La Poetica della Testimonianza. "E c'e' il mare che non conosce pieta' nelle tele di Turri; e il vento grigio come il piombo che non diserta mai le vie di una citta' stramba, piegata, notturna" (Rocco Zani).
Italo Turri, la poetica della testimonianza
di Rocco Zani
“La poetica della testimonianza” recita emblematicamente il titolo di una mostra preziosa che nei prossimi giorni si terrà a Roma, nei saloni di Banca Sella. Perché prezioso è l’omaggio ad un artista, Italo Turri, che della “testimonianza” ha fatto il credo del suo incedere, senza mai ricorrere ad una disarticolata funzione dei ruoli: quello dell’uomo e del pittore cresciuto in esso. O viceversa. Un’esperienza, quella di Turri, che potremmo definire primordiale e compiuta, capace di accogliere, in una temporalità – e in una pratica – fatta di corrispondenze assolute e autentiche - mai disgiunte - le ore del dubbio e quelle di fantasticati ragionamenti. Accade allora che i “paesaggi” di Turri pittore non siano i segmenti esagitati di un mondo pallido o greve bensì il “paesaggio”; ovvero il luogo assoluto dove la natura imbriglia il tempo dell’uomo, ne ascolta le confidenze celate, ne muta il calendario e le simmetrie rassicuranti.
E c’è il mare che non conosce pietà nelle tele di Turri; e il vento grigio come il piombo che non diserta mai le vie di una città stramba, piegata, notturna; e cani sproporzionati e ringhianti, gatti pronti a balzare e una fauna che è ipotesi di vita. Ci sono gli uomini nelle tele di Turri; entità minuscole che indugiano sopraffatti dal vento e dal tempo, dal mare che non conosce pietà, dai cani ringhianti. Omini sconfitti, spazzati via da una solitudine quasi corporea scritta con la biacca struggente e l’indaco acido. Turri non ha mai conosciuto – assai probabilmente – le grandi città del nostro tempo, le megalopoli che hanno smarrito il sonno o la percezione della luce e dell’ombra. Eppure ne ha narrato la sostanza, l’umanità che ne affolla i perimetri, i giorni. Non è certo il “cuore romantico delle cose”, come avrebbe sostenuto Roland Barthes, ma c’è, nelle opere di Turri – ne sono certo - il “cuore delle cose”.
Banca Sella
Piazza Poli 38/41 - Roma
Ingressi libero