Sculture in terracotta e ceramica 1949-1969. L'esposizione presenta un'antologia di opere, alcune delle quali di grandi dimensioni, realizzate dall'Artista nel corso dei suoi ultimi due decenni creativi che lo hanno visto tra i più significativi animatori e protagonisti italiani della scena artistica internazionale del dopoguerra. Nelle quaranta opere presenti in mostra si ritrovano tutte le tecniche di lavorazione di cui Garelli era un profondo conoscitore.
Sculture in terracotta e ceramica 1949 - 1969
L'esposizione presenta un'antologia di opere, alcune delle quali di grandi
dimensioni, realizzate dall'Artista nel corso dei suoi ultimi due decenni
creativi che lo hanno visto tra i più significativi animatori e
protagonisti italiani della scena artistica internazionale del dopoguerra.
Michel Tapié così scriveva nella presentazione di una personale dell'artista
tenuta a Roma nel 1958 : 'Garelli sembra operare la forma per darle
delle possibilità di esistere ancora, in una ebbrezza di
distruzione-creazione panteista che deriva tanto da un nietzcheismo
dionisiaco quanto dalla conoscenza di alcune estreme necessità biologiche.
La continuità della sua invenzione ha la saggezza di non sacrificare alcuna
evidenza strutturale a certe apparenti espressività drammatiche né ai giochi
dove l'informale accademizza troppo spesso su se stesso a scapito dei
significati essenziali.'.
Nelle quaranta opere presenti in mostra si ritrovano tutte le tecniche di
lavorazione di cui Garelli era un profondo conoscitore.
Scrive Angelo
Dragone: 'Dei forni sembrò possedere tutti i segreti, compreso quello
dell'imprevisto che avrebbe atteso alla fine di ogni cottura, sempre pronto
d' altra parte a tentare il nuovo, spinto da un intuito tutto alchemico del
colore e delle temperature cui esponeva le sue realizzazioni plastiche.
Il
compimento dell'opera stava nella raggiunta bellezza delle superfici
vetrificate; bianche, colorate, come volevano le reazioni degli ossidi
metallici impiegati negli impasti o posti sottovernice su terre colorate.
Nulla poté sfuggire a Garelli dei complessi procedimenti escogitati dai più
consumati ceramisti albisolesi, tra cotture privilegiate e 'lustri' dati
per lo più a corpo, tra 'riflessi a fumo' e altre soluzioni tecniche.'.
ll senso e la dimostrazione delle parole di Tapié e di Dragone appaiono
evidenti nei lavori esposti, la cui scelta consente di ritrovare le tappe
più significative del percorso artistico di Garelli, unicamente attraverso
le creazioni realizzate 'per virtù del fuoco' in ceramica e terracotta
soprattutto nelle fornaci di Castellamonte ed Albisola, da quelle legate
all'archetipo 'figura' a quelle realizzate nella ricerca 'informale' fino
alle strutture primarie 'tubi' che furono il tema della sala personale alla
Biennale di Venezia del 1966 e che rappresentarono il preludio alle
esperienze di molti artisti delle generazioni successive.
Note biografiche
Franco Garelli è nato a Diano d'Alba, in Piemonte, il 19 ottobre 1909.
Il suo esordio è avvenuto nel 1927 a Torino, con la partecipazione ad una
mostra della Promotrice di Belle Arti.
All'inizio degli anni Trenta è impegnato nella realizzazione di terrecotte
di notevoli dimensioni ed ha contatti con Marinetti ed esponenti del Secondo
Futurismo. Nel corso di questo decennio prende parte a diverse mostre
regionali e nazionali. Tiene la sua prima mostra personale (disegni) nel
1936 alla Galleria La Stampa di Torino. Nel 1940, ad Albisola, ha contatti
con Arturo Martini. A Torino frequenta in particolare Luigi Spazzapan.
La ripresa nel dopoguerra è segnata dalla partecipazione al Premio Torino
del 1947 e da questo momento la sua attività creativa ed espositiva diviene
molto intensa. Già nel 1948 è presente sia alla Quadriennale di Roma che
alla Biennale di Venezia.
Tiene le sue prime personali del dopoguerra alla Galleria del Naviglio di
Milano ed alla Galleria la Bussola di Torino.
Attivo sia come pittore che come ceramista frequenta Vallauris e Albisola
con Lucio Fontana, Agenore Fabbri e Tullio d'Albisola. Nel 1948-1949 ad
Albisola stringe amicizia con Jorn, Appel e Corneille, esponenti del gruppo
informale 'Cobra' ed è in rapporto con il Laboratorio Sperimentale d'Alba,
animato da Pinot Gallizio.
Dal 1951 al 1963 insegna Anatomia Artistica presso l'Accademia di Belle Arti
di Torino. Nel 1960 è ritenuto idoneo al concorso per la cattedra di
Scultura. Dal 1964 è titolare della cattedra di Figura e Ornato Modellato
presso il Liceo Artistico di Torino.
Sempre impegnato nella ceramica,(scultura e oggetti) all'inizio degli anni
Cinquanta si dedica alla fusione in bronzo. Dal 1954 comincia a lavorare
costruendo per saldatura diretta sculture in spezzoni di ferro, che
insistono ulteriormente sull'archetipo 'figura'.
Nel 1957, lavora brevemente a Parigi e realizza una grande scultura in ferro
saldato per un edificio di Gualtiero Casalegno e Stefano Chiosso a Torino.
Nel 1958 vince il concorso per opere di scultura per la Biblioteca Civica di
Torino, realizzate nel 1963. Nel 1959 partecipa al concorso per il monumento
al sommergibilista caduto in guerra, a La Spezia e lavora per qualche tempo
in Giappone dove tiene mostre a Tokyo, Osaka ed in altre città stringendo
amicizia con gli artisti del Gruppo Gutai.
In questi anni Garelli é un protagonista della situazione informale torinese
che ruota intorno alla rivista
'Notizie', al suo spazio espositivo, e alle frequenti presenze di Michel
Tapié, con il quale i rapporti sono molto intensi.
Nel 1961 realizza sculture ambientali in Italia 61 a Torino. Nel 1962,
sempre a Torino, realizza un cancello in bronzo per l'edificio della Stipel
.
Nel 1963 risulta vincitore del concorso per rilievi in opere pubbliche a
Torino. Si reca frequentemente in Spagna e in Portogallo attrattovi dalle
corride.
All'inizio degli anni Sessanta è a New York, dove lavora per breve tempo;
progetta e costruisce un nuovo studio a Beinasco, presso Torino, dove più
tardi, nel 1967, sarà allestito un suo Museo privato.
Nel 1963-1964 il suo lavoro di scultore si apre a suggestioni
macchinistiche, volgendosi dalla 'figura' all''oggetto'. Ne nasceranno i
gesti elementari dei 'tubi', strutture primarie organiche nella loro
semplicità costruttiva, di grandi dimensioni, che espose nella sua sala
nella Biennale veneziana del 1966.
Nel 1963-1964 e nel 1965 si dedica a rilievi in materiale plastico,
'plamec', che presenta nel 1964 alla Galleria Blu a Milano. Molto intenso è
sempre il suo lavoro nel disegno, sviluppatosi negli anni parallelamente
all¹esperienza dei 'plamec'.
Nel 1965 vince un concorso per sculture in opere pubbliche a Bologna ed è
commissario alla Quadriennale di Roma.
Nel 1966 realizza il monumento ai caduti a Beinasco, nel 1969 un grande
rilievo in ferro saldato per l'edificio della sede RAI di Torino e, tre anni
dopo, una grande scultura, sempre in ferro saldato, per l'atrio della Sede
della Regione Piemonte, a Torino.
Impedito progressivamente a lavorare per ragioni di salute, muore a Torino
il 22 aprile 1973.
Per ulteriori informazioni e/o richieste di materiale iconografico si prega
di telefonare al n° 010586962 o consultare il sito.
Inaugurazione: giovedì 29 novembre 2001, ore 18.00
Orario : dal martedì al sabato ore 16.00 - 19.30 .
Mattino su
appuntamento.
La mostra è visitabile dal 20 novembre 2001 sul nostro
website.
Galleria Martini & Ronchetti
Via Roma 9 - 16121 Genova