Ufficio Stampa Musei Civici Veneziani
M.G.Rosin presenta 30 opere site specific realizzate in vetro soffiato dai maestri muranesi e un sistema fluttuante di suoni, in una grande installazione legata ai temi della luce e dell'acqua. S. Bottomley espone, invece, una serie di gioielli ispirati ai disegni e alle visioni di Fortuny, un tributo alla creativita' del collezionista e una testimonianza diretta della sua eclettica eredita' intellettuale.
GELATINE LUX
Maria Grazia Rosin
Trentacinque opere site specific realizzate in vetro soffiato dai maestri muranesi e un sistema fluttuante di suoni, in una grande installazione legata ai temi della luce e dell’acqua al piano terra di Palazzo Fortuny.
Sospese e luminescenti, esse si integrano con materiali sintetici, siliconi, luce, LED, fibre ottiche e suoni e sono introdotte da Ganxi, grande, illuminato velario in vetro borosilicato soffiato a mano.
La mostra, visitabile con l’orario e il biglietto del Museo, riprende e sottolinea la vocazione del luogo alla sperimentazione eclettica, alla perfezione nelle tecniche, all’eccellenza estetica, allo studio sugli effetti luminosi, alla riflessione - dopo Artempo - sul significato delle forme, sull’interconnessione tra i mezzi espressivi.
Curata da Silvio Fuso, è organizzata dai Musei Civici Veneziani in collaborazione con Galleria Caterina Tognon Arte contemporanea, Venezia; Gallerie Italienne, Parigi; Galleria 503 Mulino, Vicenza; Start - Associazione culturale arte contemporanea, Venezia e si realizza con il sostegno di Dainese, Vicenza; Compagnia Vetraria Muranese, Murano; Alma Fibre Ottiche, Mestrino (Padova); De Majo Illuminazione, Mirano (Venezia); Alessandrini Antonio e Genesio Spa Costruzioni Edilizie, Roma; Ca’ Pisani Hotel, Venezia; Onagro e Fuga Specchi Veneziani, Murano; Mariano Fortuny Tessuti Artistici, Venezia; Soffieria Arte Antica, Dosson di Casier (Treviso); 100+1 Cantina Griswine, Padova; Massimo Lunardon, S. Giorgio di Perlena (Vicenza).
La grande installazione è paragonabile a un organismo vivente dai cui pori permeabili emana un’intelligenza diffusa, un’energia che si trasforma: quella della materia in luce, quella del suono in fonti multiple in movimento. È un percorso a ritroso, fino alle origini primarie della vita ma anche dell’ispirazione dell’artista, che coinvolge il visitatore in una dimensione onirico-immaginativa.
Forme primitive ed eterne, le opere riempiono lo spazio espositivo evocando abissi oceanici e siderali, immerse in un movimento accelerato come d’acqua, di plancton, di pulviscolo di pianeti.
Un universo visionario ma ordinato da un sottile equilibrio, in cui lo spettatore si immerge entrando nel lessico dell’artista. L'idea unificante che emerge da questo modo di "raccontare" di Maria Grazia Rosin è che ogni organismo è la sintesi finale di un affascinante processo di metamorfosi consequenziali, mentali e non, dal naturale all'artificiale: il genius loci di Palazzo Fortuny, quindi, di nuovo ispira e suggerisce una Wunderkammer, materiale e metaforica.
Le opere esposte sono state realizzate a Murano dai maestri soffiatori Sergio Tiozzo, Pino Signoretto, Silvano Signoretto, Andrea Zilio, Massimo Lunardon. Allestimento e concetto sonoro - Visnadi & Camomatic; Video- Computer grafica- Andrew Quinn & Maria Grazia Rosin.
Catalogo Edizioni Il Poligrafo, Padova.
Venezia, Palazzo Fortuny, piano terra
15 dicembre 2007 – 17 febbraio 2008
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TECH-TILE
Stephen Bottomley al Museo Fortuny - Gioielli
Dopo Artempo, riapre Palazzo Fortuny, già dimora e atelier dell’artista. Al primo piano nobile è l’affascinante salone , con la raccolta dei dipinti, i preziosi tessuti che rivestono interamente le pareti, le celebri lampade……
Qui, con una ventina di straordinarie creazioni dell’inglese Stephen Bottomley , trova spazio dal 15 dicembre al 2 marzo Tech_Tile, un originale omaggio a Mariano.
La mostra esplora le potenzialità del connubio tra progettazione digitale al computer e abilità tecnica artigianale, riferendosi esplicitamente non solo al “linguaggio visuale di fantasie e ornamenti" di Fortuny, ma anche alla sua inesauribile attitudine alla sperimentazione, alla contaminazione di metodi e approcci tradizionali e innovativi .
Argento e acrilico, acciaio o argento e smalto, ancora argento e cotone o titanio sono i materiali scelti da Bottomley per vere e proprie sculture da collo, ciondoli e bracciali . Ispirati ai disegni e alle visioni di Fortuny, sono un tributo alla creatività del maestro e una testimonianza diretta della sua eclettica eredità intellettuale.
Al volgere del secolo scorso a Venezia, il lavoro di Mariano Fortuny (1871-1949) rappresentava un insieme di passato e presente, una mistura di motivi medievali e classici , ispirati sia dalle forme naturali che dalle geometrie orientali e ottenuti anche con l'applicazione di tecnologie all’epoca emergenti nel campo della fotografia e della stampa. Dalle sue botteghe e dalla sua biblioteca scaturì una ricca fusione di stili; il suo "studio d'alchimista" fu frequentato da artisti, celebrità e scrittori del tempo, tra i quali Marcel Proust.
Ancora oggi Palazzo Fortuny conserva intatto il suo fascino e lo spirito di Mariano in qualche modo è presente in un momento, come quello attuale, in cui , come allora, tecnologia e scienza consentono nuovi modi di vedere e nuove prospettive per la creatività.
Proprio quest’approccio ibrido a un’arte legata alla tradizione ma aperta alla sperimentazione e alla tecnologia è la base dell’ispirazione del lavoro di Bottomley, gioielliere contemporaneo. Storicamente, l’oreficeria è sempre stata associata alla moda ed ai tessuti. La gioielleria contemporanea attribuisce più valore alla creazione che al materiale utilizzato, sviluppando un linguaggio più teoretico e concettuale che legato al valore intrinseco del metallo, mantenendo la funzione di ornamento delle vesti e del corpo.
I disegni di Bottomley nascono da un accurato studio dei motivi e delle matrici tessili di Fortuny; diventano disegni di gioielleria attraverso l’applicazione di tecnologie come scanning digitale, ingegneria inversa, fototipia rapida, incisione fotografica, incisione e taglio a laser. I successivi processi produttivi, lenti e meticolosi, consentono un fine equilibrio tra "vecchio/nuovo", "passato/presente" in cui la fredda esattezza digitale si stempera in un lavoro artigianale in cui perfezione e precisione, comunemente associate ai progetti realizzati al computer, sono intenzionalmente evitate.
Venezia, Palazzo Fortuny, I piano
15 dicembre 2007/ 2 marzo 2008
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Immagine di Maria Grazia Rosin
Inaugurazione Venerdì 14 dicembre 2007
Aperto al pubblico dal 15 dicembre 2007
Museo Fortuny
San Marco 3958 (ingresso da Campo San Beneto) Venezia
Orario: 10 - 18 (la biglietteria chiude un'ora prima); chiuso martedi', 25.XII e 1.I
Biglietti Intero: euro 7, Ridotto: euro 4