Palazzo Pitti
Firenze
piazza dei Pitti, 1
055 3693407
WEB
Shirin Neshat
dal 25/5/2000 al 10/6/2000

Segnalato da

Francesca Tacconi



approfondimenti

Shirin Neshat



 
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25/5/2000

Shirin Neshat

Palazzo Pitti, Firenze

Pitti Immagine discovery presenta l’installazione filmica di Shirin Neshat Soliloquy al Teatro del Rondò di Bacco di Palazzo Pitti in collaborazione con la Galleria del Costume di Palazzo Pitti e gli ultimi lavori fotografici dell’artista nello spazio di via Faenza 111, Firenze. Sarà presente l’artista.


comunicato stampa

Pitti Immagine discovery presenta l’installazione filmica di Shirin Neshat Soliloquy al Teatro del Rondò di Bacco di Palazzo Pitti in collaborazione con la Galleria del Costume di Palazzo Pitti e gli ultimi lavori fotografici dell’artista nello spazio di via Faenza 111, Firenze
Sarà presente l’artista.

Soliloquy, 1999
Una certa nostalgia—dei piaceri semplici dell’infanzia, di legami sociali forti e di tradizioni antiche—pervade Soliloquy, la recente installazione filmica di Shirin Neshat, artista iraniana di nascita, newyorkese di adozione. Al pari delle sue precedenti opere d’impianto semi-autobiografico quale, ad esempio, Rapture, Soliloquy è una riflessione sul senso di disorientamento generato dal cambiamento dei valori. Il film è composto da due parti che vengono proiettate su schermi antistanti a grandezza naturale. L’artista stessa, che per la prima volta compare in uno dei suoi film, interpreta il ruolo della protagonista in entrambi i segmenti del cortometraggio. Lo spazio tra i due schermi è la rappresentazione simbolica dello scisma tra la società in cui Shirin Neshat è nata e quella in cui vive oggi. La donna—coperta dal tradizionale chador nero e con la medesima postura stoica per tutta la durata del film—appare identica in ambedue gli scenari. La differenza è che mentre una storia si svolge tra le polverose rovine di una città dell’Asia, l’altra si compie in una movimentata metropoli dell’Occidente. A un livello narrativo più elementare, il film descrive una giornata in cui l’esistenza delle due donne segue un percorso parallelo. Come gli altri film di Shirin Neshat anche questo è senza parole: canti curdi si confondono a trasmissioni radio a onde corte captate tanto in Occidente quanto in Oriente e accompagnano l’una e l’altra donna mentre vagano in cerca di conforto. Una delle due protagoniste giunge in una moschea, l’altra in una chiesa cattolica. Entrambe finiscono poi per riprendere le rispettive peregrinazioni, ma mentre una riparte con un senso di rinnovamento derivante dall’esperienza di aver preso parte a un rituale di purificazione e di essere pervenuta a una forma di accettazione, l’altra, dopo esser rimasta seduta in disparte in fondo alla cattedrale, esclusa dalle preghiere di monache e preti, appare ancora più smarrita di prima. Sia l’una che l’altra donna sono avulse dal mondo in cui vivono e alla fine entrambe si ritrovano sole. Più che le vicende di una singola donna, il film descrive infatti l’esperienza di chiunque aneli a un qualcosa di più, sia questo una qualche forma di legame spirituale o anche la semplice sensazione di far parte di una collettività.
Soliloquy è la terza installazione filmica portata a termine da Shirin Neshat e, con i suoi diciassette minuti, è anche la più lunga. Delle tre è quella di stampo più narrativo, la più elaborata e la prima a essere girata a colori.

Soliloquy, 1999
Video/Sound Installation, color; 16mm film transferred to video; 17-1/2 minutes
Director: Shirin Neshat
Director of Photography: Ghasem Ebrahimian
Music and Sound Design: Sussan Deyhim
Written by: Shirin Neshat, Shoja Youssefi Azari
Line Producer: Hamid Fardjad
Producer: Barbara Gladstone
Editors: Shirin Neshat and Shoja Y. Azari, Bill Buckendorf
Art Director: Shahram Karimi
Costume Designer: Noureddine Amir
Production Manager in Turkey: Ali Erol
Production Managers in U.S.: Jesse Scolaro, Allen Bain
Still photography: Larry Barns
Commissioned by: The Bohen Foundation


Shirin Neshat
La storia personale di Shirin Neshat non è meno avvincente dei suoi film. Nata nel 1957- suo padre era un dottore e sua madre una casalinga con atteggiamenti occidentalizzanti - a diciassette anni si recò negli Stati Uniti per compiere studi artistici. Costretta all’esilio dalla rivoluzione khomeinista del 1978, quando finalmente potè rientrare in patria nel 1990 restò sconvolta dai cambiamenti. Da allora, ogni anno compie un pellegrinaggio in Iran ed è così riuscita a reintegrarsi progressivamente nella vita del suo paese natale. L’orizzonte di interessi di Shirin Neshat si è notevolmente ampliato da quel 1993 in cui cominciò a esporre, dieci anni dopo aver conseguito un Master in Belle Arti presso la University of California a Berkeley. Le sono già state dedicate importanti mostre personali all’Art Institute di Chicago, alla Tate Gallery di Londra, e nello spazio espositivo Philip Morris, sede distaccata del Whitney Museum, a New York. Lo scorso anno, l’artista è stata premiata con un Leone d’Oro alla Biennale di Venezia.

Soliloquy
Teatro del Rondò di Bacco di Palazzo Pitti
Piazza Pitti, Firenze
Venerdì 26 maggio 2000 inaugurazione ore 19
Dal 27 maggio al 10 giugno proiezioni aperte al pubblico
ingresso libero senza prenotazione

Recent photographic work
Pitti Immagine discovery, via Faenza 111, Firenze
Venerdì 26 maggio 2000 inaugurazione ore 18.30
Dal 27 maggio al 10 giugno 2000
dal lunedì al sabato, ore 10-17
ingresso libero


Per informazioni:
Tel. 055/3693407 – 02/86462919
Fax 055/3693200 – 02/876792
discovery@pittimmagine.com

Si ringrazia l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze
per il generoso contributo

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