Stefano Abbiati
Dario Arcidiacono
Giuseppe Bompaci
Eleonora Rossi
Siva
Alessandro Spadari
Loris Di Falco
Tre opere per sei artisti, sei diversi modi di declinare la pittura. Lavori di grande formato che vogliono rappresentare un documento sullo stato della ricerca che vede nella pittura sempre nuove motivazioni stilistiche e contaminazioni culturali. A cura di Loris di Falco.
A cura di Loris di Falco
Tre opere per sei artisti, sei diversi modi di declinare la pittura, con dei lavori
di grande formato scelti per la mostra che vogliono rappresentare un interessante
documento sullo stato della ricerca che vede nella pittura sempre nuove motivazioni
stilistiche e la sintesi espressiva delle contaminazioni culturali, dei desideri e
delle paure dei nostri tempi.
Stefano Abbiati
Attraverso un procedimento mentale di "flow", rielaboro segni e iconografie tratte
dalla cultura popolare di massa, spogliando il significato del soggetto fino a
costituire in ogni quadro una sorta di spazio che io definisco "semanticamente
cavo". In questo spazio cavo si possono trovare Maradona, Fonzie, Rocco Siffredi
(magari mentre discute col mio vicino di casa) etc. estratti dal loro contesto
originario e inseriti, mantenendo nel complesso un impianto strettamente figurativo,
in un ambiente mentale diverso, estraneo al concetto immediato che si ha di loro . A
queste figure fa da sfondo uno strato pittorico più o meno piatto da cui emergono
citazioni disparate, tra Topolini, Paperini o mostriciattoli delle pubblicità
televisive. Una sorta di "ora buca" dove sguinzagliare la mente, senza che questa si
ponga il problema di definire identità , percorsi, tessere magnetiche...Insomma,
prima di istituzionalizzarsi.
Dario Arcidiacono
La mattina dell'11 settembre 2001 stavo andando nello studio che condividevo con gli
altri tre Ultrapop e con Dorota Koziara, bravissima artista polacca. All'epoca
stavamo preparando una mostra al museo di Villa Croce a Genova. Fu Jacopo Foggini,
che aveva lo studio accanto al nostro, a darmi la notizia. Lo incontrai per strada:
era agitatissimo, mi disse che era praticamente scoppiata la terza guerra mondiale.
Io ero sveglio da poco, non capivo bene cosa stesse dicendo. Andai a casa di Totto
Renna (Supertotto), che abitava lì vicino. Vidi in diretta tv il secondo aereo che
si schiantava sulla seconda torre. Chiamai al cellulare mio fratello Arturo che mi
disse di non dire minchiate, che era con un cliente, che stava lavorando. Da allora
non ho più smesso di disegnare quella giornata.
Giuseppe Bompaci
Ultimamente sto indagando il corpo, la carne, il sangue, il disfacimento di essa,
non solo nel senso fisico ma nel senso "romantico" del termine (vedi Karl
Rosenkranz- L'estetica del brutto), corpi di bambini, di uomini ambigui e di donne
giovani e vecchie altrettanto ambigue rappresentano attraverso il colore a e la loro
presenza "l'eroticità del quadro" mentre teste di ragazzi o bambini apparentemente
normali si presentano in una realtà carnale tumefatta portando con sé l'effimerità
di essa stessa inserita in un contesto contemporaneo di rappresentazione.
Eleonora Rossi
Non è attraverso gesti plateali o volontariamente spettacolari che voglio denunciare
il disagio sociale al quale lavoro. Ma al contrario attraverso un discorso più
intimo e legato alle sensazioni. Il mio vocabolario interiore mi porta ad un
percorso concettuale che si concretizza in opere spesso figurative che provengono
dalla mia esperienza di contatto con le realtà border line e le banlieue del mondo.
Śiva
Nei miei dipinti voglio creare un paradiso artificiale iperbarocco dove si attua una
perdita dei valori dati dalla società, dove possono convivere elementi opposti come
l'aria e l'acqua, dove la segnaletica perde il suo originario riferimento simbolico
per diventare un semplice segno, senza riferimenti ad altro.
Si tratta di un paradiso dalle tinte molto sature, caramellose e abbaglianti, come
nelle visioni lisergiche.
Sulla superficie del tessuto dai riflessi metallici fluttuano pesci e uccelli tra
elementi decorativi tratti dall'art nouveau, piante e fiori dalle tinte piatte,
misteriose cariatidi e ritagli di tessuti decorati che formano un collage.
Alessandro Spadari
Prediligo il paesaggio come soggetto, che fa dei contrasti la sua forza, nelle
scelte cromatiche, nella violenza dei bagliori contrapposti al nero che sembra
sciogliersi nella tela, al contrasto delle parti lucide a quelle opache.
Ma anche qui il contrasto della scelta pittorica si ripropone presentandoci nella
liricità poetica della natura, paesaggi innevati dove sembra sentirsi “il silenzio”
ovattato della terra, o raccontandoci di cieli viola che si specchiano in se stessi
o montagne d’oro che aspettano avidi esploratori.
E’ il ritorno della pittura.
Immagine: Eleonora Rossi
Inaugurazione 29 gennaio ore 19
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Piazza Di Santa Cecilia 16, Roma
Ingresso libero