Circolo Culturale Bertolt Brecht
Ciclo: Indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto. 3 artisti, 3 diversi sguardi sulla pittura: dal materico, con i solchi di colore di Gatti e Carena alla pittura incontaminata, limpida di Bigi.
Ciclo: Indagine su un artista al di sopra di ogni sospetto
A cura di Lorenzo Argentino
Tre sguardi poggiati sul mondo, tre spazi interiori abitati dalla stessa realtà che
si offre allo spirito lasciandosi riflettere, ridisegnare, rimodellare. Una realtà
trasfigurata dalla pittura e dalla memoria di tre artisti, una pittura dell'anima
affamata di materia in ogni tela, in ogni pennellata. La metafora del viaggio ci
spinge alla scoperta di una terra sconosciuta fatta di materia prepotente che dà
vita alle forme: pennellate spesse, grumi di colore che creano immagini, diventano
vita, e velina leggera che si lascia trasportare dal vento e diventa vento essa
stessa.
Realtà modellata nel colore, materia che diventa strumento emozionato ed
emozionante nelle mani d'artista, piegandosi, accartocciandosi, trasfigurandosi fino
a diventare, ai nostri occhi, vento che sostiene e sospinge misteriose ali nella
savana, metallo che si smaterializza nei flutti di un mare incolore e feroce, ombre
di montagne ... riecheggia quasi Turner questa natura che diventa i suoi elementi.
E' questo il reale di Mariangela Gatti, reale che gradualmente diventa ricordo, che
si scopre emozione mentre la materia perde il suo peso nella trasparenza delle
sensazioni e il materico sublima nell'aereo.
Ed è già lì che troviamo Gabriella
Carena: sospinta da vento e colore si è allontanata progressivamente dalla terra
quasi a volerne prendere le misure, risalendo un blu verticale e vertiginoso, un blu
lontano in cui si è persa fermandosi sorpresa a guardare il proprio mondo. In lei,
macrocosmo e microcosmo si scontrano e confondono in immagini che assomigliano ad
ingrandimenti cellulari ed allo stesso tempo a riprese satellitari. Profondità
annegate nel blu, superfici coperte dell'oro nascosto dalla terra, luna lontana che
si fa volto in controluce, dune in trasparente rilievo. Opere che ci fanno fluttuare
come un respiro, un soffio, in uno spazio infinito, in cui la terra, con la sua
concretezza e ruvidezza, le sue pietre, seppur preziose, è ancora ben presente.
Il
viaggio finisce ed al contempo comincia con Elio Bigi. La sua pittura abbandona ogni
consapevolezza della realtà, è emozione allo stato puro in cui il colore diventa
densità in sé, i cui confini sono disegnati da poche linee. Sensazioni pure
affiorano nel colore, nelle sfumature e trasparenze, fino a diventare simboli,
scrittura quasi intellegibile.
La pittura diventa la lente d'ingrandimento delle
sensazioni: dal materico, dai solchi di colore di Gatti e Carena si ritorna alla
pittura incontaminata, limpida, ad una forma in-formale che a tratti ricorda Rothko
e Klee, Dubuffet e Magritte. Il colore evanescente si fa luce pura che modella la
realtà o meglio il ricordo di essa. Un ricordo che permane quando l'oggetto del
ricordo stesso è perduto, come quando, dopo essere stati abbagliati, gli occhi si
chiudono e restano a guardare un chiarore che galleggia nell'oscurità. Trasognato,
abbagliato, lo spirito vaga tra forme e volumi, tra emozioni ed istinto in un
viaggio che spazia da concretezza e fisicità ad astrazione e leggerezza.(Barbara Di Santo e Paola Franzosi)
Immagine: Elio Bigi
Inaugurazione 4 dicembre ore 18.30
Circolo Culturale Bertolt Brecht - Spazio 1
Piazza San Giuseppe 10, Milano
Orario: martedì e giovedì dalle 16.30 alle 18.30
Ingresso libero