Interno Ventidue Arte Contemporanea
Necessary Illusions. La mostra e' incentrata su lavori fotografici appartenenti a tre serie recenti Necessary Illusions, Abstract Particulars e Proximity. Benche' distanti per temi e contenuti, i lavori sono intimamente connessi dall'idea dell'immaginario stratificato e della visione casuale.
a cura di Jonathan Turner
La presente mostra - una personale di fotografie dell'artista australiano Paul Ferman - è incentrata su lavori appartenenti a tre serie recenti Necessary Illusions (2007), Abstract Particulars (2006) e Proximity (2002). Benché distanti per temi e contenuti, i lavori sono intimamente connessi dall'idea dell'immaginario stratificato e della visione casuale.
«...la mia ultima serie Necessary Illusions è un commento su quanto insipida la cultura contemporanea possa essere» afferma Paul Ferman. «Il sociologo Noam Chomsky ha dibattuto circa il fatto che l'industria americana degli armamenti sia cresciuta connotata da isolamento, onnipotenza e ritualizzazione mentre noi tutti siamo stati distolti da dinamiche consumistiche.
Nel frattempo, la stampa ci distrae con sprazzi di mezze verità e conclusioni senza contraddittorio. Quindi, ho preso le copertine di differenti periodici di moda, decorazione d'interni, cibo, viaggi e finanza e vi ho sovrapposto a caso immagini di guerra, miseria e morte a Chernobyl, Baghdad, Libano ed Africa. Ciascuna delle opere è costituita da molteplici stati, con immagini da copertina molto seducenti ed altre figure “ruvidamente” sovrapposte. E' tutto deliberatamente low-tech.»
Caratterizzate da titoli sensazionalistici, facce impudenti e giornalismo fotografico morbosamente indugiato sul dolore, nove immagini stratificate costituiscono la serie Necessary Illusions (2007). Ha creato un mix cerebrale di scandalo, crimine, celebrità, shock e di tutte le forme di terrorismo culturale. Le stampa degli scatti è della dimensione dei poster pubblicitari dei periodici – esposti in supporti metallici - abitualmente utilizzati dalle edicole.
In quest'epoca di celebrità istantanea e di guerre-lampo, le notizie di ieri sono la storia dimenticata di domani.
Nel 2006, in un intervallo di pochi giorni, Ferman è stato presso un promontorio vicino la propria casa di Palm Beach nella fascia subtropicale a nord di Sydney. Dal medesimo punto ha scattato una serie di fotografie mirando ad est, al di là dell'oceano verso l'orizzonte. Nei paesaggi marini Abstract Particulars, l'oceano Pacifico è mostrato in tutta la sua drammatica umoralità, soverchiato dal cielo. Inserite in queste immagini, coppie di parole da una battuta dal Re Lear shakespeariano, nel momento della sua più profonda disperazione. Chi può dirmi chi sono.
«La citazione dal Re Lear appartiene al momento in cui si sente sopraffatto, spossato ed in balia di una temperie emotiva» afferma Ferman. «Lear è intrappolato dal proprio disagio emotivo da quando - divisi beni e regno tra le figlie - scopre che due di loro non ne siano degne. La frase si riferisce direttamente alla fondamentale preoccupazione dell'uomo circa il chi siamo e come ci collochiamo in un disegno più grande ».
Ferman confessa che la serie prende forma dalla personalissima visione sulla superficialità di comportamenti dediti al consumo tout court, in un mondo in cui i beni facilmente disponibili non restituiscono che una ben misera soddisfazione. Invece di concentrarsi sulla accondiscendente qualità del materialismo, Ferman ha optato per esplorare l'idea della bellezza autenticamente naturale. Come in un dipinto di Friederich, Turner e Tiepolo, tratta la purezza soggiacente nella natura come manifestazione del sublime; la coppia di parole aggiunte ai suoi paesaggi eroici ribadisce ossessivamente un messaggio sovversivo attraverso i meccanismi retorici della ripetizione.
«Le parole sono inserite nel cielo, conferendo pertanto un effetto drammatico, biblico. Il carattere tipografico è grandioso seppure semplice, con una mancanza di grazie tipica delle iscrizioni delle pietre tombali.»
Ferman seleziona nove differenti, drammatici, paesaggi marini, ne esaspera i colori per conferire un senso di straniamento. Marcando i contrasti e stagliando nel cielo le parole - campite degli stessi colori del mare sottostante - Ferman rimuove ogni sospetto bucolico dalle fotografie. La discussione a finale aperto, suggerita dalla coppia di parole, ammicca non a caso agli interrogativi presenti anche nei lavori testuali di Barbara Kruger, le affermazioni perentorie di Bruce Nauman e riferimenti simili da artisti del calibro di Jenny Holzer e Ed Ruscha. E', DIMMI, IO SONO. Queste sono domande, notazioni surreali o retorica?
Mentre la serie Abstract Particulars di Paul Ferman mostra le viste sorgenti dal mare ad oriente, vicino la propria casa di Palm Beach, la precedente - Proximity (2002) - è decisamente più intima, fatta di immagini catturate dentro e nei dintorni di casa. Al di là del principio comune di prossimità fisica dei soggetti, i due cicli si incontrano nella comune esplicitazione dei modi in cui noi determiniamo chi siamo e come ci inseriamo in un disegno più grande.
Le immagini composte in Proximity sono date da multi-esposizioni - da un minimo di quattro ad un massimo di dieci scatti sovrapposti - che includono riflessi, finestre, alberi, particolari di piante selvatiche australiane - finanche i fili alla fine dei tralicci che si estendono dalle case alle coltri di cespugli - . Storia e Natura mescolate in modo del tutto casuale.
L'interno si apre all'esterno e viceversa; i risultati sono stampati in varie tonalità di ruggine, citrino, sangue.
«Avevo intenzione di mostrare le situazioni incidentali, gli oggetti che normalmente i meccanismi cerebrali escludono per selezione» dice Ferman. Le immagini composte sono volutamente banali. «Le fotografie sono assolutamente casuali, create usando una grande varietà di ottiche. Ho camminato verso la cassetta della posta e scattato delle foto guardando in alto, in basso concentrando l'attenzione su una particolare pianta, ad esempio. Volevo simulare i processi visivi così come generalmente hanno luogo, quindi mescolarli. Le aree colorate, che ho campito successivamente in camera oscura, evidenziano le aree in cui si concentra l'attività visiva. Noi deteniamo il controllo della nostra realtà – operando una scelta sul cosa includervi oppure no - decidiamo continuamente in merito a ciò sulla base di ciò che attrae la nostra attenzione.
Sono i meandri della nostra mente. Quindi Proximity è come il familiare rumore di fondo della televisione, il processo è inclusivo ma coinvolge elementi su cui non sentiamo il bisogno di focalizzare l'attenzione».
In Abstract Particulars, le domande miliari sono difratte da presenze evanescenti. Proximity è focalizzata sugli elementi residuali della nostra vita quotidiana. Necessary Illusions si confronta con la manipolazione della percezione: pubblicità patinate per una società opaca.
Questa personale di opere recenti di un artista quale Paul Ferman presso la galleria Interno Ventidue aderisce alla politica della galleria di dare luogo a lavori di artisti contemporanei di fama internazionale. Di tale segno sono infatti le recenti personali di sculture di Oiviero Rainaldi e di lavori su carta di Dirk Westermann, nonché la collettiva Modi Monumental (Amedeo Modigliani e lavori di Lucilla Catania, Andrea Fogli, globalgroove, Cristiano Pintaldi, Oliviero Rainaldi e Francesca Tulli).
Gli scatti di Ferman sono già noti al pubblico italiano anche grazie alle personali presso IlPontecontemporanea (Roma), Galleria Bencivart (Pesaro), Studio Pino Casagrande (Spoleto) e Galleria Dina Carola (Napoli).
I lavori di Ferman saranno inoltre presenti a MiArt 08 (Milano), presso lo stand della galleria Interno Ventidue, dal 4 al 7 aprile 2008.
Inaugurazione 29 febbraio 2008 nell'ambito di Freaky Friday
Interno Ventidue Arte Contemporanea
Via di Monte Giordano, 36 - Roma
Orario: Lun - Ven ore 15 - 20 e su appuntamento.
Ingresso libero