Alle ore 21.00 concerto inaugurale del Festival: Benedetto Lupo. Salutato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione, Benedetto Lupo, nato a Bari, vi compie gli studi musicali diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale. Ecco gli altri eventi...
10 dicembre, ore 21.00
Teatro Metastasio
Concerto Inaugurale
Con il patrocinio del Comune di Prato Assessorato alla Cultura
della Camera di Commercio di Prato e della Provincia di Prato
a cura della Società dei Concerti Roberto Fioravanti
Scuola Comunale di Musica "G. Verdi"
con Benedetto Lupo, pianoforte
Musiche di R. Schumann, C. Schumann e J. Brahms
(Ingresso £ 30.000, soci Fioravanti £ 25.000)
Salutato dalla critica internazionale come uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione, Benedetto Lupo, nato a Bari, vi compie gli studi musicali diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione speciale.
Si perfeziona successivamente con Marisa Somma, Sergio Perticaroli ed Aldo Ciccolini e frequenta le Masterclass di Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet e Murray Perahia.
Debutta a tredici anni con il Primo Concerto di Beethoven e si impone subito in numerosi Concorsi internazionali tra cui il "Cortot" e il "Ciudad de Jaén" in Europa e il "Robert Casadesus" di Cleveland, "Gina Bachauer" e "Van Cliburn"2 negli Stati Uniti.
Nel 1992 vince a Londra il Premio "Terence Judd" e viene scritturato per un recital a Wigmore Hall e per alcuni concerti con la Hallé Orchestra a Manchester.
La sua intensa attività concertistica lo vede abitualmente impegnato nelle Americhe, in Giappone ed in Europa, in collaborazione con direttori come Marc Andreae, Piero Bellugi, Umberto Benedetti Michelangeli, Aldo Ceccato, Yoram David, Gabriele Ferro, Miguel Harth-Bedoya, Lü Jia, Vladimir Jurowski, Kent Nagano, Daniel Oren, Victor Pablo, Zoltan Pesko, Michel Plasson, Michael Stern e Stanislaw Skrowaczewski.
Ospite dei maggiori Festival ed Istituzioni internazionali, Benedetto Lupo ha suonato inoltre all'Ambassador Auditorium di Pasadena (Los Angeles), al Lincoln Center di New York, alla Salle Pleyel a Parigi, al Palais des Beaux Arts a Bruxelles, al Teatro alla Scala di Milano, al San Carlo di Napoli, al Teatro La Fenice di Venezia ed ai Teatri Comunali di Bologna e Firenze, oltre che per le maggiori Istituzioni concertistiche italiane.
Pianista dal vasto repertorio, Lupo ha al suo attivo anche un'importante attività cameristica. Oltre alle sue registrazioni per numerose radiotelevisioni europee e statunitensi, Lupo ha inciso per la TELDEC, BMG, VAI, NUOVA ERA e l'integrale delle composizioni per pianoforte e orchestra di Schumann per la ARTS.
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11 dicembre, ore 21.30
Chiesa di San Francesco
L'Avvenuta Profezia
di Ambrogio Sparagna
Ambrogio Sparagna, zampogna, organetto
Annarita Colaianni, soprano
Luca Salvatori, organo
Clara Graziano, organetto
Erasmo Treglia, ciaramella, violino, ghironda
(Ingresso libero)
L'immagine della Natività è sempre stata rappresentata all'interno di scene pastorali caratterizzate spesso dalla presenza di suonatori di zampogna.
Per evocare questa classica ambientazione, nel XVIII secolo molti importanti musicisti composero delle particolari sonate per organo denominate pastorali che avevano la caratteristica di imitare il tipico suono pastorale prodotto dalle zampogne.
Domenico Scarlatti, Giuseppe Aldovrandini, Domenico Zipoli e tanti altri compositori dell'epoca, attivi soprattutto nell'area del regno di Napoli, scrissero in quegli anni molte composizioni pastorali che venivano eseguite nelle funzioni religiose utilizzando organi con registri che imitavano il suono delle zampogne. Su questa tradizione si inserì S. Alfonso Maria de' Liguori, autore della celebre "Tu scendi dalle stelle", e di una serie di novene natalizie che ancora oggi vengono cantate in molte chiese dell'Italia centro-meridionale.
L'Avvenuta Profezia racconta questo straordinario incontro tra musica liturgica settecentesca e cultura pastorale proponendo un originale confronto tra i repertori organistici e i repertori per zampogna che tuttora conservano quei tratti arcaici che tanto impressionarono molti compositori dell'epoca.
Alla zampogna e alla ciaramella, gli strumenti più significativi della tradizione folklorica italiana, si affiancano l'organetto e la ghironda e una serie di altri piccoli strumenti - conchiglia, flauto di ottone, triangolo - che vengono ancora utilizzati per il tradizionale repertorio delle novene, delle pastorali e dei canti di questua.
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13 dicembre, ore 21.30
Cappella del Collegio Cicognini
Leggende dell'Est
con
Luca Di Volo e Claudia Bombardella
(sassofoni, clarinetti, fisarmonica e voce)
Valerio Perla, percussioni
Maurizio Geri, chitarra
(Ingresso libero)
Virtuosi polistrumentisti e compositori, nell'arco di un più che decennale sodalizio, hanno elaborato numerosi progetti e performance con una scrittura e uno stile personalissimo.
Il repertorio Klezmer si sviluppa con un apporto più consistente delle musiche dei paesi dell'Est, caratterizzate da un senso vitalistico del ritmo e dalla passionalità delle melodie. Così danze focose, Ningun, Sirbas, melodie melanconiche cariche di struggente tenerezza riecheggiano nelle elaborazioni e composizioni di quest'agile quanto scatenata formazione, composta da quattro virtuosi del proprio strumento.
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Musica negli Oratori
17 dicembre, ore 21.30
Oratorio di S. Chiara
Cesare Ciardi e dintorni
Il bel salotto del flauto nell'Ottocento
Musiche di Ciardi, Briccialdi, Gastaldon, Donizetti e Borne
Nicola Mozzanti, flauto
Sabrina Paoli, pianoforte
(Ingresso libero)
Grande attenzione sta avendo in questo ultimo decennio la letteratura per flauto dell'800. Secolo di crisi di crescita per questo strumento, ignorato dai "grandi", ma al contempo secolo ricco di appassionati compositori-esecutori, spesso grandissimi virtuosi. Repertorio ricco di suggestioni operistiche, eseguito nei salotti aristocratici come nei grandi teatri. Il pratese Cesare Ciardi si colloca a ragione come uno dei più rappresentativi esponenti di tale ambiente musicale e questo concerto ci presenta sue composizioni, affiancate da quelle di altri autorevoli suoi colleghi. Gli esecutori hanno curato le revisioni di alcune sue opere e sono da tempo impegnati nella loro valorizzazione.
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18 dicembre, ore 17.30
Teatro Metastasio
Biancaneve
Teatro del Carretto
Spettacolo per bambini
(Ingresso £ 10.000)
Con "Biancaneve" il Teatro del Carretto vuol narrare il sapore e l'immediatezza della fiaba nella versione dei Fratelli Grimm, rimanendo fedele alla loro devozione verso la tradizione orale. Così il racconto, i cui protagonisti sono grossi pupi in cartapesta, attori con maschera e piccole marionette, procede attraverso un'orchestrazione dell'azione che si sviluppa su diversi piani scenici con la sincronia del gioco degli oggetti, la pantomima, la musica, la parola uniti in un'avvincente e raffinata teatralità .
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20 dicembre, ore 21.30
Teatro Politeama Pratese
Una produzione di
Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Prato
Assessorato alla Cultura della Provincia di Prato
Prima nazionale
Il cielo in una stanza...
Concerto per quintetto jazz e grande orchestra
con
Gino Paoli - Enrico Rava
Stefano Bollani, pianoforte
Roberto Gatto, batteria
Rosario Bonaccorso, contrabbasso
Gianluca Petrella, trombone
Camerata Strumentale Città di Prato
Arrangiamenti originali e direzione Paolo Silvestri
(Ingresso £ 25.000, £ 30.000 e £ 35.000)
L'idea parte da un incontro e una intesa maturata tra il più conosciuto jazzista italiano (già autore di tanti ed originali progetti musicali) con uno dei cantanti che maggiormente hanno inciso nell'immaginario musicale del nostro paese con celebri melodie e canzoni. Dopo un primo incontro a Brescia - quasi casuale - nell'estate 2001, Rava e Paoli hanno deciso di realizzare una vera e propria produzione destinata a giocare un ruolo molto importante nelle reciproche carriere.
Il progetto prevede la presenza del quintetto di Enrico Rava (con Stefano Bollani al pianoforte, Roberto Gatto alla batteria, Gianluca Petrella al trombone e Stefano Bonaccorso al contrabbasso) con Gino Paoli e la presenza di una grande orchestra di oltre 30 elementi: per l'occasione la Camerata strumentale Città di Prato ha aderito al progetto partecipando all'evento.
Il 20 di dicembre - presso il Teatro Politeama - è previsto l'atto di nascita di questo nuovo progetto su cui si sta creando un forte interesse, con la possibilità che esso costituisca - successivamente all'appuntamento pratese - una delle proposte più interessanti dell' estate 2002, con la presenza nei principali festival musicali italiani.
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21 dicembre, ore 21.30
Cappella Collegio Cicognini
Racconto di Natale
di Stevenson
con Giuseppe Cederna e Paolo Ciarchi
(Ingresso libero)
Dall'Isola del tesoro allo Strano caso del Dottor Jekill e Mister Hide, al Signore di Ballantrae, fino ai meravigliosi racconti Nei mari del sud, Robert Louis Stevenson fu il maestro dell'avventura, della leggerezza e del "Wild" la forza nera che governa le nostre vite. Quella di Stevenson, cagionevole fin da bambino, poi malato di tubercolosi, fu quasi un ininterrotto pellegrinaggio durato più di trent'anni e terminato in una splendida isola del pacifico all'età di quarantaquattro anni: Germania, Francia, Italia, Svizzera, Inghilterra, America, Isole Marchesi, Tahiti, Australia, Haway, le Gilbert, le Samoa. Fu qui, nelle Samoa Occidentali e precisamente nell'isola di Upolu, che Stevenson approdò nel I889 con i familiari per fermarsi definitivamente. Qui costruì una casa con un camino e una veranda e imparò a parlare la lingua degli indigeni. Qui venne soprannominato "Tusitala", "il raccontatore di belle storie", amato e rispettato come un saggio capace di sanare torti e risolvere conflitti. E fu proprio qui che una notte di dicembre del I893 lesse alla sua famiglia e ai suoi ospiti "Un sermone di Natale", il suo testamento-riflessione sul senso della vita: gentilezza, allegria, leggerezza, morte, dolore e felicità .
Un anno dopo, il 3 dicembre 1894, su quella stessa veranda, Stevenson morì.
La mia idea é tutta qui: evocare, con l'aiuto di Paolo Ciarchi, musicista ed effettista poetico unico nel suo genere, lo spirito di Tusitala e l'atmosfera di una notte di Natale in un'isola del Pacifico, con la montagna scura, il soffio caldo del mare, le stelle e le scintille luminose di plancton sulla sabbia bagnata. E leggere, 108 "Natali" dopo, il Sermone di Natale di Stevenson e alcune sue preghiere in forma di poesia. Aggiungerò anche un racconto "fantastico" di Dino Buzzati che sono sicuro sarebbe piaciuto molto a Stevenson.
"La fede di Stevenson" scrisse Chesterton "era fondata su ciò che é convenuto chiamare un paradosso - il paradosso che l'esistenza era splendida perché era secondo ogni apparenza, disperata... Le frasi più pessimiste che conosca sono state scritte da Stevenson l'ottimista. È lui che ha detto che il pianeta dove viviamo gronda sangue più di un vascello pirata. È lui che ha scritto che l'uomo non era che una malattia della polvere cosmica. E il suo punto di vista essenziale, che lo differenzia da tutti gli ottimisti comuni, é di proclamare che la vita é gloriosa non malgrado questo, ma a causa di questo".
"Questo clima; questi viaggi; questo apparire delle terre all'alba; nuove isole che spuntano dai banchi di nebbie mattutine; nuovi approdi boscosi; nuovi allarmi passeggeri di temporali e risacche; il rinnovato interesse dei miti indigeni: la storia intera della mia vita é per me più bella di qualsiasi poesia" (R. L. Stevenson).
Giuseppe Cederna
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22 dicembre, ore 16.30
Teatro Metastasio
Pinocchio
da Carlo Collodi
regia di Francesco Gandi
musiche Gianni Nigro
scene Marco Ermini
con Vania Coveri, Massimiliano Paggetti, Vincenzo Riolo
(Ingresso £ 10.000)
Leggendo per l'ennesima volta la storia del burattino, ci siamo lasciati attrarre dalle grandi qualità di questo testo. Dal linguaggio incisivo e divertente, dal personaggio Pinocchio, fantastico e stupefacente fino dal momento in cui viene al mondo e attraente per come, fin da subito, acquista autonomia e determinazione. Ci siamo lasciati coinvolgere ancora una volta dalla costruzione di situazioni paradossali e comiche che l'autore, Carlo Lorenzini, risolve sempre in forma imprevedibile. Ma la più grande qualità che abbiamo riscontrato in Pinocchio, sia sul piano della struttura, del linguaggio e dei personaggi, è essenzialmente la sua natura teatrale. Da questo deriva la straordinaria vitalità che ce lo rende caro anche a distanza di più di cento anni dalla sua nascita. Una vitalità surreale e allo stesso tempo concreta, sostenuta dal susseguirsi di rocambolesche disgrazie raccontate con i toni e le immagini di una fiaba ma allo stesso tempo riconoscibile perché vicina all'idea che noi stessi abbiamo della realtà . Il legame che si crea tra chi osserva il burattino di legno, sia esso lettore o spettatore, e Pinocchio, induce tutti a immedesimarsi nelle avventure di questo personaggio scapestrato e cocciuto, consapevoli che anche noi in quelle stesse situazioni avremmo probabilmente sbagliato come lui. I linguaggi del teatro di figura esplorati fino a oggi nelle nostre precedenti produzioni, trovano in Pinocchio l'opportunità di operare liberamente. Personaggi e ambienti diventano figure animate o attori in una continua trasformazione di dimensioni cercando di ricreare quel gioco di stupore così vivo nel testo originale.
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Musica negli Oratori
22 dicembre, ore 21.30
Oratorio di S. Sebastiano (Chiesa di S. Domenico)
Musiche a veglia
L'Ensemble Tuscae Gentes
(Ingresso libero)
L'ensemble Tuscae Gentes nasce nel '92 da un'idea di Daniele Poli; è formato da musicisti di varia provenienza artistica ma accomunati dall'interesse per la musica antica e tradizionale.
Paolo Fanciullacci: nato a Prato ha iniziato gli studi musicali seguendo il corso di tromba nella civica scuola cttadina. In seguito avvicinandosi alla musica antica si è dedicato al cornetto e alla sua costruzione, con questo strumento ha tenuto concerti dagli USA alla Corea.
Parallelamente ha studiato canto con il soprano Kate Gamberucci.
Daniele Poli: Diplomato in chitarra nel '90, si è in seguito dedicato alla studio della prassi esecutiva e alla costruzione degli strumenti a corda medievali e rinascimentali, con particolare interesse per il Liuto. Ha al suo attivo registrazioni discografiche oltre a concerti in Italia e all'estero con vari gruppi di musica antica.
Ugo Galasso: Fiorentino, è diplomato in clarinetto e flauto dolce.
Ha seguito i corsi di perfezionamento col Maestro Garbarino all'accademia Chigiana. Parallelamente studia flauto dolce sotto la guida di D. Bellugi e D. Hayward. Il suo interesse è rivolto in modo particolare alla musica strumentale dei sec. XV e XVI, ma la sua attività concertistica e discografica vanta repertori che vanno dal Medioevo al Barocco con esperienze anche nel contemporaneo. Ha al suo attivo circa 70 CD.
Programma
Musiche a veglia
Musiche natalizie, pastorali, sacre e profane tra il medioevo e la tradizione popolare.
Prima parte
Il santo volto della Vergine nei canti e nelle danze di monaci, trovari e pellegrini dei secoli XII, XIII e XIV.
-Hodie Christus natus est (antifona)
-Eia sponsa Christi (laude del convento di Bobbio)
-Royne celeste (Gautier de Coincy, 1177-1236)
-Saltarello (Italia sec. XIV)
Dal libro vermiglio di Montserrat:
-Stella Splendens
-Mariam Matrem
-Los set goyt
-Cuncti simus concanentes
-Lamento di Tristano e la sua rotta (Italia sec. XIV)
-Sancta Maria strela do dia (Cantigas de Sancta Maria Alfonso el Sabio)
-Piva (J. Ambrosio Dalza)
-Ave Nobilis (dai Carmina Burana)
-Alla Psallite (Ductia sec XIII)
La natività , le danze e canti di veglia, ninne e canti dell'epifania nella tradizione toscana e italiana
-Avemmaria di Ceppo (orazione, Pontedera)
-Maria lavava (Garfagnana)
-Coscine di pollo (ninna nanna)
-I mesi dell'anno (canzone)
-Piva
-Adeste Fideles (inno)
-San Giuseppe e la Madonna (canto di questua)
-Ecco donne la Befana (canto di questua, Barga)
-Befana non mi bucare (canto propiziatorio, Pisa)
-Befana dei vecchi, befana dei giovani (canti di questua, Montafegatesi di Lucca)
-Tu scendi dalle stelle (tradizionale)
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23 dicembre, ore 21.30
Teatro Metastasio
Shalom Pax As-salam
Un Canto per la pace
a cura del Comitato Cittadino Attività Musicali
coro "Col Hakolot" direttore Eyal Lerner
gruppo Vocale "Sesquialtera" direttore Pierluigi Chiarella
corale "S.M. a Colonica" direttore D. Romano Faldi
Sheherazade Ensemble
(Ingresso libero)
A Gerusalemme si sono incrociati i destini delle tre grandi religioni ed è su questo crocevia che si sono creati contrasti anche feroci tra ebrei, cristiani e musulmani.
Ma è comunque solo in questo luogo, unico al mondo, che si può costruire una pace duratura che vada ben oltre la cerchia di mura della Città Santa. Costruire la pace significa cercare ciò che ci unisce e la musica in questo senso è uno strumento privilegiato. Ascoltiamo una preghiera cantata da un ebreo e poi un'altra da un cristiano e un'altra ancora da un musulmano. Sono così diverse? Ascoltiamo la musica che cantano i cori ebrei, quelli cristiani e musulmani, e iniziamo così, attraverso la reciproca conoscenza ad abbattere il primo muro che ci divide: l'ignoranza.
Un canto per la pace. Alla fine sarà possibile intonare insieme questo canto e nella modestia delle nostre possibilità avremo così dato un contributo a livello di coscienza e di conoscenza reciproca che non andrà perduto.
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27 dicembre, ore 21.30
Teatro Metastasio
Vinicio Capossela
Christmas songs
(Ingresso £ 25.000 e £ 15.000)
"Le emozioni sono il fine dell'arte. E le canzoni devono riuscire a smuovere tutti i 56 muscoli che compongono quell'unico muscolo chiamato cuore. Ecco perché sono contro gli stili che le emozioni finiscono per ingabbiare. Meglio essere onnivori in fatto di musica" (una sintesi del Capossela pensiero). "Pezzi di nostalgia, pezzi di malinconia, pezzi di euforia ma tutti di 'primo taglio' perché noi 'scarti' non ne abbiamo" (Vinicio Capossela, introduzione al proprio concerto).
"Voglio esserci anch'io, come in una parata, come in un addio. Tra il tamburo maggiore e i palotini. Cantare tristi ballate mentre la notte gonfia le nuvole che migrano a folate. Prenderò questa discesa senza più fermarmi, caracollante tra i reggimenti dispersi. Sciolti, smazzati, come ulani in rotta, fino alle Taberne impilate di vuoti dove tutto è orzata. Nel girone del 'rebetico'. Un lamento che si canta in coro, ma si balla da soli. Bene, da sotto il soffitto a cassettoni, sento salirmi addosso un'Epopea. Sento fanfare soffiare dentro grossi tromboni che puliscono dal sonno, sento tanghi di gioventù come peccati. Sento clarini e bottoni luccicanti, sento vetri infranti. Cos'è un uomo di fronte a una stagione? Fatevi stretti attorno, ne ho ancora abbastanza per inseguire volpi nella luna dietro le ultime retrovie. L'urlo della zurla lacera il mattino. Il piantone di corvetta fa a pezzi l'alba con l'accetta. Questo non è un concerto. È una capitolazione a parte".
Vinicio Capossela
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Musica negli Oratori
28 dicembre, ore 21.30
Oratorio di San Michele (Chiesa di S. Agostino)
Brahms: musica da Camera
Trio Tasselli-Taviani-Emanuele (violino, pianoforte, viola)
(Ingresso libero)
Il concerto è interamente dedicato alla musica di Brahms (Amburgo 1833, Vienna 1897) compositore romantico assai produttivo sul fronte cameristico, di grande e originale intuizione nelle forme libere nonché in costante confronto con l'ideale della forma classica. Il programma proposto concilia le due caratteristiche: dalla sonata op. 38 per violoncello e pianoforte in tre movimenti con grande fuga finale ai 6 Klavierstucke per pianoforte, brevi brani di ispirazione intimistica e visionaria, per concludere col Trio op. 114 concepito per clarinetto ma reso dallo stesso Brahms nella versione con la viola. L'esecuzione è affidata a tre musiciste italiane, che suonano insieme dal 1997 affrontando un repertorio che spazia dalla musica classico romantica alle suggestive esperienze del repertorio del nostro tempo.
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29 dicembre, ore 21.00
30 dicembre, ore 16.00 e ore 21.00
Teatro Metastasio
La bella addormentata nel bosco
Compagnia Carlo Colla e figli
Fiaba in due tempi di Eugenio Monti Colla
Musica di P. Tchaikovsky
(Ingresso £ 10.000)
La scelta di rappresentare "La bella addormentata nel bosco" è nata alla Compagnia Colla dal desiderio di celebrare in tutto il suo profondo significato la sfera del fiabesco e del fantastico. Personaggi, situazioni, luoghi, persino il linguaggio, dopo una accurata indagine, sono stati restituiti nella loro completezza al fine di poter ricreare il senso del meraviglioso che si percepisce alla lettura della trama.
Ciò che erroneamente è stato concepito per anni come letteratura per l'infanzia è, in realtà , una mirabile sintesi di allegoria, di simbolismi e di metafora che si inseguono e si intersecano in ampie volute sino a rendere palese il significato di ogni evento.
Sullo sfondo di luoghi infiniti si snoda la storia di Aurora, la giovane figlia di re Florestano XIV, colpita dal malefico sortilegio; intorno a lei le fate Madrine, Ciambellotti, Araldi, cameriste, Armigeri, Dame e Cavalieri con creature fantastiche, mostri spaventosi, alberi e rami semoventi. A sottolineare i momenti drammatici e gioiosi della vicenda, la musica di Tchaikovsky scritta per l'omonimo balletto La belle au bois dormante, accompagna le garbate movenze dei ben cinquanta personaggi che agiscono sulla scena.
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1 gennaio, ore 17.00
Teatro Metastasio
Concerto di Capodanno
New Millennium Voices
Concerto Gospel
(Ingresso £ 15.000)
Il New Millenium Voices è una corale di circa 25 elementi, formatasi a New York sotto la direzione di Julius Goodman, profondo conoscitore di gospel e spirituals, particolarmente apprezzato per composizione e arrangiamenti. Il coro si è esibito più volte a New York Dailey News Festival of Voices, The Waldorf Astoria, Met- Life Holiday Concert Serie, NBC- TV "Today" show, New York's City Hall per il sindaco David Dinkins, The World Trade Center e alla Radio nel City Music Hall's Christmas Show e ha partecipato ad altri importanti eventi musicali della città . I giovani membri del coro sono solisti in altre formazioni musicali che cantano tutte le domeniche nelle chiese di New York. Il loro concerto è un momento di grande intensità che coinvolge e trascina lo spettatore nel magico mondo della musica religiosa afro-americana, con le suggestive armonie e atmosfere dei canti natalizi, proposti con grande gusto e maestria.
Musica negli Oratori
2 gennaio, ore 21.30
Oratorio Buonconsiglio (Corso Garibaldi)
Duo Michelangelo
Marco Lorenzini, violino
Patrizia Pinto, arpa
(Ingresso libero)
Il programma dello spettacolo accosta brani celebri a pezzi meno eseguiti ma sempre di grande orecchiabilità e di immediata comprensione, conferendo all'evento un carattere colto e allo stesso tempo popolare. Un "viaggio musicale" che, grazie anche a trascrizioni elaborate dagli stessi esecutori, abbraccia varie prassi esecutive europee dal periodo barocco all'epoca moderna. Italia, Germania, Francia e Austria sono paesi che più hanno dato nei secoli alla musica classica: lo spettacolo vuole presentare aspetti diversi della letteratura musicale illustrandone cambiamenti e similitudini nel corso della storia.
Programma Duo Michelangelo
J. B. Bach: "Aria", dalla 3° suite in RE Maggiore
G. Ph. Telemann: "Adagio", dal concerto per oboe
C. Saint - Saëns: Fantaisie, op. 124
F. Kreisler : "Praeludium und Allegro"
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F. Poenitz: "Venetianisches Gondellied" , op. 26 n° 1
J. Massenet: "Meditation", da Thaïs
G. Puccini, arie da opere:
"O mio babbino", da Gianni Schicchi, "Vissi d'arte…", da Tosca, "Nessun dorma"da Turandot
P. Mascagni, "Intermezzo", da Cavalleria Rusticana
L. M. Tedeschi, "Elegia", op. 22
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5 gennaio, ore 17.00
Parata del Cirque Eloize per le vie del Centro Storico
6 gennaio, ore 16.00 e 7 gennaio, ore 21.00
Teatro Politeama
Le Cirque Eloize
Excentricus
(Ingresso £ 20.000 e 30.000)
Prendete il lato eccitante del circo, la grazia della danza, l'intensità del teatro, la potenza della musica e avrete Excentricus, la nuova creazione del Cirque Eloize. Uno spettacolo irresistibile che ha già fatto il giro del mondo, da New York a Hong Kong, da Sao Paulo a Parigi.
Eloize ci fa scoprire che ci sono modi diversi, altrettanto affascinanti, di fare il circo all'interno di un teatro, senza gli animali, in un contesto molto intimo. Si tratta di uno spettacolo sfolgorante. Concepiti sopra un ritmo strabiliante, i "numeri" si succedono animati dall'audacia, dalla sorpresa, dal delirio musicale e dall'umorismo. Sono 12 artisti e 5 musicisti che si esibiscono per un totale di 90 minuti di spettacolo dal ritmo serrato e assolutamente coinvolgente.
Le cirque Eloize
In Excentricus, come in tutti gli spettacoli di circo teatrale, le esibizioni sono legate tra loro da una sceneggiatura; le scene e i costumi creano un'atmosfera, i musicisti sono sempre presenti in scena mentre gli artisti, oltre alle loro prestazioni, incarnano dei veri e propri personaggi.
La colonna sonora è importante quanto le esibizioni degli acrobati, ma è soprattutto il lato "familiare" di questa troupe che sorprende: ognuno fa tutto e non si limita al proprio "numero".
Risultato: si finisce per conoscere i personaggi, penetrare nel loro universo.
Sono "numeri" semplici, non necessariamente sempre spettacolari, ma eseguiti con una fluidità e una grazia quasi ipnotici. Fenomeno piuttosto raro per un circo, non ci si annoia un solo istante, grazie al calore e alla generosità degli artisti che giocano sopra le follie ordinarie con intelligenza, con humour, immergendo lo spettatore in un universo di sogni, di grazia, di armonia.
Il circo come forma di spettacolo è in costante evoluzione. Luogo di scambio di idee, espressione di culture differenti e di riflessione, è un arte viva aperta sul mondo.
All'inizio degli anni '80, il Québec è testimone di una nuova generazione di spettacoli di circo. Rompendo con la tradizione, quest'ultimo diventa un universo in cui le creature del mondo della danza, del teatro e della musica si incontrano, si confrontano. La nascita in America del Nord di un circo nuovo, in continua evoluzione, ha provocato una crescente richiesta sulla scena nazionale e internazionale. Animati da una grande passione per lo sviluppo del circo, nel 1993, sette giovani artisti, originari delle isole della Madeleine e diplomati alla Scuola nazionale del circo di Montèal, hanno deciso i loro talenti costituendo il Cinque Éloize. Sin dalla sua nascita, Éloize conosce un'evoluzione eccezionale.
Il giovane gruppo seduce gli Americani. L'inaugurazione del New Victory Theatre a Broadway è soltanto l'inizio di una tournèe di 125 spettacoli. Di seguito la tournèe in Canada, in Québec, in Francia, in Irlanda e in Asia. La nuova creazione Excentricus riunisce in scena 17 artisti, acrobati, clowns, musicisti e ha già sedotto il pubblico dei maggiori teatri e festival del mondo partendo da Hong Kong passando per Israele, il Brasile, la Francia, gli Stati Uniti e il Canada. Con circa 550 spettacoli al suo attivo, il Circo Éloize continua il suo cammino con lo scopo di promuovere le arti del circo nel Québec e all'estero e offrire un trampolino per un modo di esprimersi differente e un luogo nel quale ogni individuo è parte integrante di un processo di creazione. Le arti del circo sono più che mai un modo di espressione eccezionale e multidisciplinare, un'arte rispettabile rivolta all'avvenire.
LA PAROLA AI FONDATORI
Circo Éloize è nato da un'ambizione folle che ci riporta sette anni indietro, quando eravamo sette giovani provenienti dalle Isole della Madeleine, Québec, allievi della Scuola Nazionale del circo di Montréal, animati da un grande sogno: presentare il nostro spettacolo davanti ai parenti e agli amici in quelle isole che ci avevano visto crescere. Si trattava di un progetto come tanti altri con il suo lato sognante e quello di difficoltà . Eravamo lontani dal pensare che ci avrebbe portato in tutto il mondo, suscitante una grandissima curiosità .
Oggi vi presentiamo il nuovo volto del Cinque Éloize attraverso la nuova creazione Excentricus. La messa in scena di questo spettacolo è basata sulla teatralità del gioco, sulla trama umoristica, sensibile e musicale. Frutto di un cammino artistico in costante evoluzione, questo spettacolo è anche il risultato del lavoro di nuovi collaboratori. Christine Rossignol ha firmato la messa in scena. Con la grande sensibilità e il suo orecchio attento, ha saputo forgiare questo spettacolo con raffinatezza e sensibilità , privilegiando un rapporto intimo con il pubblico.
Ci teniamo a ringraziare calorosamente tutti coloro che, pur non essendo sulla scena, lavorano ogni giorno con accanimento e devozione per costruire il Circo Éloize.
Jeannot Painchaud et Daniel Cyr.