L'irragionevolezza della luce. L'artista riprende i temi dell'ultima produzione: la rappresentazione della luce attraverso i suoi caratteristici monocromi bianchi.
a cura di Maria Chiara Valacchi
In questa seconda personale presso la galleria Le pleiadi, Giuseppe Verga riprende temi e stile cari al suo percorso artistico degli ultimi anni: l'analisi dei contenuti della memoria e la rappresentazione della luce attraverso i suoi caratteristici monocromi bianchi.
In questa serie le due differenti indagini si richiamano, si intrecciano e si fondono in modo intimo e maturo: la ricerca spirituale rappresentata dall'utilizzo del bianco, segno di quella luce i cui effetti sulla retina producono la memoria visiva, questa volta scava nella sensazione di incorruttibilità, di indistruttibilità, e in ultima analisi di immortalità che appartiene all'infanzia, che vive, gode la vita, quasi dovesse durare per sempre, non tenendo conto del «passare» del tempo.
Implicita è la critica di Verga al compiaciuto sfruttamento commerciale dell'immagine dell'infanzia. L'artista, infatti, evoca la condizione dell'infanzia che ogni essere umano ha attraversato, il ricordo che se ne ha di essa, per stimolare il confronto con il bambino che si è stati e l'adulto che si è poi diventati. Non si tratta di flash-back, ma di accelerati flash-forward dal passato al presente, spinte in avanti verso il confronto con il proprio sé adulto, con la sua percezione della caducità, frutto di quella infantile percezione di immortalità, elaborata e trasformata nel tempo.
Sono ancora una volta dei frame, fermo-immagini, rubati al lungometraggio che la memoria ha fatto della realtà, che sembrano fermare, appunto, momenti del passato, prossimo o remoto; immagini mentali e pittoriche che suscitano nitidamente la consapevolezza che sono inesorabilmente «passate» per non tornare mai più. L'interazione tra le spinte che rimbalzano tra passato, presente e futuro riannoda i fili dell'identità in continuo divenire: il bambino rappresentato è cambiato, non esiste più, nel frattempo è stato tante persone diverse, tutte ormai inevitabilmente trascorse, scomparse; sono memoria e non più realtà, presente Tutto passa velocemente e si spegne. Uno spiraglio di salvezza proviene dal mistero dell'occhio che guarda, della memoria che archivia, e del pennello che ferma l'attimo sulla tela.
La mostra curata comprende un catalogo con intervento critico di Maria Chiara Valacchi e scritti di Vittorino Curci (Assessore alla Cultura della Provincia di Bari), Nico Berlen (Sindaco di Mola di Bari), Lucia Diomede (della galleria Le Pleiadi).
Le Pleiadi
via Matteotti, 123 - Mola di Bari (BA)
Orario: tutti i giorni dalle 17.30 alle 20.30
Ingresso libero