Jacopo Sansovino
Gian Lorenzo Bernini
Benedetto da Majano
Antonio Rossellino
Alessandro Algardi
Mauro Manieri
Paolo Biscottini
Raffaele Casciaro
Sansovino, Bernini e i Maestri leccesi tra tecnica e artificio. La mostra affianca esempi illustri di scultura in cartapesta ad opere di arredo sacro e di produzione artigianale. Articolata in 4 sezioni, l'esposizione propone una cinquantina di opere provenienti da chiese italiane e da importanti istituzioni.
A cura di Paolo Biscottinie e Raffaele Casciaro
La mostra affronta per la prima volta in Italia un genere poco noto, ma di grandissima importanza storica e decisamente sorprendente. Per secoli la cartapesta è stata un’autentica arte, apprezzata per la sua duttilità e leggerezza, per l’estrema adattabilità alle più disparate esigenze e per le eccezionali doti mimetiche del materiale, adatto a qualsiasi simulazione. I più grandi scultori del Rinascimento e del Barocco si sono cimentati con la cartapesta, producendo a volte autentici capolavori. Gran parte degli apparati effimeri delle feste venivano realizzati in cartapesta e costituivano spesso un’occasione per sperimentare soluzioni audaci e inedite che poi si potevano riproporre per imprese più durature.
Il percorso espositivo comprende una cinquantina di opere provenienti da chiese italiane e da importanti istituzioni come il Museo del Bargello e il Museo Bardini a Firenze, la Pinacoteca Nazionale di Siena, il Museo Nazionale di Palazzo Venezia a Roma e il Museum of Fine Arts di Budapest, per ricordarne solo alcune.
Articolata in quattro sezioni, la mostra affianca esempi illustri di scultura ad opere di arredo sacro e di produzione artigianale: testimonianza dell’importanza, della diffusione e della versatilità di un’arte non ancora degnamente considerata.
La prima sezione illustra, attraverso opere che spaziano dall’ambito di Donatello e dei più grandi scultori fiorentini, la fase sperimentale dell’utilizzo della cartapesta. Protagonisti di questo momento sono i maggiori scultori del primo Rinascimento toscano, quali Benedetto da Majano e Antonio Rossellino, i quali, nello stesso periodo in cui si riscopriva la terracotta come materiale scultoreo, si cimentavano con altri materiali plastici quali lo stucco o appunto la cartapesta.
La mostra prosegue analizzando gli sviluppi della cartapesta e della scultura polimaterica in altri ambiti geografici; come quello veneto, dove i grandi scultori del XVI secolo usarono la cartapesta sia per creare modelli da riprodurre con materiali più solidi, che come materiale per la realizzazione delle opere definitive. E’ questo il caso di Jacopo Sansovino, fiorentino di nascita ma veneziano d’adozione, al quale si devono alcuni magnifici esemplari di altorilievi in cartapesta, come la straordinaria Madonna col bambino del Museum of Fine Arts di Budapest (1530 ca. ) e restaurata in occasione della mostra.
La terza sezione è dedicata, invece, all’utilizzo della cartapesta negli apparati effimeri di epoca barocca, pochissimi sopravvissuti al tempo, il cui fasto e magnificenza venne solo in parte tradotto nei monumenti più solidi di marmo e di bronzo. Non mancano in mostra bozzetti e vere e proprie sculture dei massimi artisti dell’epoca, a partire da Gian Lorenzo Bernini, per proseguire con Alessandro Algardi, fino alla grande scuola del Settecento napoletano.
Chiude la mostra la sezione dedicata allo straordinario sviluppo della cartapesta leccese: capitolo interessante e poco conosciuto della storia dell’arte meridionale, con alcuni eccellenti esempi settecenteschi tra i quali spiccano le opere di Mauro Manieri, senza tuttavia trascurare la produzione artigianale perlopiù legata all’aspetto devozionale delle opere stesse.
Museo Diocesano
c.so di Porta Ticinese, 95 Milano
Orari: 10.00 – 18.00. Lunedì chiuso
Biglietti: € 8,00 intero; € 6,00 gruppi; € 5,00 ridotto; € 2,00 scolaresche