Brolo Centro d'Arte e Cultura
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Elena Galanti
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Elena Galanti
Igor Zanti



 
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9/2/2008

Elena Galanti

Brolo Centro d'Arte e Cultura, Mogliano Veneto (TV)

Fate voi - Primo Premio Internazionale di Arte Fotografica. Nella realizzazione delle sue opere l'artista riveste i ruoli di ideatrice, quello di fotografa, scenografa, protagonista e stilista. "Ogni immagine le arriva da un epidermico inconscio". A cura di Igor Zanti.


comunicato stampa

a cura di Igor Zanti

In occasione della vincita del Secondo Premio Istituzionale e del Premio Speciale Centro Internazionale di Arte Fotografica al Premio Internazionale di Arte Fotografica “Arte Laguna”, Elena Galanti si presenta al pubblico riproponendo dal 10 al 24 febbraio 2008 presso il Brolo Centro d’Arte e Cultura di Mogliano Veneto “Fate voi” la Mostra Personale già presentata a Latina – sua città natale - nel dicembre 2007.

Elena Galanti nasce a Latina il 4 maggio 1977. Si diploma presso il liceo classico “Dante Alighieri”di Latina. Appena diplomatasi si trasferirà a Roma per frequentare la facoltà di medicina. Cambia facoltà perché già sente nascere in sé quella luce creativa che in seguito svilupperà iscrivendosi alla facoltà di filosofia dove tuttora le mancano 9 esami per completartene la laurea .Congela la sua laurea a seguito del suo viaggio a New York. Elena Galanti viene infatti selezionata tra migliaia di allievi nella più prestigiosa scuola di fotografia newyorkese, L’ICP (International Center of Photograhy) conseguendone un Master. Precedentemente aveva infatti insieme agli studi universitari, frequentato per tre anni L’ISFC di Roma (Istituto Superiore di Fotografia E Comunicazione Integrata) conseguendone il Diploma in fotografia. Dopo aver conseguito il Master all’ ICP di New York decide di tornare in Italia per realizzare il suo progetto fotografico.

Ogni immagine le arriva da “un epidermico inconscio”, nessuna immagine viene mai pensata o progettata. Tutte le immagini le appaiono come visioni, come quadri già costituiti dove appaiono sia gli scenari, che i personaggi, che i costumi. Nelle sue opere, riveste tutti i ruoli, quello di creatrice, quello di fotografa, scenografa, protagonista e stilista. In vari momenti si è domandata non sapendo rispondere a se stessa ,il motivo della sua costante presenza fisica nelle sue immagini… “crescendo come artista e persona” non si pone più questa domanda, ma segue ciò che per lei è fondamentale seguire nella vita di ogni essere umano: segue l’istinto divino e magico, è lui che ci indica la strada, che ci dice cosa fa bene a noi, alla nostra anima… e allo stesso tempo è l’arte che sceglie lei. Lei non può fuggire, non può rinnegarla, la insegue e la seduce invitandola all’abbandono dei sensi per far si che l’artista ceda al suo corteggiamento e si lasci pervadere dalla magia della creazione.

Solo dopo aver realizzato l’opera l’autrice come in un sogno ipnotico, si accorge che essa porta con sé “significati” e “messaggi”destinati a se stessa… ma soprattutto destinati agli altri esseri umani. A volte dice l’artista... è come se sentisse dentro il “dovere e al tempo stesso il piacere di far arrivare taluni messaggi. Ciò che lega ogni immagine all’altra, oltre a una vera e propria autobiografia, è il concetto di bene e male insito nell’ uomo. In ognuno di noi c’è una parte autolesionista o comunque triste, tendente a farsi del male da sola o comunque a soffrire; l’altra parte di noi invece è quella salvifica, quella che ha in sè l‘istinto benevolo e divino, quello consapevole della bellezza della vita e di noi stessi. Ed è proprio quella parte di noi che ci salva sempre, ci dà calore, ci fortifica, ci ricostruisce…

Questa artista di grande calibro non è sprovvista di nulla, ha in sé anche una grande umorismo, il nome della collana “Fate voi” infatti, porta con sé un doppio significato: “fate voi”, nel senso che tutti noi abbiamo una fata interiore, una luce divina, un istinto fondamentale da seguire, un istinto che per Elena Galanti è fondamentale da sentire, poiché essendo sordi al suo richiamo si cammina ciechi, privi di consapevolezza… e l'altro sottile significato di “fate voi” è: fate un po’ come vi pare, significato quest’ultimo rivolto a chi non ha consapevolezza di nulla, a chi rimane solo in superficie basandosi soltanto su ciò che riesce a vedere con gli occhi, senza neanche porsi la sfida di oltrepassare quella soglia e sentire che forse c’è qualcos’altro.

Nei suoi sette volumi intitolati “Charbel”, Elena Galanti raccoglie un'altra sfida: quella di scrivere. La protagonista Charbel, è una fata irlandese, una “antica sensitiva”, “una donna di conoscenza” vissuta varie volte, in varie epoche, epoche che lei ricorda, epoche che porta sempre con sé insieme ai suoi preziosi amici,spiriti guida realmente esistenti in carne ed ossa come Max e il suo Sebastian. Presenze eteree ma incarnate, con cui lei ha vissuto intensi passati in precedenti vite e che sono ancora con lei in questa vita.

Charbel con la materializzazione pensante, con una “magia”realizza quadri che le serviranno per arrivare alla consapevolezza di sé, per arrivare ad avere quell’equilibrio necessario per un essere fatato, e per arrivare alla settima fase, unire i “due mondi”paralleli che lei vive, quello terreno e quello energetico, degli ALTI PIANI ASTRALI… e ci arriverà non senza paura, né senza spiacevoli memorie di antiche vite, né senza la presenze di spiriti inquietanti che vorrebbero bloccare il suo cammino di creatura di luce… Ma la luce di Charbel è molto potente… Charbel desidera che ognuno di noi,ogni essere umano che si trovi in una fase, in una transizione da superare, come lei nelle sue 7 transizioni, impari ad amarsi, impari ad usare l’istinto , l’ intuito e possa servirsi delle sue opere, dei suoi quadri come “punto di riferimento” come un aiuto sostituendosi alle figure dei personaggi, dei luoghi, degli oggetti rappresentati nei quadri di Charbel .

L'inaugurazione avrà luogo domenica 10 febbraio 2008 alle ore 11.
Con l'occasione verranno presentati i sette volumi della Collana “Fate Voi”, redatti dall’Artista e pubblicati da Rupe Mutevole editore.

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