Piazza della Scala
Milano
piazza della Scala

Carlo Ciussi
dal 14/3/2008 al 6/4/2008
02 29402855
WEB
Segnalato da

A arte Studio Invernizzi



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Carlo Ciussi



 
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14/3/2008

Carlo Ciussi

Piazza della Scala, Milano

Miraggi. Scultura. Una geometria fondata sulla contraddizione delle proprie convenzionalita' e regole, secondo una dinamica sottile e impercettibile.


comunicato stampa

La scultura di Carlo Ciussi, presentata dalla galleria A arte Studio Invernizzi per la manifestazione ''Miraggi'' - progetto ideato dall'Assessorato all'Arredo, Decoro Urbano e Verde del Comune di Milano in collaborazione con MiArt 2008, che da metà marzo fino al 7 aprile darà vita ad un percorso artistico, un 'museo all'aperto' nel centro di Milano - e installata in Piazza della Scala a Milano, coniuga questa spinta ascensionale, peraltro già presente in altri momenti nella sua opera plastica, come ad esempio in occasione della sua partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1986, con una articolazione del modulo quadrato, sulla variazione e rotazione del quale si sfaccetta la sua interazione con lo spazio.

Affermando una dialettica precisa ed al contempo metafisicamente sospesa tra piani ortogonali e inclinati, secondo una progressione solo in parte geometrica che risponde piuttosto alla volontà di sottolinearne la non definitività. Si ripropone così continuamente questa dimensione di una geometria fondata sulla contraddizione delle proprie convenzionalità e regole, secondo una dinamica sottile e impercettibile, che genera attraverso il mutare progressivo di collocazioni e superfici (plastiche e pittoriche) una spazialità indefinita e aperta. Per Ciussi infatti questa sospensione è identità definitoria della costruzione stessa, articolazione di una materia nella quale il vuoto è concrezione solida di istanti di vita, ispessimento progressivo e inevitabile di un divenire che inghiotte la forma stessa in oscillazioni continue, più o meno intense ma costantemente asserite.

La presenza stessa della forma plastica vive delle sue pause e interruzioni, dei silenzi e delle discontinuità, ordinati secondo parallelismi e scarti, nei quali si muove ed articola una specie di spazialità della coscienza: in questi momenti di sospensione, si avverte con forza il respiro quasi regolare dell’immagine, che oltre le proprie definizioni e determinazioni ci richiama ad una relazione primaria con la nostra consapevolezza, sensoria più che sensuale, in certo senso empatica, del mutare del tutto.

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