Guido Anderloni
Nanni Balestrini
Milena Barberis
Grazia Bonomo
Sergio Dangelo
Silla Ferradini
Loredana Galante
Eliana Galvani
Giampaolo Kohler
Sivia Levenson
Maura Garau
Moreno Gentili
Gigirigamonti
Valeria Magli
Sara Magni
Running Mannarelli
Andrea Mattoni
Michelangelo Jr
Claus Miller
Maria Mulas
Silvia Palombi
Lisa Ponti
Andrea Scarabelli
Mariuccia Secol
Alberto Tognola
Michelle Vasseur
Marlene Winkes
Abbondanza e Privazione. Collettiva di opere di piccolo formato sul tema del cibo. In mostra Silvia Palombi, Guido Anderloni, Nanni Balestrini, Sergio Dangelo, Loredana Galante, Maria Mulas, Lisa Ponti e molti altri. A cura di Milli Gandini.
A cura di Milli Gandini
Invito di partecipazione agli artisti:
Guido Anderloni, Nanni Balestrini, Milena Barberis, Grazia Bonomo, Sergio Dangelo, Silla Ferradini, Loredana Galante, Eliana Galvani, Giampaolo Kohler, Sivia Levenson, Maura Garau, Moreno Gentili, Gigirigamonti, Valeria Magli, Sara Magni, Running Mannarelli, Andrea Mattoni, Michelangelo Jr, Claus Miller, Maria Mulas, Silvia Palombi, Lisa Ponti, Andrea Scarabelli, Mariuccia Secol, Alberto Tognola, Michelle Vasseur, Marlene Winkes.
Lo Spazio Anfossi inaugura un’altra collettiva di opere di piccolo formato, portando avanti la sua scelta di abbinare a uno specifico materiale una storia vera. In questo caso artisti invitati sono stati chiamati ad esprimersi sul cibo.
Negli anni sessanta, a Venezia una nobildonna, contessa Amalia Nani Mocenigo, a causa di una misteriosa malattia, non potendosi più nutrire di carne cotta, si rivolse al mago Cipriani del mitico Harry’s Bar. Questi, ispiratosi a Vittore Carpaccio –il grandissimo pittore veneziano ricordato anche per le tonalità dei suoi rossi- inventò il piatto che tutti conoscono appunto come “carpaccio”.
E questa è storia da ricchi.
Negli ultimi tempi, il cibo è divenuto protagonista di ininterrotto spettacolo: cinema, televisione, mostre, giornali… Ma in tutto ciò c’è ben poco d’innovativo. Infatti, nelle Fiabe italiane raccolte dalla tradizione popolare e trascritte da Calvino –in abbondanza o per privazione- il cibo è l’oggetto di tutte le storie inventate e tramandate soprattutto da chi ne aveva proprio poco. Da chi non sa cosa mettere in pentola e s’avvia a battere la campagna “per minestra”; un cavolo più grosso degli altri sradicato apre lo spiraglio d’un mondo sotterraneo dove si può trovare uno sposo o una strega o un barbablù antropofago.(…) Ma la situazione “realistica”della miseria non è solo un motivo d’apertura della fiaba, una specie di trampolino di lancio per il salto nel meraviglioso, un termine di contrasto col regale e il sovrannaturale. C’è la fiaba contadina dal principio alla fine…*
E questa è una storia di poveri alla ventura, alla perigliosa ricerca della tavola imbandita, è una storia che rimanda sì a qualche vecchio pescatore che quasi alla fine della sua vita trova il pesce d’oro, ma la contemporaneità è soprattutto nei figli, nei giovani di tutto il mondo che vengono mandati ad affrontare foreste e montagne impervie orchi inganni e re crudeli.
Del suo lavoro di raccolta, Calvino dice: “Ogni poco mi pareva che la scatola magica che avevo aperto la perduta logica che governava il mondo delle fiabe si fosse scatenata, ritornando a dominare sulla terra. Ora posso dire che non è stata un’allucinazione. E’ stata piuttosto una conferma di qualcosa che sapevo già in partenza (…) ed è che io credo questo: le fiabe sono vere”*
*(dall’ introduzione di Italo Calvino Fiabe italiane, Giulio Einaudi Editore, Torino 1956)
Immagine: Valeria Magli, bal blanc
Inaugurazione ore 19
Spazio Anfossi
via Anfossi - Milano
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19 e su appuntamento
Ingresso libero