Andrea Caretto
Stefania Pettinato
Chiara Pirito
Alessandro Quaranta
Gian Luca Ranno
Gianluca Sudano
Giorgina Bertolino
Francesca Comisso
Nicoletta Leonardi
Lisa Parola
Luisa Perlo
Pubblico/Privato. Con la mostra Proposte si conclude la seconda edizione del progetto Proposte/LabOratorio: la rassegna è dedicata alle ricerche dei giovani artisti operanti sul territorio regionale. La mostra presenta i lavori di sei artisti, realizzati nell'ambito del progetto e pensati per lo spazio della Galleria di San Filippo; è una sequenza di spazi che richiamano, anche visivamente, il confine e l'alternanza tra pubblico e privato. Gli artisti hanno lavorato infatti al rilievo delle "intersezioni" e dei luoghi di "passaggio" tra queste due condizioni spaziali ed esistenziali.
"Pubblico/Privato"
a cura di: a.titolo
(G. Bertolino,
F. Comisso, N. Leonardi, L. Parola, L. Perlo)
DIREZIONE REGIONALE PROMOZIONE ATTIVITA' CULTURALI,ISTRUZIONE E SPETTACOLO
SETTORE PROMOZIONE ATTIVITA' CULTURALI
mostra promossa da: Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura;
artisti: Andrea Caretto, Stefania Pettinato, Chiara Pirito, Alessandro Quaranta, Gian Luca
Ranno, Gianluca Sudano
Il progetto.
Con la mostra Proposte si conclude la seconda edizione del progetto Proposte/LabOratorio,
promosso dall'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte e curato da a.titolo (gruppo
di critiche e storiche d'arte e dal 2000 Commissione scientifica di Proposte).
Giunta alla sua
sedicesima edizione, la rassegna Proposte, promossa dal 1988 dalla Regione Piemonte, è dedicata
alle ricerche dei giovani artisti operanti sul territorio regionale.
LabOratorio -estensione didattica e informativa di Proposte- si è articolato quest'anno intorno
al tema Pubblico/Privato, trattato con un workshop, tenuto in luglio da Antoni Muntadas e
attraverso cinque conferenze aperte al pubblico, svoltesi in ottobre nella sede dell'Oratorio
di San Filippo.
In questa serie di appuntamenti il rapporto tra i due spazi è stato affrontato
in un'ottica interdisciplinare e con un particolare riferimento alle complesse trasformazioni
della città contemporanea e all'impatto sociale e culturale dei media e delle nuove tecnologie.
Hanno partecipato a LabOratorio 2, l'artista Antoni Muntadas, Luca Bertolini (urbanista), Marco
Senaldi (critico d'arte), Marianella Sclavi (antropologa urbana), Nicoletta Leonardi (storica
della forografia), Sergio Risaliti (ditrettore del Palazzo delle Papesse, Centro d'Arte
Contemporanea di Siena).
La mostra presenta i lavori degli artisti Andrea Caretto, Stefania Pettinato, Chiara Pirito,
Alessandro Quaranta, Gian Luca Ranno e Gianluca Sudano, realizzati nell'ambito del progetto e
pensati per lo spazio della Galleria di San Filippo.
La mostra, con l'allestimento curato da
Marisa Coppiano (Assessorato alla Cultura, Regione Piemonte), è una sequenza di spazi che
richiamano, anche visivamente, il confine e l'alternanza tra pubblico e privato.
Tutti e sei
gli artisti hanno lavorato infatti al rilievo delle "intersezioni" e dei luoghi di "passaggio"
tra queste due condizioni spaziali ed esistenziali. Con installazioni, video e azioni hanno
cioè trovato quei "punti di scambio" che evidenziano la capacità umana alla modulazione e
all'elaborazione dello stato in luogo nel pubblico e nel privato.
Andrea Caretto ha operato nel "sistema" che collega la produzione individuale dei rifiuti
alla sua destinazione: la discarica. Con il lavoro in mostra e attraverso una visita guidata
in una discarica alle porte di Torino, ha istituito un collegamento reale tra questo territorio
di "nessuno", sebbene effetto di una collettività , e la sede espositiva. A partire dalla raccolta e dal dimensionamento
dello scarto, indizio privato dello statuto di consumatore, l'ha messo in relazione con un
territorio "di nessuno", sebbene concreto effetto della collettività .
Su un altro piano, ma
analogamente, Gianluca Sudano ha azionato con un gioco il senso della responsabilità del singolo
rispetto alla diffusione pubblica delle immagini. È intervenuto cioè sul meccanismo
"partecipato" della pubblicità e dell'iconografia comune, quali risultati appunto pubblici
di responsabilità e interessi privati. Con
il gioco del tiro a segno, trasformato in un'installazione interattiva, ha azionato il senso
della responsabilità del singolo rispetto alla diffusione pubblica delle immagini.
Con la preparazione di una tavola tecnologica Alessandro Quaranta ha
enfatizzato il luogo del mangiare insieme. L'atto dell'ingestione del cibo, pratica naturale
del nutrirsi, ma anche massima espressione dello
scambio tra esterno e interno, mondo e corpo, è messo in relazione a una "mensa pubblica"
ovvero all'emanazione di leggi comunitarie in tema
di alimentazione.
La stanza di Stefania
Pettinato è una parte della sua casa. La casa è anche un "sito" e la stanza, trasferita in
mostra, è un soggiorno. L'accoglienza dell'esterno, l'ospitalità , l'esibizione privata delle proprie cose, scelte e
preferenze, coesistono e culminano nell'evento della "festa" fissata per il giorno
dell'inaugurazione.
Anche Gian Luca Ranno coglie l'occasione dell'apertura della mostra
per lanciare il suo Urban game. Il gioco collettivo di Ranno è il
farsi di una narrazione che sovrappone una regia al fluire di una normale quotidianità . Con
sistemi che apparentano il suo Urban game alle fiction della real tv e ai role-play, l'artista riflette sui ruoli
di "protagonista" e "comparsa" ma, soprattutto su quelli di "persona" e "personaggio".
Un gioco attraverso il quale diventa il regista e il T-ranno della quotidianità di un gruppo di persone.
Personae, nell'accezione latina di "maschera", sono quelle che appaiono nella video
installazione di Chiara Pirito. Donne e uomini che si preparano all'ingresso nel pubblico.
Significativamente posti sulla soglia tra casa e strada, in un fuori luogo che per questo
enfatizza anche i gesti più minuti, le persone di Pirito sono in presenza dello specchio.
L'oggetto e luogo dell'incontro e scontro del tra sé e sé, dell'io e dell'altro.
Estratto dal testo di a.titolo pubblicato in catalogo
Pubblico-privato: intersezioni di spazi
"Il mio corpo, dunque, non è calato in uno spazio unico, bensì nella difficile intersezione
di questa numerosa famiglia di spazi; nell'insieme delle connessioni e dei collegamenti da
praticare tra queste varietà di spazi. Non si tratta di un dato, di un qualcosa che, come si
dice, è sempre là . Questa intersezione, questi collegamenti sono sempre da costruire".
M. Serres, Discorso e percorso, in L'identità , seminario diretto da C. Lévi-Strauss, 1977,
Sellerio Palermo 1980.
Pubblico e privato -i termini che abbiamo messo in relazione per il tema di questo secondo
LabOratorio-Proposte- non hanno certamente accezioni univoche. Sono specchi di Norme e Regole,
tanto da accostarsi al concetto di Diritto, ma riferiscono anche delle idee di Stato,
Amministrazione, Audience, di Interesse, Privacy e Intimità e di Proprietà . In ogni caso
quando li pensiamo tendiamo sempre a "spazializzarli", a dar loro un luogo, un "abitato".
L'estrema varietà di spazi, fisici e mentali, che regola e declina l'abitare, fa dello spazio
un processo.
Georges Perec nel suo inventario intitolato alle "specie di spazi", osserva
che "lo spazio è uno strano supporto in movimento, fatto di densità interne che si spostano" .
In questa mobilità si dovranno comprendere, oltre ai sensi e alle percezioni "elastiche" del
singolo, anche le direzioni prescrittive dei disegni del Pubblico (questa volta non spazio
quanto piuttosto Legge e Norma) e del Privato (questa volta come Possesso e Proprietà ). A
ciascuno di essi pertiene un insieme di dispositivi e di regole. Dove per "dispositivo",
secondo "M. Foucault (1969) e da successive elaborazioni di P. Bordieu (1972) e di G.
Teyssot (1981)", si intenderà quel "regime di pratiche, una tecnologia sociale e insieme la
prescrizione di un modo di vita che per giudizi, costruzioni, eliminazioni o censure
dell'esistente tende a creare un habitus" .
I progetti realizzati dagli artisti sono destinati a una mostra che, fin dalla sua
organizzazione spaziale, si configura in una serie di sei habitat, referenti di molteplici
habitus.
Ciò che dalla nostra posizione di curatrici, riconosciamo come risultato, sta nella
direzione teorica e nella formalizzazione di ognuno di questi lavori. A fronte di un tema
che poteva essere risolto con un posizionamento nel pubblico o nel privato, ogni lavoro ha
trovato un proprio modo per mostrare un "intersezione", una zona intermedia tra gli spazi.
Gli artisti hanno cioè trovato oggetti o territori che, in qualità di "punti di scambio",
evidenziano una capacità umana all'elaborazione dello stato in luogo nei due campi, nella
loro "separatezza" quanto nella loro "promiscuità ".
L'elenco di questi "oggetti" e "territori",
che hanno la qualità del "punto critico", può essere utile come introduzione all'analisi di
ogni singola ricerca.
inaugurazione: giovedì 15 novembre 2001, ore 18,30
orario: martedì/domenica 15,30/19,30
informazioni: Ufficio Mostre, Assessorato alla Cultura
tel. 011.4322979 011.4322063.
Catalogo disponibile in mostra, con i testi di a.titolo,
L. Bertolini, N. Leonardi, S. Risaliti, M. Sclavi, M. Senaldi
e con una conversazione con A.
Muntadas.
Galleria di San Filippo,
via Maria Vittoria 5, Torino