La Biblioteca di Pinocchio. L'artista russo (classe 1971) si esprime prevalentemente attraverso installazioni, stampe e opere oggettuali. La mostra ha per tema il genere accademico della modellatura, un genere molto popolare negli anni '20, ai tempi delle grandi utopie. La "modellatura commemorativa" di Belyi e' invece rivolta al passato, agli anni 60-70 del secolo scorso, periodo in cui sopravviveva uno degli ultimi slanci utopici della nostra epoca. A cura di Olesia Turkina.
a cura di Olesia Turkina
La biblioteca di Pinocchio è il titolo che l’artista russo Peter Belyi ha scelto per la sua prima mostra personale alla Galleria Pack e che ha per tema il genere accademico della modellatura.
La modellatura, che solitamente sottintendeva uno sguardo ideale verso il futuro, fu, per questo motivo, un genere molto popolare negli anni ’20, ai tempi delle grandi utopie. Gli artisti non solo creavano modelli di città future, ma concepivano gli stessi dipinti come indicazioni di possibili progetti tecnici.
La “modellatura commemorativa” di Peter Belyi è invece rivolta al passato, agli anni ’60-’70 del secolo scorso, periodo in cui sopravviveva uno degli ultimi slanci utopici della nostra epoca. Intento dell’artista è quello di cercare attraverso questo “nuovo” genere di rappresentare uno dei paradigmi dell’umanità: la speranza nel futuro che deriva dalla disillusione verso il passato.
Protagonista del progetto è il burattino di legno Pinocchio. Questi, incarna la figura di un architetto ossessionato da grandiosi progetti attraverso i quali spera di trasformare il mondo e l’indissolubile deposito di ideologia utopista presente in ognuno di noi. La biblioteca di Pinocchio è di legno, come il suo eroe, i suoi libri non possono venire aperti, sono come solide lapidi a una conoscenza inutile, inaccessibile e mai più consultabile. Ciò che era fonte di sapere è trasformato in un indissolubile deposito di ideologia utopista, un memoriale all’utopia stessa. E tuttavia La biblioteca di Pinocchio è piena delle speranze di ognuno di noi e soprattutto, del fatto che un giorno il burattino di legno si trasformerà in un bambino vero.
Il Pinocchio trasformato vive ora tra le rovine architettoniche che hanno dato corpo alle utopie sociali rappresentate da le altre installazioni presenti in mostra Il mio microquartiere e Mausoleo tipo, a ricordo delle anonime tipologie costruttive, dell’architettura sovietica a pannelli prefabbricati degli anni ’70.
Il mio microquartiere è composto da fragili case scatola, fatte di vecchie diapositive in parte ingiallite e recuperate dall’artista. Ogni casa ha la sua storia, che traspare attraverso una finestrella appena illuminata. Il ricordo di ciò che fu un luogo comune e una realtà quotidiana per migliaia di cittadini si perde e al tempo stesso acquista materialità.
L’installazione Mausoleo tipo è dedicata invece alla crisi degli sforzi proiettivi del potere. Le carcasse delle costruzioni a blocchi, dei quali una volta erano fatte le città, le fabbriche, gli ospedali, sono composti in forma di mausoleo. Ciò che avrebbe dovuto durare migliaia di anni si trasforma davanti agli occhi in rovine. L’ideologia, rappresentata in forma di mausoleo, si trasforma in cenere, in pietrisco. Il mausoleo, al pari dell’ideologia, non è eterno se si guarda nel futuro utopistico proiettivo a partire dal presente.
Peter Belyi è nato nel 1971 a Leningrado (attuale St.Pietroburgo) dove vive e lavora.
Tra le principali moste personali ricordiamo: Unnecessary Alphabet, Galleria Anna Frants Space, New York, (2007); Danger Zone Galleria Daneyal Mahmood, New York, (2007); Lenproekt, State Hermitage Museum, St. Petersburg, Russia (2007), SH854, Galleria Guelman, Mosca, (2005); Privatisation of the Chimneystack, New Realms Gallery, London (2005); City Heights Gallery 27 (2001), Cork Street di Londra.
Belyi ha inoltre partecipato a numerose mostre colletive tra cui ricordiamo: Celestial Mechanics, Pulkovo Observatory, St. Petersburg, (2007); Something About Power, 2 man show, 2nd Moscow Biennale, Russia (2007); Border Territory, Mars Gallery, 2nd Moscow Biennale, Russia (2007); Architecture Ad Marginum, State Russian Museum, St Petersburg, Russia (2007); Modus R, Art Basel Miami Beach, Miami, (2006); Post Modellismus, Krinzinger Progekte Galerie, Vienna, (2005). Le sue opere si trovano nelle collezioni permaneti di: The Margulies Collection, Miami; Murmansk Art Museum, Murmansk, Russia; Victoria & Albert Museum, Londra; Ashmolean Museum, Cambridge.
OPENING: 22 Gennaio dalle 18:00 alle 21:00
ORARI: dal martedì al sabato dalle 13.00 alle 19.30