Dichiaro di essere Emilio Isgro'. Una grande retrospettiva sulla quarantennale attivita' del poeta visivo, pittore e scrittore, che esprime gia' nel titolo l'ambiguita' del linguaggio controverso dell'artista. La mostra parte con un percorso a ritroso: dalla grande installazione realizzata per questa occasione, fino ad arrivare alle prime opere del 1962. A cura di Marco Bazzini e Achille Bonito Oliva.
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A cura di Marco Bazzini e Achille Bonito Oliva
Il Centro per l'Arte contemporanea
Luigi Pecci di Prato dedica una grande retrospettiva alla quarantennale attività di
Emilio Isgrò, poeta visivo, pittore e scrittore. La mostra, curata da Marco Bazzini
e Achille Bonito Oliva, sarà aperta al pubblico nelle sale espositive del Museo dal
3 di febbraio al 11 di maggio 2008.
La retrospettiva Dichiaro di essere Emilio Isgrò esprime già nel titolo l'ambiguità
del linguaggio traverso dell'artista che nella storica installazione del 6 febbraio
1971 al contrario dichiarava di non essere Emilio Isgrò. Come scrive Bonito Oliva,
nel testo in catalogo: "Il linguaggio di Isgrò è sottoposto alla torsione analitica,
al gioco della vite che avvita l'opera e si avvita su se stessa, tra penetrazione ed
arresto".
Concepita insieme all'artista, la retrospettiva parte con un percorso a ritroso:
dalla grande opera realizzata per l'occasione Dichiaro di essere Emilio Isgrò fino
ad arrivare alle prime opere del 1962. Capitoli e tematiche dell'artista,
anticipatore del concettuale da cui successivamente si discosta e protagonista della
scena culturale e artistica nazionale e internazionale del nostro tempo, ben si
evincono nelle opere e installazioni storiche e di elevato valore quali, degli anni
'60: Titolo di giornale (E la sua prodigiosa attività ...); Volkswagen; Cancellatura
(Ideologia della sopravvivenza); Poesia Jacqueline; Attila; Paolo e Francesca;
Anabasi; L'attacco isterico (Freud); Il Cristo cancellatore (installazione di 38
libri); Trittico del Vecchio Continente. Per gli anni '70: Enciclopedia Treccani;
L'avventurosa vita di Emilio Isgrò nelle testimonianze di uomini di stato, artisti,
scrittori, parlamentari, attori, parenti, familiari, amici, anonimi cittadini
(installazione per 60 elementi); Semibreve da Haydn; La q di Hegel; Allende;
Trittico della Rivoluzione; Particolare da Montale: Il presidente Mao dorme;
Henricus Kissinger; Bagnasco; Particolare da Andreotti; Chopin
installazione-partitura per 15 pianoforti (15 elementi); Particolare da Craxi. Degli
anni '80: Biografia di uno scarafaggio; Cancellatura candida; L'ora italiana
(installazione per 20 elementi); La Ciaccona; Johanna Juditha; Hans Bach; Fredda e
senza schiuma. Degli anni '90 e opere recenti: Dittico Antonello Dio; Il Dio di
Mozart; Nero Caravaggio; Competition is competition; Fosforo Phosphorus;
Weltanschauung e Mantra siciliano per madonne toscane, installazione del 2008.
In occasione della mostra sarà editato un catalogo con testi critici di Achille
Bonito Oliva, Marco Bazzini, Andrea Cortelessa, Alberto Fiz ad accompagnare
un'antologia di scritti dell'artista e un'antologia della critica.
Emilio Isgrò nato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nel 1937, vive e lavora a Milano
dal 1956.
Inaugurazione 2 febbraio ore 18
Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci
Viale della Repubblica 277, Prato
Orario: tutti i giorni 10 - 19, chiuso martedi e 1 maggio
Ingresso: intero 5 euro, ridotto 4 euro
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Dichiaro di essere Emilio Isgrò
curated by Marco Bazzini and Achille Bonito Oliva
A great retrospective entitled Dichiaro di essere Emilio Isgrò (I declare I am Emilio Isgrò) curated by Marco Bazzini and Achille Bonito Oliva will be on until 11th May, 2008 at the ‘Luigi Pecci’ Centre for Contemporary Art. The exhibition goes back over the essential milestones in the career of artist, poet and writer Emilio Isgrò.
The duel between Emilio Isgrò and the printed word has been going on for almost half a century. It was in the early sixties when the author started creating his cancellature (deletions), that is, works accomplished by acting on texts and manually covering some parts of them. Words are deleted with heavy markings, so that only small fragments of sentences are still readable.
The act of deleting is a paradoxical destruction-reconstruction gesture. Those words which are not affected by deletion bring lifeblood to a new message carrying essential meanings: the useless is swept away. Deletion becomes the unmistakable language of his artistic exploration which, though anticipating conceptuality, tends more and more to affirm its own independence as time goes by: each time the artist tackles the technique of deletion, he will reach results with of varying quality.
Together with the concept of deletion, which is central and constant in the works by Isgrò, the cohabitation between words and images is also original. Writings converse with photographs, which are expedients that become unavoidable precepts to understand his work.
The language element and visual perception interact, thus suggesting a more thorough “reading” of the work that goes beyond its simple aesthetical impact: the viewer is induced to make an ideological and interpretative reflection on the subject.
On the occasion of this exhibition a catalogue has been published including essays by Marco Bazzini, Achille Bonito Oliva, Andrea Cortellessa, and Alberto Fiz, together with an anthology of writings by the artist and an anthology of criticism.
Emilio Isgrò, born at Barcellona Pozzo di Gotto (Province of Messina) in 1937, has lived and worked in Milan since 1956. After making his literary debut with the book of poetry Fiere del Sud (published by Arturo Schwarz, 1956), in 1964 he began to produce his first “cancellature” (deletions) exhibited in Italian and international galleries and museums. The theme of deletion, a recurrent concept in twentieth-century art, is the authentic and systematic foundation of his aesthetics, to the point of making him the leading figure in this practice. “I delete words to safeguard them, it is a gesture of salvation. My techniques of expressive language allow me to disappear, only to re-emerge again”, Isgrò has declared in an interview.
In 1977 he was awarded first prize at the Sao Paolo Biennale. In 1985 he presented the multimedia installation La Veglia di Bach in Milan, commissioned by La Scala Theatre for the European Year of Music, while in 1998 Seme d’arancia was installed at Barcellona in Sicily. In the years 1972, 1978, 1986, and 1993 he was invited to the Venice Biennale. His activity in the theatre and as author is also important, as demonstrated by “L’Orestea di Gibellina” (1983/84/85) as well as by novels and books of poetry, among them “L’avventurosa vita di Emilio Isgrò” (Il Formichiere, 1975), “Marta de Rogatiis Johnson” (Feltrinelli, 1977), “Polifemo” (Mondadori, 1989) and “L’asta delle ceneri” (Camunia, 1994).
Exhibition promoted by:
Regione Toscana, Comune di Prato, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ASM Ambiente Servizi Mobilità, Gruppo Consiag.
Organised by: Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci
Technical sponsor: AXA ART - Milano
Luigi Pecci Centre for Contemporary Art
Viale della Repubblica, 277 - 59100 Prato
Open every day except Tuesday and 1 May, from 10am to 7pm