Studio Arte Fuori Centro
Roma
via Ercole Bombelli, 22
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Luisa Colella
dal 28/1/2008 al 14/2/2008
mart-ven 17-20

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Studio Arte Fuori Centro



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Luisa Colella



 
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28/1/2008

Luisa Colella

Studio Arte Fuori Centro, Roma

Non mi piacciono le isole. La personale costituisce il primo appuntamento del ciclo "Disorientarsi a piu' voci". L'artista si esprime attraverso la grafica, l'incisione e la fotografia. A cura di Ivana D'Agostino.


comunicato stampa

a cura di Ivana D'Agostino

Martedì 29 gennaio 2008, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale di Luisa Colella. Non mi piacciono le isole, curata da Ivana D’Agostino. L’esposizione rimarrà aperta fino al 15 febbraio, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00. La mostra, è il primo appuntamento di Disorientarsi a più voci, ciclo tematico di approfondimento, ideato dai critici Ivana D’Agostino e Loredana Rea.

Nell’arco di tempo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Luisa Colella, Angela Corti, Teresa Mancini, Fernando Rea, Marzia Corteggiani e Franca Marini – differenti per formazione, scelte operative, metodologie espressive e progettualità di lavoro, si confrontano sulla complessa molteplicità delle prassi creative, sulla necessità di attraversare territori diversi per poter trovare stimoli e motivazioni teoriche alle molteplicità linguistiche e metodologiche che rappresentano il tessuto vitale della contemporaneità.

L’intento critico è quello di tracciare una linea che tagli trasversalmente gli assunti, i percorsi e gli obiettivi che si vanno elaborando nei multiformi ambiti delle esperienze legate alla sperimentazione. Il collante è la frantumazione del linguaggio, che meglio riesce a materializzare le differenze, le singolarità, le inevitabili diversità di riflettere sul presente.

Grafica, incisore e fotografa, Luisa Colella compendia i molteplici aspetti del suo fare nella mostra Non mi piacciono le isole. Coerente all’idea della linea ideativa unificante, l’artista ha connotato di forma quadrata sia le dimensioni del catalogo che delle foto, eccezione fatta per lo Stadio, l’unica di proporzioni rettangolari.

Questo principio di equivalenza e corrispondenze è tuttavia intenzionalmente disatteso dall’enigmatico titolo della mostra e dalla sottile ambiguità delle otto foto che la costituiscono. Esse non sono infatti semplici fotografie poiché la loro lettura si completa su entrambi i lati. Non potendosi in mostra fare vedere di esse, per ragioni evidenti, l’una e l’altra parte, questo procedimento concettuale si realizza appieno solo attraverso il verso e il recto delle otto fotografie del catalogo. È stabilita così una stretta relazione tra l’evento e ciò che lo documenta – il catalogo, appunto – per il tramite di una lettura integrata, che iniziando dalle foto in mostra si estende completandosi in quelle stesse foto riprodotte nel catalogo.

Il lavoro di punzonatura a cui la Colella sottopone inoltre parti delle sue fotografie – un procedimento che le consente di ottenere attraverso i fori praticati un interessante effetto di rilievo - continua stampato sotto forma di puntini sul verso delle immagini riprodotte nel catalogo, così da evidenziarne sulla pagina altrimenti bianca il solo contorno speculare. Questo lavoro di punzone, in parte simulato e in parte reale, a mezza strada tra il cartone da ricamo e il cartone da spolvero dei frescanti rinascimentali, mette in evidenza la trama, il disegno cancellato dalla pittura – oggi ricontestualizzata nella fotografia – della quale tuttavia costituisce l’ossatura e le fila del racconto. Per l’artista proprio questa parte del lavoro altrimenti nascosta non può essere elusa perché è in essa, è in quei confini che delimitano a puntini gli spazi che si precisa la memoria dei limiti circoscritti e chiusi di quelle isole che non le piacciono, i cui contorni in qualche modo si allentano sul recto dell’immagine restituiva di più varie e composite informazioni.

Le fotografie scattate tra Roma e Berlino tra il 2000 e il 2007, attraverso i colori vividamente freddi ottenuti con la stampa ciba propongono un racconto esplorativo, che procedendo per tante tappe quante sono le foto in mostra prefigura un percorso di conoscenza, e attraverso di esso il rifiuto, di tutto ciò che può adombrare situazioni anguste, apparentemente protette ma prive nella realtà di energia e vitalità autentiche.

Inaugurazione 29 gennaio 2008

Studio Arte Fuori Centro
via Ercole Bombelli, 22 - Roma
Orari: mart-ven 17-20
Ingresso libero

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