Non mi piacciono le isole. La personale costituisce il primo appuntamento del ciclo "Disorientarsi a piu' voci". L'artista si esprime attraverso la grafica, l'incisione e la fotografia. A cura di Ivana D'Agostino.
a cura di Ivana D'Agostino
Martedì 29 gennaio 2008, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori
Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Luisa Colella.
Non mi piacciono le isole, curata da Ivana D’Agostino.
L’esposizione rimarrà aperta fino al 15 febbraio, secondo il seguente
orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00.
La mostra, è il primo appuntamento di Disorientarsi a più voci, ciclo
tematico di approfondimento, ideato dai critici Ivana D’Agostino e Loredana
Rea.
Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Luisa
Colella, Angela Corti, Teresa Mancini, Fernando Rea, Marzia Corteggiani e
Franca Marini – differenti per formazione, scelte operative, metodologie
espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla complessa
molteplicità delle prassi creative, sulla necessità di attraversare
territori diversi per poter trovare stimoli e motivazioni teoriche alle
molteplicità linguistiche e metodologiche che rappresentano il tessuto
vitale della contemporaneità.
L’intento critico è quello di tracciare una linea che tagli trasversalmente
gli assunti, i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei
multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione. Il collante
è la frantumazione del linguaggio, che meglio riesce a materializzare le
differenze, le singolarità, le inevitabili diversità di riflettere sul
presente.
Grafica, incisore e fotografa, Luisa Colella compendia i molteplici aspetti
del suo fare nella mostra Non mi piacciono le isole.
Coerente all’idea della linea ideativa unificante, l’artista ha connotato di
forma quadrata sia le dimensioni del catalogo che delle foto, eccezione
fatta per lo Stadio, l’unica di proporzioni rettangolari.
Questo principio di equivalenza e corrispondenze è tuttavia
intenzionalmente disatteso dall’enigmatico titolo della mostra e dalla
sottile ambiguità delle otto foto che la costituiscono. Esse non sono
infatti semplici fotografie poiché la loro lettura si completa su entrambi i
lati. Non potendosi in mostra fare vedere di esse, per ragioni evidenti,
l’una e l’altra parte, questo procedimento concettuale si realizza appieno
solo attraverso il verso e il recto delle otto fotografie del catalogo. È
stabilita così una stretta relazione tra l’evento e ciò che lo documenta –
il catalogo, appunto – per il tramite di una lettura integrata, che
iniziando dalle foto in mostra si estende completandosi in quelle stesse
foto riprodotte nel catalogo.
Il lavoro di punzonatura a cui la Colella sottopone inoltre parti delle sue
fotografie – un procedimento che le consente di ottenere attraverso i fori
praticati un interessante effetto di rilievo - continua stampato sotto forma
di puntini sul verso delle immagini riprodotte nel catalogo, così da
evidenziarne sulla pagina altrimenti bianca il solo contorno speculare.
Questo lavoro di punzone, in parte simulato e in parte reale, a mezza strada
tra il cartone da ricamo e il cartone da spolvero dei frescanti
rinascimentali, mette in evidenza la trama, il disegno cancellato dalla
pittura – oggi ricontestualizzata nella fotografia – della quale tuttavia
costituisce l’ossatura e le fila del racconto. Per l’artista proprio questa
parte del lavoro altrimenti nascosta non può essere elusa perché è in essa,
è in quei confini che delimitano a puntini gli spazi che si precisa la
memoria dei limiti circoscritti e chiusi di quelle isole che non le
piacciono, i cui contorni in qualche modo si allentano sul recto
dell’immagine restituiva di più varie e composite informazioni.
Le fotografie scattate tra Roma e Berlino tra il 2000 e il 2007, attraverso
i colori vividamente freddi ottenuti con la stampa ciba propongono un
racconto esplorativo, che procedendo per tante tappe quante sono le foto in
mostra prefigura un percorso di conoscenza, e attraverso di esso il rifiuto,
di tutto ciò che può adombrare situazioni anguste, apparentemente protette
ma prive nella realtà di energia e vitalità autentiche.
Inaugurazione 29 gennaio 2008
Studio Arte Fuori Centro
via Ercole Bombelli, 22 - Roma
Orari: mart-ven 17-20
Ingresso libero