Lorenzo Giordano, Francesca Bellati, Francesco Di Tillo. Per questi artisti tutti gli elementi dell'arredo urbano, ma anche gli oggetti di scarto o d'uso comune possono divenire fonte d'ispirazione. Fotografie, computer grafica, sculture in alluminio.
Ancora una volta Open Lab mette in scena tre artisti che ci mostrano i mezzi e gli esiti che l’arte è in grado di esprimere nella contemporaneità. Da antichi resti di chiese e conventi che, una volta recuperati, ospitano centri commerciali e negozi (con spazio espositivo annesso nel caso, più unico che raro, di Compagnia Unica) a ruderi di ex-fabbriche che cambiano destinazione d’uso oppure restano abbandonate al loro degrado: tutti gli elementi dell’arredo urbano, ma anche gli oggetti di scarto o d’uso comune possono divenire fonte d’ispirazione, se non materia stessa per plasmare forme d’arte.
Lo sono le immagini delle ex-acciaierie di Cornigliano di Lorenzo Giordano che, tramite la tecnica fotografica, si fanno reportage post-industriale di degrado urbano eppure di romantico lirismo. Ispirati da una della più antiche e innate espressione artistiche dell’uomo, la poesia, in mostra gli scatti dell’artista saranno accompagnati, mediante l’ausilio di cuffie wireless, dalle parole di Edoardo Sanguineti, tratte dalla sua antologia “Mikrokosmos”. Così le inquadrature nette e incalzanti di Giordano (commissionatigli dal Dipartimento di Archeologia Industriale dell’Università di Genova e scattate tra novembre ‘06 e gennaio ‘07) prendono forma sonoro-visiva, per diventare custodi della nostra memoria storica cittadina.
Anche i “Fogli Sparsi” di Francesca Bellati, delicate improvvisazioni nate dalla mano ispirata dell’artista e da lei in un primo tempo abbandonate, sono state successivamente recuperate e rielaborate da un suo amico con l’ausilio della computer grafica. Accentuando col colore i contorni oppure gli sfondi dei disegni (in origine realizzati a penna, a gesso o acquerello) si sono evidenziati i particolari in grado di restituire l’originaria sensibilità della Bellati, capace di penetrare con pochi tratti l’essenza di quanto rappresentato. Le immagini ottenute sono state, poi, stampate su pellicola d’alluminio, materiale prediletto per la sua modernità e leggerezza, acquisendo così nuova carica espressiva, ma preservando al contempo la loro spontaneità.
Non dalla lettura di testi poetici, ma da rumori, suoni ed elementi di disturbo sono accompagnati i lavori di Francesco Di Tillo, che partono dal tema e dalla presenza di un oggetto comune (una finestra, un fusto, una lanterna), ribaltandone però l’aspetto e la funzione d’uso. L’artista avverte il richiamo estetico di materiali moderni e metallici quali l’alluminio, ricercato, lavorato, eppure leggero: con essi plasma tapparelle da cui trapelano sottili raggi di luce, recipienti in cui si fondono ambiguamente acqua, luce e materiale organico…Il tutto per creare installazioni affascinanti, ma non gradevoli, “immagini in movimento” capaci d’impossessarsi dell’ambiente che le circonda e di destabilizzare l’osservatore incuriosendolo con leggerezza e acuta ironia.
OpenLab in Compagnia Unica
Via San Vincenzo, 102/104 - Genova
Orario: merc-sab 15.30-19.30
Ingresso libero