Jarach Gallery
Venezia
San Marco - Campo San Fantin, 1997
041 5221938 FAX 041 2778963
WEB
Claudia Pozzoli
dal 1/2/2008 al 28/3/2008

Segnalato da

Jarach Gallery




 
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1/2/2008

Claudia Pozzoli

Jarach Gallery, Venezia

In quiete. La giovane artista presenta in questa personale cinque cicli di opere fotografiche, dagli esordi fino all'ultima ricerca inedita, che porta il titolo Oros, in cui alte e nere pareti montuose cingono lo sguardo precludendogli l'orizzonte. A cura di Daniele De Luigi.


comunicato stampa

A cura di Daniele De Luigi

Inaugura Sabato 2 Febbraio presso Jarach Gallery “in quiete”, mostra personale della giovane artista
Claudia Pozzoli (1981) che presenta cinque cicli di opere fotografiche, dagli esordi fino all’ultima ricerca
inedita, che porta il titolo Oros.
La fotografia di Claudia Pozzoli si distingue per la notevole raffinatezza formale e per l’eccezionale
coerenza concettuale sviluppata dall’artista nel proprio percorso fin dagli esordi. In un momento in cui gli
artisti fotografi paiono annoiati dal reale e ci inducono a riflettere sulla sussistenza stessa di ciò che essi
concretamente ci mostrano, Claudia Pozzoli, nelle sue immagini, sembra piuttosto voler condurre la realtà
sull’orlo della sparizione. Mettendo in atto una riduzione all’essenziale degli elementi del visibile, li
trasfigura in puro riflesso di una condizione interiore. I suoi cicli realizzati tra il 2002 e il 2005 sono
imperniati sul concetto di vuoto elaborato dalla cultura orientale, e in termini formali sulla presenza assoluta
del bianco e del nero.

Nei notturni della serie Into my arms, solo un breve lembo di terreno è visibile in basso, ai nostri piedi,
illuminato artificialmente. Oltre, vi è solo nero. Percepiamo che l’orizzonte è situato dove già non vediamo
più nulla, dove non c’è differenza, non c’è immagine. È là che il nostro sguardo è attratto irresistibilmente.
Specularmente, in Mu l’unico appiglio visivo sono le ondulazioni di un manto nevoso, prima che l’occhio si
perda in un bianco pervasivo e abbacinante.

Nero e bianco, che solitamente associamo in termini oppositivi al buio e alla luce, cioè all’assenza o alla
presenza della condizione necessaria per vedere, si rivelano qui della stessa natura: metafora di un vuoto
inteso non come nihil, ma come pienezza da cui può scaturire ogni possibilità. Se il nero ci intimorisce e il
bianco ci rasserena, è per un’illusione che la nostra tradizione culturale e iconografica ha reificato.
Su questa stessa ambiguità si fonda la forza psicologica di Invito al cielo, in cui la cavità nera, fuori dalla
scala umana, di fronte alla quale siamo posti ci fa provare la sensazione di essere sulla soglia di uno
spazio ignoto. Le Nature immobili, oggetti minuti o frammenti affondati delicatamente nel bianco, possono
invece essere interpretate come una metafora del percorso necessario a raggiungere il vuoto zen: una
sottrazione dalla rappresentazione delle cose di ogni elemento possibile, fino al limite oltre il quale il
soggetto si dissolverebbe nel nulla.

La fotografia di Claudia Pozzoli è dunque profondamente inattuale, nel suo distaccarsi dal mondo
dell’immagine iperreale e nell’avvicinarsi a un concetto filosofico orientale che è per definizione fuori dal
tempo storico; eppure essa delinea in modo stringente la condizione dell’uomo contemporaneo, fatta di
smarrimento e paure. Il titolo volutamente ambiguo, in quiete, racchiude il paradosso poeticamente
realizzato dell’incontro tra questa inquietudine, un’angoscia capace però di generare slanci eroici, e la
quiete del vuoto zen. Anche nella serie Oros, in cui alte e nere pareti montuose cingono lo sguardo
precludendogli -ancora- l’orizzonte, il silenzio ovattato, la calma contemplativa non sono disgiunti da un
senso di oppressione, di schiacciamento. Qui è una sottile striscia di cielo oltre le creste a suscitare
l’impulso all’azione, la tensione al superamento dei limiti. L’arte di Claudia Pozzoli vive del miracoloso
equilibrio che si genera in quest’anelito verso l’infinito, destinato a restare perennemente irrisolto ma
indispensabile esercizio spirituale.

Inaugurazione 2 Febbraio 2008, ore 18

Jarach Gallery
San Marco - Campo San Fantin 1997 - Venezia
Ingresso libero

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