Palazzo Ducale
Genova
piazza Matteotti, 9
010 5574065 FAX 010 5574001
WEB
Digitale Purpurea
dal 3/3/2008 al 8/3/2008
10-19

Segnalato da

Chiara Canali




 
calendario eventi  :: 




3/3/2008

Digitale Purpurea

Palazzo Ducale, Genova

Nell'ambito di Notte Rosa, una mostra di arte contemporanea dedicata alla figura femminile, alla sua identita' contemporanea e alla sua ambivalenza. In esposizione 30 tele che mescolano la pittura all'elaborazione fotografica di Simona Bramati, Barbara Giorgis, Daniele Giunta, Roberta Savelli. A cura di Chiara Canali.


comunicato stampa

Nell’ambito di Notte Rosa, manifestazione promossa dal Comune di Genova, Assessorato alla Città partecipata, una mostra di arte contemporanea dedicata alla figura femminile, alla sua identità contemporanea e alla sua ambivalenza.

Genova, 15 febbraio 2008. DIGITALE PURPUREA riunisce opere di quattro giovani artisti italiani la cui ricerca si focalizza sul tema della femminilità, letta e interpretata, in 30 tele, secondo differenti approcci e tecniche espressive che mescolano la pittura all’elaborazione fotografica.
Gli artisti in mostra giocano ampiamente sul tema dell’ambiguità e ambivalenza femminile, sul non detto, sull’allusivo, per caricare di indistinta emozionalità l’esperienza del disvelamento della donna.
Le figure femminili rappresentate dai quattro artisti, sebbene avvolte da un’atmosfera fiabesca, a tratti surreale, incarnano appieno la donna metropolitana, carica di contrastanti caratteristiche ma soggetto attivo e partecipe tanto nel privato e nella famiglia, quanto nel pubblico della nostra società multiculturale, mediante il lavoro, gli impegni sociali e culturali.

A contrasto, il titolo DIGITALE PURPUREA fa riferimento a una pianta molto amata nella letteratura decadente, tanto che Pascoli le intitolò una poesia, ricca di spunti decadenti. La digitale purpurea diviene simbolo dell’esperienza amorosa, piacevole e nello stesso tempo distruttiva.
Nelle opere in esposizione che raccontano la femminilità, i simboli si organizzano in una chiara polarità. Da un lato fanciulle innocenti e verginali, immagine di purezza; dall’altra donne fatali, immagine di sensualità languida e inquieta. Corpi femminei al limite tra l’umano e il divino; angeli bianchi, dee lunari, regine di luce che vivono in atmosfere fosche e decadenti.

I quattro artisti dedicano da tempo la propria attenzione alla figura femminile, interpretando modelli di donne affascinanti e conturbanti, dolci ma forti, antiche e contemporanee. Simona Bramati, riallacciandosi al filone del simbolismo decadente, a contrasto con la carica espressionista dei ritratti femminili, dipinge corpi rannicchiati e rachitici che nascondono le più incredibili deformità fisiche, a rappresentanza dei sacrifici e delle fatiche quotidiane per il raggiungimento dei propri ideali. Barbara Giorgis partendo da una base fotografica, libera le donne di tutto ciò che è mutuato dal mondo del fashion e dell’immagine per ridare alla figura, mediante interventi pittorici un nuovo volto e una dignità carica di tutte le esperienze della modernità. Daniele Giunta, affascinato dalla bellezza eterea delle donne del nord e dalla sottile seduzione della donna goticheggiante della moderna metropoli, traccia i profili di donne che sebbene talvolta appaiono distanti come idee, stregano lo spettatore e si fissano nella memoria.

Le sue Knife e le sue regine di luce, tratteggiate con delicatezza sulla seta, sono però donne forti ed incisive. Roberta Savelli tratteggia l’immagine e l’identità delle “tween” nella condizione di passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza, alternando singole identità pre-adolescenziali a gruppi di fanciulle in pose e movenze rilassate, che richiamano le scene di magica intimità e segrete confidenze caratteristiche di questa età di rapide trasformazioni.
Un testo del Prof. Franco Rositi, docente di Teoria sociologica alla Facoltà di Economia dell'Università di Pavia e Presidente dell'Istituto A. Gemelli - C. Musatti per la ricerca sulla comunicazione, integra la presentazione di DIGITALE PURPUREA.

“….Penso al carattere luminescente della grande parte delle immagini che oggi ci assediano, non solo in televisione (…), ma nelle riviste patinate, al cinema, nella confezione degli oggetti di consumo (e nella pop art che ne discute), nei quadri pubblicitari, nelle sfilate di moda (…). Deve esserci qualche significato perverso in tanta luminescenza: una nitidezza eccessiva delle immagini non è il correlato realistico delle nostre “naturali” esperienze visive (…). Dunque si può pensare che la pittura di Giorgis, di Giunta e di Bramati nasca da una intenzione oppositiva a tanta immotivata luminescenza (…). E segue la domanda: sarebbe possibile estendere questa operazione alla figura maschile?...”

SIMONA BRAMATI (Jesi, 1975) già da alcuni anni ha elaborato uno stile pittorico autonomo e singolare, che si ricollega alla lezione di Francis Bacon nel tentativo di isolare la figura femminile all’interno di stanze e parallelepipedi, in modo che nessuna storia o racconto si insinui nella scena illustrata e la figura stessa possa assumere un forte carattere simbolico e rituale. L’artista rappresenta corpi femminili al limite tra l’umano e il divino, donne elfiche e creature soprannaturali, donne farfalle o angelo, che già dal titolo appaiono essere moderne incarnazioni di categorie esistenziali e mentali (Superbia, Léthe, Mnemosyne) oppure di personaggi mitologici ed epici (Plotinia, Giuditta, Anacleto, Sabine). Nell’estenuato decorativismo delle tappezzerie e degli sfondi la pittura della Bramati si riallaccia al filone del simbolismo proclamato da Bonnard e Redon, a contrasto con la carica espressionista dei ritratti femminili che richiamano certi personaggi del film Freaks di Tod Browning.

BARBARA GIORGIS (Milano, 1969) si muove in direzione del recupero delle radici spirituali nascoste al di sotto delle rappresentazioni contemporanee. Intervenendo su immagini femminili di riviste alla moda, l’artista elimina gli attributi del momento e restituisce loro un’identità spirituale eterna. Il volto geometrico, incorniciato da lunghi veli monacali, appare come il nucleo focale dell’opera all’interno di una composizione giocata sul contrasto tra sfondo scuro e particolari figurativi immersi in bagliori di luce che pongono in risalto l’intensità fulgida dello sguardo e il chiarore lunare dell’incarnato. Nei lievi trapassi tonali tra una velatura e l’altra, si presagisce l’apparizione di motivi floreali alla destra o alla sinistra della figura, quale preannuncio di ulteriore esplosione di femminilità archetipica.

DANIELE GIUNTA (Arona, NO, 1980) presenta icone verginali che incarnano principesse scure e impenetrabili in contrasto con il biancore candido della seta. Fate della fiaba nordica oppure eroine della tragedia giapponese, le fanciulle di Giunta sono chiuse in se stesse, nell’anelito di raggiungere un’impossibile osmosi tra uomo e natura. Le figure femminili di Giunta sono portatrici di un’ambivalenza interiore che le rende fragili ma taglienti come cristalli di neve, gracili nel fisico ma forti mentalmente come eroine giapponesi. La levità dei materiali utilizzati, dalla carta di riso alle scatole di seta, dall’inchiostro di china alle sfumature ad acquerello, caratterizzano una pittura tenue, evanescente e impalpabile, in equilibrio tra la trasparenza delle forme e la leggerezza delle sostanze.

ROBERTA SAVELLI (Giussano (MI) 1969). Attraverso una tecnica pittorica estremamente delicata e raffinata, che utilizza la linea di contorno delle figure come un ricamo sulla tela di garza, Roberta Savelli tratteggia l’immagine e l’identità delle “tween” nella condizione di passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza. Le forme stilizzate delle fanciulle si confondono con gli sfondi decorati delle scene in cui appaiono cascate di fiori dal forte significato simbolico, allusivo a una sessualità che appare sempre più consapevole ed esibita. Alla raffigurazione di singole identità pre-adolescenziali, l’artista alterna composizioni strutturate dalla scansione di piani diversi in cui compaiono fanciulle in pose e movenze rilassate, che richiamano le scene di magica intimità e segrete confidenze caratteristiche di questa età di rapide trasformazioni. Eppure ogni individualità mantiene un’autonoma definizione e una chiara nitidezza del disegno, a sottolineare la progressiva presa di coscienza del proprio corpo e della sue potenzialità seduttrici.

Inaugurazione: martedì 4 marzo 2008 ore 17

Palazzo Ducale
Piazza Matteotti 9 - Genova
Orari: dalle 10 alle 19
ingresso libero

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Giancarlo De Carlo
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