Galleria S.A.L.E.S.
Roma
via dei Querceti, 4
06 77591122 FAX 06 77254794
WEB
Shahryar Nashat
dal 28/2/2008 al 4/4/2008
martedi' - sabato 15.30-19.30

Segnalato da

Galleria Sales



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Shahryar Nashat



 
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28/2/2008

Shahryar Nashat

Galleria S.A.L.E.S., Roma

Placed High for Dramatic Impact. Nella mostra una serie di stampe e sculture hanno come soggetto plinti e piedistalli neoclassici ottenuti attraverso cancellature o "riduzioni", come suggeriscono alcuni dei titoli. L'artista, infatti, ha scaricato le immagini per poi ritagliare quello che sarebbe il soggetto reale, cioe' le statue, e mostrare solamente la parte che ha scelto come soggetto, ovvero il piedistallo.


comunicato stampa

Venerdì 29 febbraio 2008 alle ore 19.00 si inaugura, presso la galleria S.A.L.E.S., la prima personale italiana di Shahryar Nashat.

Mentre percorre le sale che ospitano la Frick Collection, l’artista si ferma a guardare il San Girolamo di El Greco, un ritratto di un Santo, un’autorità superiore, che, come sottolinea l’audio-guida, è “appeso in alto per avere un impatto drammatico con il visitatore”. Lo spazio tra l’osservatore e l’opera (distanza maestosa), al momento della percezione e del riconoscimento del quadro, crea una sorta di relazione inversa – in termini concettuali tra la realtà oggettiva e il pensiero – rispetto alla stretta intimità che l'audio guida stabilisce, tra la voce anonima e professionale, l’orecchio e le facoltà cognitive di chi ascolta. Il collezionista, - ricco abbastanza da possedere un’immagine del “Dottore della Chiesa” – decidendo di collocare il quadro ben più in alto del frontone del caminetto, si prende una libertà piuttosto soggettiva rispetto ai normali termini di estetica della fruizione: egli, infatti, modifica la consuetudine di appendere i quadri a livello degli occhi – regola, se vogliamo, democratica.

Tale aneddoto, tuttavia, non racconta questa mostra ma è solo uno stratagemma, un’esca. Nel 1960, uno scultore inglese impressionò New York, esponendo dei plinti senza nulla sopra. La rappresentazione di un’assenza diede inizio ad una certa libertà di sperimentazione della disciplina artistica, che mise in discussione sia la superficie piatta del quadro che la naturale installazione delle sculture (moltissime opere verranno collocate in alto, anche se convenzionalmente dovrebbero essere allestite sul pavimento). Il Postmodernismo ha messo in discussione queste ed altre relazioni lineari fornendo nuovi metodi per comprendere cosa è venuto prima in modo da poter proseguire le ricerche in altre direzioni.

Nella mostra di Nashat, una serie di stampe e sculture hanno, come soggetto, plinti e piedistalli neoclassici ottenuti attraverso cancellature o “riduzioni”, come suggeriscono alcuni dei titoli. L’artista, infatti, ha scaricato le immagini per poi ritagliare quello che sarebbe il soggetto reale, cioè le statue, e mostrare solamente la parte che lui ha scelto come soggetto, ovvero il piedistallo. Downscaled and Overthrown (2008) è realizzata come se fosse una vera e propria scultura classica. I due plinti, una sorta di gemelli siamesi imprigionati in una relazione speculare, sono abbandonati a loro stessi. Nulla d’inaspettato può accadere tra questi due volumi nonostante la loro relazione sia diseguale, essendo uno in qualche modo più piccolo dell’altro.

Pausa: un particolare del corpo umano è più forte di una visione per intero. La rappresentazione dei piedi in arte, così come in qualsiasi altra immagine, è comunemente un feticcio. Le due fotografie, The Foot of Adrian Hermanides e The Calf of Adrian Hermanides (entrambi del 2008), ci mostrano, rispettivamente, i piedi mentre camminano, salgono ed escono e le parti del corpo di un collega dell’artista. Questi scatti, realizzati in un interno, implicano uno sconfinamento-slittamento della fotografia verso la sfera della scultura. Estremità e supporti giocano un ruolo fondamentale anche nel film Modern Body Comedy (2006), girato con una Super 8 e ambientato in un teatro. I protagonisti sono due atletici attori che non recitano alcun copione scritto e conferiscono così alla piece una dimensione quasi da “teatro-danza”. Le sedie (i plinti delle persone), i calzini, le scarpe e un paio di baffi finti prendono il posto delle parole in una relazione fatta unicamente di lunghi sguardi, un lancinante ri-negoziare tra il soggetto e l’oggetto.

Dominic Eichler

Inaugurazione venerdì 29 febbraio ore 19.00 - 24.00

Galleria Sales
via Dei Querceti, 4 Roma
da martedì a sabato ore 15.30 - 19.30

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