"I tesori nascosti dell'Impressionismo", sono esposti 80 capolavori in totale, tra olii, acquerelli, pastelli, disegni e acqueforti che recano firme celeberrime quali Corot, Monet, Degas, Cezanne e altre ancora. "La Biblioteca di Federico di Montefeltro", la mostra illustra la personalita' del principe umanista, committente di manoscritti e ispiratore di una collezione libraria celebrata come una delle piu' grandiose del 400 e di tutta la cultura occidentale. In esposizione capolavori miniati la cui visione e' abitualmente riservata ai soli studiosi.
La particolarità di questa mostra è palesata già dal titolo, “I tesori nascosti dell’Impressionismo”.
L’idea principale è stata infatti quella di ricercare nel corposo patrimonio pittorico impressionista per spingersi oltre quei quadri, notissimi in tutto il mondo, e puntare invece i riflettori su quelle opere che, pur rivestendo un valore artistico a volte paritario delle tele più celebri, per le ragioni più svariate, restano in secondo piano, come sopravanzate dalla fama mediatica e di mercato dei ben noti capolavori impressionisti.
Il fil rouge che unisce buona parte della mostra è l’abbinamento tra quadri di impressionisti francesi e italiani; evidenziando le reciproche influenze. Viene focalizzato anche come tutti gli artisti esposti - o meglio, gli artisti in genere - quasi che fossero parte di un fiume in pieno movimento, raramente si fossilizzino su un unico genere, ma tendano, con il tempo, la maturità e le influenze dell’epoca in cui vivono, ad attraversare trasversalmente i generi più disparati.
La volontà è quella di offrire un taglio molto diverso e insolito rispetto alle mostre consuete, una visione in parte provocatoria e “osata” ma, al tempo stesso, ben documentata e mossa dalla forte motivazione primaria, che è l’esposizione di opere dal grande valore artistico, per la quasi totalità sconosciute al grande pubblico.
La disponibilità di ottanta capolavori in totale tra olii, acquerelli, pastelli, disegni e acqueforti che recano firme celeberrime quali Corot, Monet, Degas, Cezanne e altre ancora, abbinate a opere così significative di “impressionisti” italiani, per la quasi totalità provenienti da collezioni private, ha fornito lo spunto per questa soluzione senza dubbio interessante.
Attraverso gli abbinamenti proposti tra le opere di Maestri francesi e italiani salta immediatamente agli occhi come, in modo circolare fra tutti i pittori o in particolare fra alcuni di essi, i Maestri presi in esame fossero in relazione diretta o indiretta tra loro, non solo da un punto di vista tecnico e artistico, ma anche nella vita. Il che offre uno spaccato dove esistenza, pensieri, stile e modi di pensare si intersecano vicendevolmente nelle varie esistenze, di fatto, in alcuni casi, cambiandone anche il corso.
Un punto di vista, quello della mostra, che svela così gli interessanti nessi che avvolgono questo genere pittorico, fin qui studiato quasi esclusivamente in modo accademico.
“I tesori nascosti dell’Impressionismo” svela le ragioni per cui alcuni capolavori italiani del periodo portino, nel tratto e nella tecnica pittorica, quei segni distintivi che appartengono indubitabilmente all’Impressionismo e come, dove, quando e perché questo assorbimento culturale è avvenuto da parte dei nostri più affermati pittori a cavallo tra il XIX e il XX secolo.
“I tesori nascosti dell’Impressionismo” è ideata, organizzata e promossa da art is, associazione culturale che organizza eventi a livello nazionale nel settore dell’arte.
Servizi per il pubblico:
Guardaroba gratuito
Bookshop
Infopoint presso:
Urbino Servizi
Borgo Mercatale Rampa
di Francesco di Giorgio Martini
Tel.0722.2631
Palazzo Ducale
piazza Duca Federico, 107 - Urbino (PU)
Orario: tutti i giorni 10 - 19; su prenotazione 20 - 22
Biglietti: intero: €8; ridotto(studenti universitari, over 65):€5; gruppi (minimo 15 persone) e scuole: €5
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Codice Ornatissimo
La Biblioteca di Federico di Montefeltro
A 350 anni dal trasferimento della Biblioteca dei Duchi di Urbino presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, la biblioteca di Federico di Montefeltro fa ritorno nelle stanze che l'hanno vista formarsi.
Curata da Claudia Caldari, Lorenza Mochi Onori e Marcella Peruzzi, la mostra illustra la personalità di Federico come principe umanista, committente di manoscritti e ispiratore di una collezione libraria celebrata come una delle piu' grandiose del Quattrocento e di tutta la cultura occidentale. -Ornatissimi codici-, come si legge nel titolo, ovvero capolavori miniati la cui visione e' abitualmente riservata ai soli studiosi.
Testi sacri, Padri della Chiesa, letteratura classica, opere umanistiche e tecnico-scientifiche componevano la collezione e sono presenti in mostra. Tutti gli esemplari esposti sono riccamente miniati, sovente con dipinti a piena pagina. Si evidenzia l'apporto dei principali miniaturisti e copisti che hanno lavorato per Federico: quelli di ambito fiorentino, con alcuni splendidi esemplari usciti dalla Bottega di Vespasiano da Bisticci, quelli provenienti da Ferrara e gli urbinati. Sono presentate opere di miniaturisti come Franco dei Russi, Bartolomeo della Gatta, Francesco Rosselli e Francesco del Chierico, personalità di spicco in un genere attualmente meno noto al grande pubblico, ma di altissima suggestione per qualsiasi visitatore.
Per fruire al meglio questi capolavori, a fianco dei libri originali e' possibile sfogliare perfetti facsimili dei manoscritti urbinati. A corredo sono esposti anche bassorilievi, che richiamano le decorazioni di alcuni miniatori, con ritratti di Federico di Montefeltro, di sua moglie Battista Sforza, del principale collaboratore Ottaviano Ubaldini.
La particolarità della mostra e' inoltre quella di fare entrare virtualmente il visitatore nella realtà della Biblioteca. Una multiproiezione e multivisione virtuale in tre dimensioni realizzata da Paolo Buroni, consente di interagire attraverso una -spettacolarizzazione- della Biblioteca. Il visitatore puo' qui virtualmente afferrare e sfogliare i libri digitali, grazie a un gioco di sensori e telecamere.
Alcune postazioni informatiche consentono infine di immergersi in una originale realizzazione digitale curata da Marcella Peruzzi: un DVD con la ricostruzione virtuale della biblioteca di Federico di Montefeltro esattamente come era pochi anni dopo la sua morte, nel 1487. Ricostruzione che consente di mettersi nei panni di un visitatore della fine del Quattrocento e spaziare con lo sguardo, salire le scale addossate alle scansie, scorrere i dorsi dei volumi, ammirarne i frontespizi, aprirli e leggerli.
venerdi' 14 marzo, ore 11.30
vernice per la stampa con le curatrici Claudia Caldari, Lorenza Mochi Onori e Marcella Peruzzi
Palazzo Ducale
piazza Duca Federico, 107 Urbino
mart-dom 08.30>19.15 /festivi 08.30>19.15 / lunedi 08.30>14
ingresso libero