"Changing (I think there is something going on here). La mostra e' una riflessione sul sistema dell'arte e sulla situazione politica mondiale attuale. Installazioni di luci colorate, specchi rettangolari sul pavimento, e collages che uniscono immagini associano pubblicita' lussuriose ad altre di movimenti sociali e politici.
BASE / Progetti per l'arte inizia il suo decimo anno di attività presentando
venerdì15 febbraio dalle ore 18 un intervento di Surasi Kusolwong
appositamente creato per l'occasione dal titolo "Changing (I think there is
something going on here)": una riflessione sul sistema dell'arte e sulla
situazione politica mondiale attuale.
PENSO CHE STIA ACCADENDO QUALCOSA QUI.
CAMBIAMENTO
PENSO CHE STIA ACCADENDO QUALCOSA DI GIUSTO QUI.
PENSO CHE STIA ACCADENDO QUALCOSA DI SBAGLIATO QUI.
PENSO CHE STIA ACCADENDO QUALCOSA DI GIUSTO E DI SBAGLIATO QUI.
PENSO CHE STIA ACCADENDO QUALCOSA.
PENSO CHE STIA ACCADENDO QUALCOSA DI ABBASTANZA NORMALE QUI.
PENSO CHE LA PROTESTA SIA QUALCOS'ALTRO.
L'artista descrive così il suo intervento: Nella prima stanza 20 luci
circolari e fluorescenti installate casualmente sulla parete circondano e
avvolgono sei collages le cui immagini associano pubblicità lussuriose a
riferimenti di arte povera, minimalista e concettuale, mischiandole anche
con immagini popolari, di movimenti sociali e politici. Sul pavimento 7
specchi rettangolari disegnano un angolo a 45 gradi e sopra di essi un
oggetto d'argento pende dal soffitto. Questi elementi definiscono il
contesto e predispongono il luogo per far accadere delle cose il giorno
dell'inaugurazione. Una donna bella e affascinante entrerà nella stanza e
appenderà il reggiseno all'oggetto d'argento. Successivamente un uomo e una
donna con delle piccole frasi scritte sul corpo cammineranno verso il
pubblico. E' proprio in questo far vivere il luogo e stare nel luogo che
consiste l'opera di Surasi Kusolwong, più che nell'osservare in maniera
passiva i singoli oggetti che si troveranno lì. Il progetto per BASE, come
tutti gli altri suoi interventi, più che una performance risulterà in un
happening collettivo in cui tutti i partecipanti sono allo stesso modo
attori e autori di quell'istante e di quel risultato che chiamiamo arte.
Surasi Kusolwong, (Ayutthaya, Thailandia, 1965) vive e lavora a Bangkok.
Surasi Kusolwong si fa conoscere alla scena internazionale dell'arte con le
sue installazioni/happening dei Free Market. Ogni oggetto è venduto al
prezzo unico di un dollaro o di un euro e sono tutte le cose che di solito
consideriamo kitsch: oggetti e gadget per la casa, per lo più in plastica
colorata e vistosa, di produzione industriale. Sono oggetti triviali e
oggetti magici da accumulare e sistemare in scaffali privati atti a
collezionare la propria memoria. Surasi con questo tipo di intervento
trasforma il consueto spazio asettico da "white cube" in un tipico mercato
di strada Tailandese, con musica e una colorata dimensione pop, per creare
un evento in cui non ci sono gerarchie tra artista e fruitore, tra museo e
negozio e tra una cultura e l'altra. Infatti, tutti i presenti,
appropriandosi degli oggetti esposti, sono i diretti protagonisti
dell'evento/opera, la quale riporterà quello stesso spazio alla originaria
minimalista atmosfera di vuoto tipica degli spazi dell'arte. Kusolwong,
proponendo il momento della fruizione come opera stessa, realizza una
critica ironica e propositiva alla società dei consumi ed alla
globalizzazione che livella qualsiasi differenza.
Questo tipo di intervento
è stato realizzato in diverse occasioni, tra le quali ricordiamo l'edizione
del 2001 di Arte all'Arte in Toscana a cura di Pier Luigi Tazzi e Jerome
Sans e nel 2006 quella della Turbin Hall alla Tate Modern di Londra,
risultando sempre una cosa diversa e unica. Quello che accomuna i suoi
interventi è il momento della condivisione collettiva di quel momento
specifico: far irrompere la vita nello spazio asettico dell'arte e creare
una stratificazione inedita di vari riferimenti culturali. Alla Biennale di
Istanbul del 2003 presentò un luogo in cui poter fruire di massaggi
Tailandesi e alla Biennale di Venezia una stanza in cui si poteva respirare
dell'ossigeno puro. Entrambi i due lavori definivano luoghi altri, spazi di
sosta per una pausa nella visione della mostra internazionale con cui porre
l'attenzione anche a noi osservatori, per non perdersi e sparire del tutto
negli oggetti osservati.
Tra le sue recenti mostre ricordiamo: Baltic Centre for Contemporary Art,
Gateshead (2006); Kunsthalle, Vienna (2005); Rooseum Center for Contemporary
Art, Malmö (2004); Biennale di Lione (2005); Biennale di Istanbul; Biennale
di Venezia; Biennale dell'Havana; "Happiness - A Survival Guide for Art and
Life", Mori Art Museum, Tokyo (2003); "Urgent Painting", Musée d'Art
Moderne, Parigi; Palais de Tokyo, Parigi; Kwangju Biennale (2002); Berlin
Biennale (2001); Museum of Contemporary Art, Tokyo (2000); Biennale di
Sidney del 1998.
BASE / Progetti per l'arte è un'idea di artisti per altri artisti. BASE è un
luogo unico per la pratica dell'arte in Italia, la cui attività iniziata nel
1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in
Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra
i più interessanti dell'arte del duemila. BASE è un dialogo sulla
contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno
parte del collettivo di BASE / Progetti per l'arte: Mario Airò, Marco
Bagnoli, Massimo Bartolini, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci,
Paolo Parisi, Remo Salvadori. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di
Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan
Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon &
Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi
Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis,
Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam
Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl,
François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf
Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit
Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita
Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub,
Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai che hanno presentato progetti
inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Armin Linke,
Maurizio Mochetti, Diego Perrone, Nico Dockx, Michael Snow, Lawrence Wiener,
Franz West.
Inaugurazione Venerdì 15 febbraio 2007, dalle ore 18
Base
via San Niccolò, 18R - Firenze
Orari: da martedì a sabato, dalle 18 alle 20 / 0-24 come vetrina
Ingresso libero