Per trasparenze e per lame di luce. Oltre alla serie di recenti lavori pittorici in metacrilato, in mostra un oggetto d'artista: una sedia intitolata 'Mi siedo nei ritagli di tempo' costruita di ritagli di materiale plastico trasparente colorato.
Coerente alle premesse che si datano perlomeno al 1981, quando Franca Bernardi ritagliava cartaveline colorate racchiudendole tra i diaframmi di due vetri trasparenti, continua la sua ricerca sperimentale sulla luce e l’attraversamento dello spazio.
Ricontestualizzata la materia e tralasciato il più tradizionale linguaggio della pittura - che seppure da lei praticato risolse costantemente in modo innovativo con colori e tele di forma aperta libere dalla costrizione dei telai - , dagli anni ’90 l’artista conferisce alla sua ricerca un nuovo traguardo. L’uso dell’acetato, di fogli di metacrilato di vario colore, ritagliati e sovrapposti le consente per sintesi e trasparenza di ricostruire il linguaggio della pittura secondo nuove modalità assolutamente destituite da ogni riferimento naturalistico.
Come nella pittura la Bernardi ci fa percepire l’opaco e il lucido, la profondità dei suoi splendidi rossi ottenuti per sovrapposizione di aranciati e violacei, la direzione delle pennellate, sostituite adesso dal taglio preciso del materiale plastico che filtra la luce attraverso lame luminose trasparenti.
Tutto il più recente e passato lavoro di questa artista dà voce ad una coerente sperimentazione astratta che frantuma e ricompone la forma trasferendola dalla parete allo spazio. In questa logica rientra anche la mostra in questione Per trasparenze e per lame di luce, che oltre alla serie di recenti lavori pittorici in metacrilato, mostra inoltre un oggetto d’artista: una sedia intitolata Mi siedo nei ritagli di tempo costruita, non casualmente, di ritagli di materiale plastico trasparente coloratissimi.
Ed i colori, appunto, malgrado la Bernardi li carichi di dissonanze intenzionali provocate per contiguità cromatiche acide all’apparenza stridenti, sono tuttavia sempre ricondotti ad un equilibrio armonico. Non solo presente in una certa declinazione astratta dell’avanguardia storica, incline allo stabilirsi di rapporti tra musica e pittura – cosa certamente ben presente e conosciuta dall’artista -, la ricerca di un ricomposto equilibrio tra spazio fisico e mentale, ottenuto attraverso calcolo e misurazione che danno logicità e pregnanza alla forma, si retrodata molto più oltre, tant’è che la stessa Franca Bernardi mi dice: “Tutto nasce da Piero della Francesca, dal suo possesso e suddivisione dello spazio, dalla sua scansione dei volumi”.
Ivana D’Agostino
Galleria AOCF58
via Flaminia 58 - Roma
Ingresso libero