Con questo terzo appuntamento si prosegue un progetto in cui artisti italiani e stranieri della nuova generazione, attraverso le loro installazioni, si contestualizzano nello spazio urbano che li circonda. Il carattere frammentario e autoriflessivo delle installazioni di Favelli e' spesso accostato all'atteggiamento che assume Marcel Proust nella Recherche, in cui lo scrittore manipola con straordinaria abilita' il passato ed il ricordo.
A cura di Simona Cresci
Sabato 1 Marzo Flavio Favelli, sarà il protagonista del terzo appuntamento all'interno del container situato nel cuore del quartiere della Garbatella.
L’intervento dell'artista, possibile grazie alla realizzazione di un progetto denominato CONTIENE ARTE, nasce da un'idea di Gianluca Lipoli e ha come scopo principale quello di strutturarsi nel territorio circostante cercando con esso un dialogo permanente attraverso l’arte. Il container messo a disposizione, mira così a diventare non un fenomeno estemporaneo ma uno spazio stabile e duraturo per l’arte contemporanea.
La programmazione espositiva, curata da Simona Cresci, sarà arricchita da un importante programma didattico, che vedrà il coinvolgimento delle scuole e degli abitanti dell'XI municipio attraverso l'organizzazione di laboratori didattici e incontri con gli artisti invitati.
Il container, infatti, sarà il sintomo di una contaminazione estesa la quale prevedrà la dislocazione di altri container nel territorio circostante. Il progetto quindi, sarà finalizzato ad un work in progress, in cui l’arte non è solo il contenuto ma anche il veicolo che animerà e supporterà i diversi interventi sul quartiere.
Con questo terzo appuntamento si prosegue un progetto in cui artisti italiani e stranieri della nuova generazione, attraverso le loro installazioni, si contestualizzano nello spazio urbano che li circonda.
Con l’installazione pensata per il container è evidente che Flavio Favelli, rintraccia ancora una volta un'agibilità inedita degli spazi e delle luci, dove nel loro interno fa trasparire impronte corporali o testi umbratili. In realtà è come se lui vuotasse degli spazi già sepolti da memorie e schermasse luci opache su fuggevoli ombre, oltre che a fondare la sua opera sulle distanze.
Il carattere frammentario e autoriflessivo delle installazioni di Favelli è spesso accostato all’atteggiamento che assume Marcel Proust nella Recherche, in cui lo scrittore manipola con straordinaria abilità il passato ed il ricordo. Come Proust, Favelli maneggia i frammenti della memoria e della vita vissuta, trasformandoli in materia viva in connessione con il presente: ''E' come se mi voltassi sempre indietro'', dice l'artista.
Entrare nel suo mondo significa quindi confrontarsi con una dimensione intima dell'esistenza, fatta di sentimenti semplici estrapolati dalle sue memorie.
Inaugurazione: Sabato 1 Marzo alle ore 12:30
Contiene Arte c/o Parco di Via Magnaghi
Via Magnaghi - Roma