Due e Multipli di Due. Quadri, video ed installazioni conducono lo spettatore attraverso quella linea sottile fra l'uomo e la donna dove i generi si incontrano, nel luogo dove il due dovrebbe diventare noi, ma soprattutto lo spazio dove l'uno tenta continuamente la prevaricazione dell'altro.
Maria Micozzi ci conduce attraverso questa mostra, ancora una volta, sul confine fra l’uomo e la donna, attraverso quella linea sottile che ha vissuto e in parte vive ancora la dicotomia io/esso, dove i due generi si scontrano e si incontrano, nel luogo dove il due dovrebbe diventare noi, ma soprattutto lo spazio dove l’uno tenta continuamente la prevaricazione sull’altro.
Il percorso si sposta, però, su un angolo di osservazione alternativo a quello verticistico della società patriarcale che non riesce a vedere il mondo nella sua organicità fatta di circuiti e relazioni, ma che vi si rapporta soltanto attraverso una sorda linearità strutturale alto-basso: il problema è inquadrato dalla Micozzi in modo complesso, proponendo un vero cambio di prospettiva teso ad una rivoluzione sia dal punto di vista concettuale, cercando di creare una interlocuzione fra le parti del tutto nuova, sia dal punto di vista tecnico spingendo notevolmente i colori della sua tavolozza, che diventano forti e decisi, quasi a prendere una posizione netta anche nello spazio del suo lavoro d’artista.
Questa rivoluzione si compie attraverso i protagonisti di quadri, video e installazioni che ci conducono in un modo dove il tu spettatore si ritrova di fronte all’io opera lontano da ogni dicotomia, in una relazione ritrovata in cui la tensione paritetica che si viene a creare ri-mette lo spettatore-fruitore sullo stesso piano dell’artista-attore assumendo scambievolmente il ruolo mente-corpo - corpo-mente.
All’interno del percorso creato dall’artista, infatti, siamo noi stessi che diventiamo attori che vivono la mostra scavandosi dentro, fino alle radici dei nostri tabù, incantati dai sospesi equilibri e dalle impeccabili geometrie che spesso si risolvono in spirali che vorticosamente ci trascinano nel profondo dell’opera e contemporaneamente in fondo a noi stessi.
Il confine sul quale ci conduce Maria Micozzi è quindi il luogo del contatto fra le opposte tendenze, fra il dentro e il fuori, fra una Lei e un Lui finalmente capaci di diventare un Loro dialogante; è il terreno di conquista di una dualità sempre difficile da risolvere in una società come la nostra sempre più volta all’individualismo e all’annullamento dell’altro.( Gino Fienga )
Inaugurazione 7 marzo ore 17.30
Sala Samona'
Via Roma 57, Padova
Orario: tutti i giorni 9.30 - 12.30, 15 - 19
Ingresso libero