Jannini presenta una tavola imbandita con un missile che sara' usato per compiere una passeggiata, videoripresa, per le strade di Torino. Inoltre una serie di opere dedicate alla metafora del cibo, da sempre collegata alle tensioni belliche. Morviducci espone una serie di acrilici su tela, che dialogano la fotografia ed il cinema.
A cura di Edoardo Di Mauro e Walter Vallini
Ernesto Jannini ( Napoli 1950, vive a Milano) , dopo esperienze giovanili nell’ambito del teatro e della performance con il gruppo napoletano degli Ambulanti, inizia una carriera d’artista che lo vedrà partecipare alla Quadriennale di Roma del 1975 ed alle Biennali di Venezia del 1976 e 1990, nonché a rassegne quali la Biennale di Gubbio, “Equinozio d’autunno” al Castello di Rivara, “Anninovanta” a cura di Renato Barilli, “Va’ pensiero” a cura di Edoardo Di Mauro, Promotrice, Torino, “Una Babele postmoderna” a cura di Edoardo Di Mauro, Palazzo Pigorini, Parma, ed allestire personali nelle gallerie Pari e Dispari di Cavriago (Re), Noacco di Chieri, De Zaal di Delft, la Giarina di Verona, Boutique Borsalino di Parigi, Fusion Art Gallery di Torino. Nel 2004 è stato protagonista di una ampia antologica presso la Galleria d’Arte Moderna di Gallarate. Nel 2007 ha pubblicato il volume “Equilibridi” per i tipi di Matteo Editore, che è stato presentato alla Libreria Rizzoli a Milano.
Fausto Morvidicci ( Napoli, 1953), ha partecipato a numerose collettive e fiere, ed ha allestito una mostra personale presso lo Spazio Arte di Napoli.
Ernesto Jannini , alla seconda esperienza espositiva presso la Fusion Art Gallery, è, come ho avuto modo di sottolineare nelle varie presentazioni che gli ho dedicato, uno dei più significativi esponenti della generazione emersa, in Italia, subito dopo l’ondata della Transavanguardia nella seconda metà degli anni ’80 e vanta un curriculum importante, dove spiccano le partecipazioni alle Biennali di Venezia del 1976 e 1990. Ho definito il lavoro di Jannini “archeologia del presente” ; l’artista centra il suo progetto su di una estetica della tecnologia, ce la mostra nella sua disarmante nudità d’oggetto, ce ne svela i meccanismi e la integra con elementi tratti dal mondo della cultura e della natura, indicandoci la strada di una possibile ecologia della mente, in una fase in cui arte e scienza, abbandonando antiche ritrosie, sono consapevoli della possibilità di inaugurare un dialogo costruttivo per entrambe. Questa personale sarà costruita da Jannini secondo il concetto e la pratica dell’”azione”, prassi a lui consueta sin dagli anni ’70. L’allestimento è dedicato ad una riflessione allarmata sulla guerra, imperniata su di una dialettica tra esterno ed interno, drammaticamente giocosa, in cui si intravede una precisa tensione politica. In galleria sarà collocata una tavola imbandita dove l’artista disporrà un missile da lui costruito, lungo circa 2,5 m. appoggiato a circa 80 cm. dal piano. Lo stesso oggetto sarà usato da Jannini per compiere una passeggiata, videoripresa, per le strade di Torino. Sempre in galleria saranno visibili una serie di opere dedicate alla metafora del cibo, da sempre collegata alle tensioni belliche, dove pacchetti di riso, grano, ed altri alimenti saranno assemblati sullo sfondo di microcircuiti.(E. Di Mauro)
Data troppo affrettatamente per inadeguata ai tempi e tuttora vittima di superficiali interpretazioni critiche, assillate da una affannosa rincorsa ai parametri di un gusto artistico che più ci si sforza di definire e delimitare più sfugge in mille direzioni, la pittura mantiene una invidiabile vitalità che le consente di calcare egregiamente la scena, adeguandosi con armonia alle mutazioni di una società in rapida e frenetica evoluzione. La pittura è da sempre simbolo ed emblema di quella “technè” intesa nell’accezione etimologica di pratica manuale implicita al concetto originario di arte. La pittura è da sempre la casa di tutte le tecniche e di tutti i progetti, luogo eletto da cui traggono origine le manifestazioni sensibili dell’arte, ed è per questa sua inarrivabile natura che ha saputo attraversare le epoche della storia mantenendo sempre, nei casi migliori, la sua carica di espressività. Tutto ciò ce lo conferma il raffinato lavoro di Fausto Morviducci. L’artista, alla sua prima personale torinese, proporrà una serie di acrilici su tela che svelano una personalità importante, dotata di grande consapevolezza sia formale che concettuale. I lavori di Morviducci denotano una insolita carica espressionista, dialogano con gli specifici della fotografia e del cinema, intrigano ed inquietano al tempo stesso il fruitore. Volti prevalentemente di donne, ma anche di infanti e di personaggi mitologici, balzano prepotentemente in primo piano con sguardi carichi di tensione e di attesa, come a cercare, dal mondo esterno, conferme e risposte che ne confortino l’evidente tensione esistenziale.(E. Di Mauro)
Immagine: Fausto Morviducci
Inaugurazione 14 dicembre ore 19
Fusion Art Gallery
Piazza Peyron 9, Torino
Orario: giovedì e venerdì 16.30 - 19.30 o su appuntamento
Ingresso libero