Mamma Africa. Nelle sue 14 tele realizzate con tecniche miste, assemblaggi e bricolage, l'artista affronta personaggi folklorici cari all'occidente, il re fantoccio, i capi di governo crudeli, la mortalita' infantile, i devastanti problemi sanitari.
Gai Candido è molto coraggioso in questa nuova visione dell’Africa, l’arte contemporanea deve molto alla cultura di questo immenso continente pieno di contraddizioni dove il rapporto tra l’uomo e la natura è costantemente rivisitato.
I temi, trattati da Gai Candido, sono molto forti ed impegnati culturalmente, denunciano una costante dialettica tra la cultura occidentale e il pluralismo africano, affrontano il trascendentale con ironia e intelligenza, rivisitano la magia e le credenze diffuse, denunciano lo sfruttamento del capitalismo occidentale, la condizione subalterna dell’Africa e una politica neocoloniale che saccheggia costantemente le risorse del continente africano costringendo i suoi abitanti ad una costante diaspora con la nuova tratta degli schiavi del terzo millennio. Gai Candido rifiuta la logica dello sfruttamento ed il tentativo di volere rimettere gli africani in una condizione di miseria.
La politica euro-mediterranea mostra i suoi limiti; la Sicilia di fatto è la cerniera e il pontile che distribuisce energia a tutti i paesi del nord Europa a mezzo dei gasdotti che provengono dal deserto della Libia e dell’Algeria. È vietato lo sbarco, è vietato approdare, è vietata la speranza, barche di disperazione affogano. Gai Candido, nelle sue variopinte tele, affronta anche i personaggi folklorici cari all’occidente, il re fantoccio, i capi di governo crudeli, la mortalità infantile, i devastanti problemi sanitari con le micidiali epidemie del nuovo secolo.
La mostra, in 14 tele, ci racconta con tecniche miste, assemblaggi e bricolage tutti gli aspetti dell’Africa contemporanea e inchioda l’Occidente alle sue responsabilità. È assolutamente necessario creare un nuovo rapporto tra l’Europa e l’Africa in un nuovo contesto internazionale che rimetta al centro la libertà dell’uomo, prima fra tutte la libertà di movimento e di una cultura alessandrina che sappia risolvere le differenze in una nuova sintesi.
Inaugurazione: giovedì 20 marzo alle ore 18.00
Mediterranea
via Mariano D'Amelio 12 Palermo
Da lunedì a domenica, la mattina 11.00 - 12.30 e il pomeriggio 17.00 - 19.30