta nello spazio espositivo, prospettando una possibilità espressiva liminare sia al film che alla scultura. Delineando nei nuovi white cube del MAMbo un percorso scandito da tre distinti padiglioni, Šarčević costruisce strutture che sono al contempo composizioni scultoree autonome, spazi di proiezione e luoghi in cui si definisce la relazione imprescindibile fra l’intervento artistico e il suo contesto architettonico. In questo sfaldamento dei confini fra entità diverse, materia e struttura sono trasposte in una dimensione narrativa, intangibile e immateriale, mentre la solidità dell’architettura si apre al dinamismo dell’immagine in movimento, al calibrato mutare del suono, del colore, della luce, lo spazio reale si interseca reciprocamente con quello metaforico e bidimensionale dell’immagine proiettata. Nella definizione immutabile dell’edificio del museo si infiltra la natura effimera e transitoria del progetto e dell’esperienza, nell’hic et nunc delle sale espositive prendono corpo scenari sospesi fra invenzione, sensazione e riflessione.
Catalogo MAMbo-Skira: saggi di Caoimhín Mac Giolla Léith, Marcus Steinweg e Andrea Viliani.
Bojan Šarčević (Belgrado, 1974) vive e lavora a Berlino.
Per informazioni:
Lara Facco
Comunicazione e Sviluppo Marketing
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fax +39 051 6496600
lara.facco@comune.bologna.it
ufficiostampaMAMbo@comune.bologna.it
Inaugurazione 1 dicembre 2007 su invito
MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna
Via Don Minzoni ,14 - Bologna